È alla Borsa di Amsterdam che si forma lo strumento di trasferimento dei titoli, ovvero il Title transfer facility – Ttf, mediante il quale dei privati si mettono d’accordo sul prezzo del gas. Parliamo di un mercato speculativo che incide sulle nostre bollette per ragioni che di nobile (come la foglia di fico delle sanzioni economiche alla Russia) non hanno proprio niente e che, anzi, stanno facendo il gioco di Putin, il quale, per metterci ancora di più in difficoltà, sta aggiungendo alla speculazione la chiusura a singhiozzo delle manopole del gas che ci arriva dal suo Paese
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Propalare la balla – come fa la classe politica nostrana – che quanto sta accadendo in questi mesi a proposito dell’impazzimento dei prezzi riferiti soprattutto al gas, all’energia elettrica e ai generi alimentari non poteva essere previsto, è mentire spudoratamente, se perfino un piccolo blog come il nostro lo aveva fatto e anche spiegato addirittura il 27 luglio del 2021 (https://www.vincenzociaraffa.it/nel-nostro-futuro-ci-saranno-carestia-e-fame/). Peggio fa chi ne attribuisce la colpa alla guerra in Ucraina che, semmai, ha fatto da aggravante per un problema – quello dell’aumento del prezzo del gas – che non siamo neppure convinti possa attribuirsi interamente a quella mammoletta post stalinista di Putin.
Intanto poniamoci una domanda: dove viene deciso il prezzo del gas?
Molto più vicino a noi di quanto non si pensi, ovvero alla Borsa di Amsterdam, dove si forma lo strumento di trasferimento dei titoli, il Title transfer facility – Ttf, mediante il quale dei privati si mettono d’accordo sul prezzo, dove insomma fanno cartello. Evidentemente, stiamo parlando di un mercato speculativo che incide sulle nostre bollette per ragioni che di nobile (come la foglia di fico delle sanzioni economiche alla Russia) non hanno proprio niente e che, anzi, stanno facendo il gioco di Putin, il quale, per metterci ancor di più in difficoltà, sta aggiungendo alla speculazione la chiusura a singhiozzo delle manopole del gas che ci arriva dal suo Paese. Ne sta bruciando addirittura il quantitativo in eccesso per mantenere alti i prezzi sul mercato estero in previsione, pensiamo noi, della fine di una guerra che non gli sta andando proprio bene.
A questo punto diciamo le cose come realmente stanno: siccome il 70% dei contratti italiani per l’acquisto di gas si informa al Ttf di Amsterdam (Fonte: Arera), noi passeremo un inverno di merda perché gli speculatori hanno deciso che devono arricchirsi come e più degli oligarchi russi.
Preso atto di questa perversa situazione, diventa più facile capire che continuare a fare scostamenti di bilancio (cioè altro debito) per ammortizzare il costo delle bollette, in assenza di un provvedimento quadro che coinvolga tutti i Paesi dell’Ue Olanda compresa, significherebbe soltanto andare a mettere altro denaro pubblico nelle tasche degli speculatori.
Il rimedio?
Lo sta suggerendo Draghi (che di speculazioni s’intende più di tutti…) da un paio di mesi: un tetto al prezzo del gas in ambito Ue.
Indovinate qual è il primo Paese che rema contro il realizzo di quest’ipotesi?
Ma l’Olanda naturalmente.
Purtroppo, in questo tragico panorama s’inserisce una farsa molto italiana perché una parte dei partiti che ha determinato la caduta del suo governo, adesso chiede a Mario Draghi – che è in carica solo per l’ordinaria gestione – di stanziare altri soldi per ristorare le bollette degli italiani, il quale Draghi, però, ha già messo le mani avanti: no a nuovo deficit per la campagna elettorale di qualcuno; prima di stanziare altri soldi bisognerà vedere le entrate erariali di agosto. A Chiederlo con forza è il trio Letta – Calenda – Renzi (fiancheggiamento esterno di Salvini…) che ha incentrato il suo programma politico su di una fantomatica “Agenda Draghi” che nessuno conosce, neanche lo stesso Draghi che l’ha ripudiata al meeting di Rimini.
Ma, poi, come si fa a dire agli elettori “Dateci il voto il prossimo 25 settembre che noi lo gireremo a un altro”?
Per carità, anche noi che non lo amiamo perché abbiamo in uggia i banchieri che si danno alla politica, siamo persuasi che la res publica starebbe meglio in mano a Draghi che non a Letta, Renzi, Salvini, Bonelli o Fratoianni, ma da questo ad auspicare la morte cerebrale della nostra repubblica parlamentare ne corre.
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