Il ricercatore legnanese Roberto D’Antonio e il docente universitario Christian Garavaglia auspicano da Regione Lombardia una mozione sospensiva, e temporanea, in deroga alla legge regionale dell’ottobre 2019 per consentire l’utilizzo di camini e stufe a legna per l’inverno ormai alle porte e fronteggiare, così, la crisi energetica in modo meno devastante di quanto non si preveda. Certo, sarà una misura momentanea ma anche immediata e concreta, a favore delle famiglie lombarde e di tutta Italia, soprattutto per i bisognosi di cure e tepore come anziani, ammalati e indigenti che sono i più fragili ed esposti
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Il problema di questi mesi è la crisi energetica e gli effetti che sta producendo sull’economia e, direttamente, sulla sostenibilità dei nostri bilanci familiari. A riguardo abbiamo con noi un ricercatore clinico legnanese in pensione, il dottor Roberto D’Antonio che ci aveva telefonato nei giorni scorsi per anticiparci alcuni punti di vista sviscerati in questa intervista come, per esempio, quello delle deroghe temporanee per l’utilizzo di altre fonti energetiche non proprio green quali legna e stufe a kerosene. E questo ci fornisce lo spunto per fare la prima domanda al nostro ospite di oggi: che cosa intende, dottore, per “fonti energetiche non proprio green”?
L’Unione Europea ha stabilito la riduzione delle emissioni del CO2 al 15% nel 2025 e al 37,5% nel 2030, mediante interventi mirati alle aziende produttive, ai motori delle auto e il divieto di utilizzare camini o stufe a legna per i Comuni al disotto dei 300 metri del livello del mare. Ebbene, visto che la speculazione sul gas si è andata ad aggiungere alla contrazione dell’offerta e ai suoi costi proibitivi, dobbiamo morire dal freddo per non far spostare il conseguimento di certi obiettivi qualche mese più in là? Peraltro, non è del tutto vero che le cosiddette fonti non green od a biomassa, come legna e pellet, siano altamente inquinanti.
Lei, praticamente, sostiene che secondo Regione Lombardia dovremmo astenerci dall’utilizzare il camino o anche un comune braciere per evitare d’inquinare. Come dire che si vuole continuare a far salva una quota parte d’inquinamento a fronte del fatto che migliaia di famiglie tra poco non saranno più in grado di riscaldare le loro abitazioni.
Per quanto pare che il presidente Attilio Fontana si stia dando da fare in questa direzione, le imposizioni dell’Unione Europea e le leggi regionali in materia di riscaldamento stanno rovinando le famiglie obbligandole all’utilizzo del solo gas metano, quindi parliamo del gas russo con il quale Putin sta finanziando la guerra. E questo senza tener conto che l’uso della biomassa comporta un’emissione di CO2 in media cinque – sei volte più bassa del gas metano dal momento che oggi esistono in commercio pellet e tronchetti di legna particolarmente selezionati e trattati per una bassa emissione di CO2, come certificato da ENplus A1 – A2.
Da quanto dice sembrerebbe che l’erogazione da parte del governo del bonus sociale luce e gas non sia servita a niente...
Il bonus è stato solo un modo per frenare la rabbia degli italiani e, in soldoni, rappresenta solo la decima parte degli aumenti che le famiglie sostengono in questa folle escalation di aumenti. Se proprio si vuole intervenire seriamente sul problema, bisogna iniziare a rivedere le accise che i consumatori subiscono passivamente, alcune risalenti addirittura al finanziamento della guerra d’Etiopia. Per esempio, lo Stato applica circa il 40% di imposte sulle nostre bollette del consumo energetico, tanto è vero che il nostro Paese è l’unico in Europa a sostenere dei costi vertiginosi, manco se la bolletta ci arrivasse su di una foglia di oro zecchino laminato. E non lo sostengo io ma Eurostat!
Nelle sue parole cogliamo anche una malcelata preoccupazione e incertezza per il futuro.
Che devo dire, in questi ultimi tempi sono assalito da mille pensieri e foschi presagi. Le famiglie già duramente colpite dalla pandemia da Covid-19, ora sono ridotte alla vera povertà, non riescono a pagare il costo delle bollette, non riescono più a far la spesa, non riescono più ad assistere dignitosamente i loro figli. Dall’altra parte troviamo uno Stato che, mentre eroga un bonus da 200 euro, autorizza l’Agenzia delle entrate a inviare cartelle esattoriali, decreti ingiuntivi e pignoramenti vari. Come se non bastasse tutto questo, il medesimo Stato interviene anche con il fermo delle auto Euro Quattro ed Euro Cinque, come dire attacchi micidiali che scaraventano i poveri cristi di cittadini nel baratro della povertà senza ritorno. Ciò mentre i commercianti falliscono e chiudono le attività, le piccole e medie aziende licenziano, si riducono i cicli produttivi e aumentano i prezzi, mentre la Germania, impipandosene dell’Europa, ha buttato nel calderone 200 miliardi di euro per aiutare imprese e famiglie. Noi, invece, di questo passo andremo verso il fallimento dell’intero Paese.
