Tira una brutta aria di conservazione

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A seconda di chi stia governando in quel momento il Paese, l’Istat rivede al ribasso od al rialzo le proprie stime. Se il governo in carica è di centrosinistra le stime tendono al rialzo anche contro la logica dei numeri, al ribasso se invece i governi sono di centrodestra

– di Enzo Ciaraffa –

Se andate su Wikipedia trovate che l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) è « …il produttore di statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei decisori pubblici». Come dire che questo istituto è legato mani e piedi al “sistema” e, perciò, ben vengano coloro che vogliono sottrarlo al controllo pubblico per evitare la manipolazione indotta di dati pubblici. Ciò non perché siamo dei pasdaran liberisti ma per certe inquietanti coincidenze.

Si ha la sensazione, infatti, che a secondo di chi stia governando in quel momento, l’Istat riveda al ribasso od al rialzo le proprie stime: se il governo in carica è di centrosinistra le stime tendono al rialzo anche contro la logica dei numeri, al ribasso se invece i governi sono di centrodestra. Non ci credete?

Prendiamo allora un florilegio dal comunicato Istat Noi Italia di queste ultime ore, mentre si profila (soltanto) all’orizzonte l’ipotesi di un governo formato da M5S più Partito democratico: « …un Paese in netto miglioramento in alcuni ambiti […] L’Italia non sempre in linea con la media dei Paesi Ue e distante dai principali partner […] Sul fronte dell’occupazione il Sud si colloca all’ultimo posto nella graduatoria dell’Ue […] I poveri sono in aumento: dal 18,7% del 2015 al 20,7% del 2016 […] Il Paese sta migliorando». Sta migliorando? Ma se sembra il bollettino della disfatta di Caporetto!

E siamo soltanto all’ipotesi di un governo con dentro il Pd.