Anche se nessuno vuole dirlo chiaramente tanto a destra quanto a sinistra, quella dell’immigrazione fuori controllo potrebbe diventare, a breve, una questione di sopravvivenza per l’Italia: basti pensare che in un solo giorno a Lampedusa sono arrivati settemila migranti, mille in più della popolazione stabilmente residente su di un territorio grande più o meno quanto la città di Gallarate
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Mentre scriviamo, a Lampedusa in un giorno sono arrivati 7.000 migranti, come dire quasi 1.000 persone in più della popolazione residente su di un territorio grande più o meno quanto la città di Gallarate. Come se non bastassero questi numeri preoccupanti nella loro sproporzionalità, i nuovi arrivati, giusto per ringraziare il Paese che li aveva accolti, appena hanno messo i piedi a terra, in maniera aggressiva hanno tentato di rompere il cordone delle forze dell’ordine che, per arginarli, sono dovute ricorrere all’uso misurato degli sfollagente. Però, più che i numeri comunque folli di quest’invasione senza armi, a preoccuparci è la repentina mutazione dell’atteggiamento dei “poveri migranti” perché, se da remissivi che erano fino ad ieri sono diventati all’improvviso pretenziosi e turbolenti, le ragioni potrebbero essere due: o, come ipotizzato dal governo e dalle varie agenzie governative della sicurezza, alle spalle dei migranti va consolidandosi la guerra ibrida della putiniana Brigata Wagner contro il ventre molle della (inesistente) difesa comune dei confini europei esterni, oppure i nuovi arrivati ci considerano dei pii coglioni com’è più probabile.
Nel frattempo la situazione logistica di Lampedusa si è fatta a dir poco esplosiva tant’è che il sindaco dell’isola pelagica, Filippo Mannino, ha lanciato un disperato appello al governo e, allo stesso tempo, ha avuto parole durissime contro l’Europa e la Francia: «Un intervento strutturale del governo non è più rinviabile. Servono navi in rada che garantiscano trasferimenti immediati. I lampedusani hanno sempre accolto tutti a braccia aperte, in queste ore si sono prodigati in tutti i modi per dare aiuto e soccorso. Abbiamo fatto il possibile ma adesso non possiamo fare di più […] Ci troviamo di fronte a un’Europa miope, a un rimpallo di responsabilità fra Stati che chiudono i confini. L’atteggiamento della Francia è vergognoso. Tutti parlano di coesione fra gli Stati e poi alla prima difficoltà si tirano indietro. Mi devono spiegare dov’è l’Unione europea… di unito ci sono rimaste solo le stelline sulla bandiera». E mentre parlava alla stampa il povero Mannino ancora non sapeva che anche un’altra di quelle “stelline”, l’Austria, stava decidendo di monitorare il valico del Brennero.
Nel suo j’accuse il sindaco lampedusano ha chiamato in causa anche la Francia perché, è di questi giorni la notizia che vuol chiudere le frontiere terrestri all’immigrazione proveniente dall’Italia, mentre la Germania ha sospeso il meccanismo di solidarietà e, pertanto, non vuole più i richiedenti asilo di cui se ne prendeva già soltanto poche centinaia. Siamo ultra convinti che con questo papa assiso sullo scranno di Pietro, con un piddino al Quirinale e con un Consiglio europeo a maggioranza immigrazionista di socialisti e liberali, in Italia i governi di destra non riusciranno mai ad emanare provvedimenti che siano veramente di destra senza incorrere nella loro “scomunica”, e tuttavia esortiamo l’esecutivo a svegliarsi e fare, per davvero, ciò che voleva fare quando era all’opposizione: il blocco navale. Peraltro, la prima a farlo in Adriatico nel 1997 fu la Sinistra con Romano Prodi al governo.
E non è che siamo diventati dei sovranisti fetenti all’improvviso, tutt’altro, ma siamo consapevoli (e lo dichiariamo…) che andando di questo passo, con questi numeri e con il menefreghismo evidenziato dagli altri Paesi europei, un “blocco navale intelligente” potrebbe essere, per l’Italia e per la stessa Europa, l’unica via di uscita da una situazione che rischia di travolgerla per il corollario dei problemi che si trascina appresso. Parliamo di problemi che i buonisti tanto al chilo della Sinistra immigrazionista non avevano previsto quando sono stati al governo per dieci anni, peraltro senza essere mai stati eletti. È stata, infatti, la loro miopia ideologica a impedire di soppesare in anticipo i rischi connessi a un’immigrazione non amministrata come, per citarne qualcuna, quello del rapido assottigliamento delle risorse economiche e il deterioramento dell’ordine sociale a opera di gente che, in buona parte, si è appena lasciata alle spalle l’età della pietra.
Noi per blocco navale intelligente intendiamo una procedura in quattro fasi piuttosto semplice da attuarsi nei confronti di barchini e barconi in giro per il Mediterraneo con il loro carico umano: soccorso – rifocillazione sul posto – cura a bordo della nave di blocco di chi dovesse averne bisogno – rimorchio dei natanti illegali, in sicurezza, nelle acque territoriali di provenienza. E non illudiamoci perché questa proposta che oggi potrebbe sembrare come minimo balzana, potrebbe trovare realizzo nonostante il papa, nonostante Mattarella, nonostante il parlamento europeo, se la situazione dovesse peggiorare, se dovesse accadere che, per sopravvivere come entità sociale, culturale e storica dovremo utilizzare metodi non ancora sperimentati contro l’immigrazione fuori legge. A quel punto non avremo scappatoie: o porremo un filtro navale tra il Nordafrica e l’Italia, o saremo fottuti. D’altronde, i Paesi del Nordafrica non hanno interesse ad aiutarci nell’impresa, anzi non vedono l’ora di liberarsi di masse povere, recalcitranti e potenzialmente sovversive… quanti migranti hanno bloccato la Libia e la Tunisia da quando sono stati sottoscritti costosi accordi in tal senso con l’Unione Europea e con l’Italia? Paraltro la Tunisia su questo problema ha anche iniziato a ricattare l’Europa.
La verità è che, fino a oggi, nessun governo si è voluto soffermare su tre questioncelle riguardanti i migranti non proprio di secondaria importanza: dove li mettiamo – con quali soldi li sosteniamo – come li integriamo. Oddio, non è che proprio non ci avessero pensato, avevano semplicemente paura di dire la verità al popolo, una verità talmente semplice da essere sintetizzabile in un’unica risposta: non lo sappiamo! Però, per recuperare i fondi necessari a questa follia, sapevano benissimo come de-finanziare il welfare, la Sanità, la scuola, le pensioni minime, gli arruolamenti nella Forze Armate, nei Corpi di Polizia e, più in generale, la sicurezza dei cittadini. E adesso ci siamo ridotti che il governo in carica non ha i soldi neppure per varare una manovretta da trenta miliardi a fronte dei 200 regalati in bonus edilizi dal governo Conte Due appena qualche anno fa. Sempreché la situazione non peggiori con il rigido ritorno alle vecchie regole europee del patto di stabilità tutte incentrate sul rapporto debito pubblico -Pil invece che sulla crescita.
Per carità, non vogliamo mettere in scena una sorta di nazionalismo degli sfigati, ma una domanda ai signori del governo in carica dobbiamo proprio farla: ma scusate avete (giustamente secondo noi) tolto il reddito di cittadinanza ai fannulloni nostrani per, poi, spenderlo a favore dei fannulloni che ci arrivano da fuori?
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