Che cosa pensa si debba fare a riguardo.
Nel mio piccolo qualche cosa sto già facendo. Assieme all’amico e docente universitario Christian Garavaglia, abbiamo chiesto al senatore Mantovani, che è un esperto in fatto di procedure per aver rivestito molti e prestigiosi incarichi istituzionali nazionali e regionali, di richiedere una mozione sospensiva temporanea in deroga alla legge regionale dell’ottobre 2019 allo scopo di consentire l’utilizzo di camini e stufe a legna per l’inverno oramai alle porte. Certamente sarebbe una misura provvisoria in aiuto alle famiglie e per i bisognosi di cure come anziani, ammalati e indigenti, ma avrebbe il pregio di essere immediata.
Si coglie che il parlare di questo argomento la fa arrabbiare, e lei è un rappresentante della media borghesia, figuriamoci come sono messi quegli italiani che devono tirare avanti – figli, fitto o mutuo compresi – con 1.500 euro al mese. E ci siamo mantenuti già alti con lo stipendio.
Infatti, siamo ritornati al Medioevo, tempo in cui il ricavato di un intero anno di lavoro rappresentava il bottino delle tasse-gabelle dei feudatari. Le famiglie monoreddito sono oramai in povertà mentre quelle bi-reddito riescono a coprire soltanto parzialmente i costi di gestione della famiglia tra mille rinunce e sacrifici. Quello che stiamo vivendo, peraltro, non è un clima che corroborerà l’economia del Paese, perciò il governo in divenire faccia degli interventi rapidi per le pensioni al disotto dei mille euro. E poi, visto e considerato che con l’adozione dell’euro furono tranquillamente dimezzate le entrate degli italiani, si rivalutino stipendi e pensioni, in modo tale da favorire gli acquisti e creare una ripresa economica partendo dal basso.
La pandemia appena passata, la guerra in Ucraina che diventa ogni giorno più barbara, la possibilità concreta di rimanere al “freddo e al gelo” per Natale che cosa le suggerisce.
Fortunatamente le grandi epidemie globali sono state arginate dai vaccini e profilassi grazie ai quali, oggi, un’infezione da Covid-19 comporta soltanto un mal di gola, diversamente dalla crisi energetica scatenata da Putin a fronte di un’Europa non ancora autonoma con fonti energetiche alternative ed esitante nelle decisioni da prendere.
Che cosa prevede per l’inverno che è alle porte.
Le ondate di freddo intenso e il cattivo tempo, esattamente come negli anni passati, provocheranno serie complicanze di salute ai nostri anziani, bambini, donne in gravidanza, fragili e categorie a rischio. L’effetto killer del freddo per gli anziani è il doppio di quello del caldo, specialmente per quelli soggetti a malattie del sistema cardiocircolatorio, a riacutizzazioni influenzali con probabile insorgenza di polmoniti letali. Ricordiamo che il freddo favorisce la vasocostrizione, un problema ad alto rischio per le accennate patologie. In questi casi l’unica protezione è il tepore di una casa ben riscaldata. Il nostro grido d’allarme ad amministratori e politici regionali: consentite ai nostri concittadini di riscaldare adeguatamente le loro case e, soprattutto, con costi adeguati e non soggetti alla speculazione selvaggia.
Perché lei pensa che gli aumenti siano dovuti alla speculazione oltre che alla guerra?
Sì, lo penso. Il pellet l’anno scorso aveva un costo di 4,5 euro per un sacchetto da 15 chilogrammi: ora lo stesso sacchetto costa più di 12 euro… ma non abbiamo la Guardia di Finanza? O la vogliamo impiegare soltanto per controllare lo scontrino delle massaie e dei barbieri? E allora, benedetto Iddio, inviatela nei negozi e supermercati a controllare il costo di carico delle merci in entrate e il criminale ricarico che poi viene effettuato!
Una sommessa domanda: dove si prenderanno i soldi per fare le cose che lei chiede.
In tempi straordinari misure straordinarie!
Sarebbe a dire?
Iniziamo a prenderli dai 71,7 miliardi della transizione ecologica nel senso che, pur senza tradire gli intenti e gli obiettivi del Pnrr, andiamo a creare subito tutti i posti di lavoro possibili nello specifico settore, perché alla fine è il lavoro che crea ricchezza quale che sia il settore in crescita.
È una parola, dopo le aspettative green rinfocolate dai Verdi e da Giuseppe Conte durante la campagna elettorale.
Guardi, per come la vedo io siamo giunti a un punto cruciale: o pensiamo a futuri cieli blu e alle margheritine nei prati, o tuteliamo – oggi! – le famiglie e i più fragili della nostra struttura sociale. Questo, ovviamente, non deve significare che il problema della transizione ecologica non esista ma, semmai, adeguarlo ai tempi che stiamo correndo: non cambierà la sorte dell’ambiente se per un’invernata accenderemo camini e stufe mentre il governo continuerà a “costruire” il progetto di transizione.
Vogliamo chiudere l’intervista con una frase di ottimismo?
Perché no.
E quale sarebbe la frase?
Mai peggio!
Andiamo bene…
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