L’arma segreta di un seduttore non è in mezzo alle gambe, ma nella sua testa, nei suoi modi, nel suo stile, nella sua capacità di trasmettere sicurezza e, allo stesso tempo, quei trasalimenti capaci di metterlo sulla stessa lunghezza d’onda mentale di una donna, perché ogni volta che un uomo conquista il cervello di una donna prima ancora del suo corpo, conquista il mondo
*****
Ce ne sarebbero di argomenti importanti dei quali occuparsi in questo torvo periodo del mondo dove, per dirne soltanto una, ormai le autocrazie sono la maggioranza rispetto alle democrazie, ma per una volta preferiamo mantenerci leggeri andando a occuparci del super pisellone nazionale, Rocco Siffredi. L’occasione ce la fornisce una storiaccia che lo vede in questi giorni coinvolto. Sembrerebbe, infatti, che dopo averlo intervistato in occasione dell’uscita della serie “Supersex” su Netflix, la giornalista dell’agenzia Adnkronos, Alisa Toaff, sia stata ripetutamente molestata dal pornodivo. L’intervista, dalla quale tutto avrebbe avuto inizio, è avvenuta nella hall dell’Hotel Parco dei principi di Roma. La Toaff ha rivelato a riguardo che, dopo un approccio professionale inizialmente gentile e misurato, il Siffredi avrebbe cambiato atteggiamento, diventando sessista e volgare nei suoi confronti per il tramite di svariati messaggi vocali.
Dopo la denuncia dell’interessata, la storia è diventata, suo malgrado, di dominio pubblico come, d’altronde, la sua stessa immagine e le generalità… ve n’era abbastanza per risvegliare la brama di sangue e di moralismo di quegli italiani che, se non fosse per la tastiera del pc, non conterebbero una mazza per l’universo mondo. Infatti, la Toaff, che è anche una mamma dolcissima, è stata subito fatta oggetto di odio dai calvinisti del computer, perché nel corso dell’accennata intervista, aveva fatto al pornodivo domande sul sesso: scusate vigliacconi senza viso e senza cervello, ma una giornalista che intervista un uomo che si guadagna da vivere esibendo il bigolo può mai fargli domande su Sant’Angela Merici?
A nostro avviso, più dell’ipocrita e immotivato moralismo, il guaio di costoro è che sono schifosamente maschilisti e per loro, sotto sotto, certi argomenti non devono essere sfiorati da una donna, neppure per ragioni professionali, sennò essa diviene una poco di buono. Ma il nostro pornodivo nazionale non è del tutto stupido e, una volta capito di averla fatta fuori dal vaso (forse a causa delle decantate dimensioni…), ha cercato di correre ai ripari: ha invitato, con parole intrise di regale magnanimità, i suoi follower e ammiratori a non infierire troppo sulla giornalista che lo ha denunciato, come dire che la mentecatta ha sbagliato ma voi siate lo stesso comprensivi nei suoi confronti. È inutile dirvi che troviamo insopportabile questa ipocrisia da “maschilismo illuminato” e, lo confessiamo, pur non avendo in mano elementi d’inoppugnabili certezze, tendiamo istintivamente a essere solidali con Alisa Toaff che, da quanto ci risulta, ha sempre fatto il suo lavoro di giornalista con discrezione e dignità, senza andare mai alla ricerca di scoop costruiti o del coup de theatre.
Ma, poiché i ripetuti comportamenti di un individuo denotano pur sempre le sue predisposizioni e tendenze, pensiamo sia il caso di soffermarci sul fatto che qualche incidente similare a quello denunciato dalla Toaff al pornodivo era già capitato.
Nel mese di novembre del 2016 egli fu allontanato da un locale di Santa Margherita Ligure per essersi chiuso nella toilette assieme a due donne, immaginiamo non per recitare giaculatorie (Fonte: Il Mattino.it del 23 novembre 2016). Oddio, già il fatto di andare a fare certe cose nel cesso non depone a favore del senso estetico e della misura (morale…) del pisellone e delle due signore che erano in sua compagnia, ma transeat. Neppure noi vogliamo fare i moralisti un tanto al chilo: se vi sono persone che si eccitano tra gli afrori di piscio e di cacca sono affari loro.
Poi, nel 2017, nel corso di un’intervista la conduttrice televisiva francese Cecile de Ménibus accusò pubblicamente il Siffredi di alcune molestie sessuali, avvenute undici anni prima in una diretta televisiva e proseguite dietro le quinte.
Ebbene, pur non essendo in grado di prevedere come finirà questa vicenda, rinnoviamo la nostra solidarietà alla collega dall’Adnkronos offesa. Se non altro perché non se ne può più di luoghi comuni sulle donne e dei Torquemada del clic! In ogni caso, un convincimento ce lo siamo già fatto: un bigolo grande non fa un grande uomo. Specialmente se questo non capisce che l’arma segreta di un seduttore non è in mezzo alle gambe, ma nella sua testa, nei suoi modi, nel suo stile, nella sua capacità di trasmettere sicurezza e, allo stesso tempo, in quei trasalimenti capaci di metterlo sulla stessa lunghezza d’onda mentale di una donna, perché ogni volta che un uomo conquista il cervello di una donna prima ancora del suo corpo, conquista il mondo. Una capacità che non è alla portata di un Rocco Siffredi qualsiasi.
(Copertina di Laura Zaroli)
Potrebbe interessarti anche L’immagine appannata del guerriero invincibile