Perché non riusciranno a mettere il guinzaglio ai nostri cervelli

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È soltanto una questione di tempo, quando gli esseri umani si accorgeranno di essere diventati larve acefale buone soltanto ad essere pilotate ai consumi, la rivolta globale delle intelligenze sarà inevitabile. Per adesso a questo clima di intimidazione e d’intolleranza per le idee altrui quando non collimano con quelle dei centri di potere economici e finanziari , si sono ribellati i primi 150 intellettuali e uomini di cultura americani mediante un appello pubblicato dalla rivista mensile di politica, cultura e finanza Harper’s Magazine, ma altri ne seguiranno
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Nei giorni scorsi abbiamo richiesto a Facebook la sponsorizzazione a pagamento dell’articolo pubblicato sul blog Il Rullo lo scorso 8 luglio col titolo “Conte un superdotato di scarsa misura”, e questa è stata la risposta per motivare il rifiuto ad accettare la nostra commessa: «La tua inserzione potrebbe essere stata rifiutata perché faceva riferimento a un personaggio politico, a un tema che potrebbe influenzare i risultati di un’elezione, a una normativa esistente o a una proposta di legge».

Nel mentre vi invitiamo ad andare a leggere l’articolo in questione per rendervi conto di quanto sia stata pretestuosa e impudente la risposta di Facebook, vi riportiamo la nostra replica: «L’articolo oggetto del rifiuto della sponsorizzazione non offende nessuno, fa un sobrio accenno al Covid-19 riferendo, peraltro, dati reali e verificabili, non parla di temi sociali in quanto tali, non vi sono ufficialmente elezioni in vista che potrebbero esserne influenzate (ma poi se non un’opinione che cosa dovrebbe influenzare il nostro voto!)  e si limita – come dovrebbe potersi fare in ogni democrazia – ad analizzare, con garbata ironia, l’operato del governo e del suo capo nella particolare contingenza politica del Paese. A meno che Facebook non voglia censurare questo elementare esercizio di libertà».

Dopo due giorni è arrivata la risposta definitiva a tale replica, e sfidiamo chiunque a capire che cosa voglia dire di preciso, se non dare una goffa giustificazione agli intenti censori del social perché, evidentemente, chi tocca la Sinistra al governo muore: «Buon pomeriggio P……., grazie per aver contattato Facebook, mi chiamo W….. , sono felice di assisterti oggi. Capisco quanto sia importante P……., quindi mi stai scrivendo per avere maggiori informazioni sulle 2 inserzione disapprovate rispettivamente queste 620141…….. e 620159……… Le due inserzioni parlano di temi sociali attuali tipo “post-pandemico elencato dal premier in conferenza stampa” e “il tratto autostradale Salerno – Reggio Calabria” pertanto necessita di una ulteriore richiesta […] Una volta compilato il disclaimer e poi dovrà essere accettato. Una volta accettato può creare l’inserzioni di questa natura. Per ulteriori informazioni puoi consultare la seguente guida […] Resto in attesa per sincerarmi che ho capito la sua richiesta, rispondendo a questa email. Grazie di aver contattato Facebook e buona giornata. Cordiali saluti».

In pratica, invece di darci una risposta intellegibile a giustificazione del diniego di pubblicizzare un articolo che critica in termini politici Giuseppe Conte, quelli di Facebook hanno continuato a fare gli indiani perché, pare di capire dalla risposta, l’autostrada Salerno – Reggio Calabria e le conferenze stampa di Conte sono diventate,  pensate un po’ voi, un problema sociale per trattare il quale occorre farsi identificare come dei delinquenti con documenti alla mano, dal social di Zuckerberg … una roba del genere non avveniva neppure ai tempi della dittatura fascista!

Ebbene, se queste sono le “regole”, rifiutiamo la pubblicità perché non intendiamo soggiacere a condizionamenti provenienti dall’alto, e l’evenienza di poter essere eventualmente bannati per ritorsione non ci spaventa, perché siamo noi più forti di Facebook, che sarà pure una potenza economica e mediatica, con un’armata di avvocati al seguito, ma noi abbiamo una forza che loro, adoratori e, allo stesso tempo, vittime del dio-denaro, non hanno: la fede civile, quella fede che costruisce la libertà di pensiero e muove le rivoluzioni. Perché – è soltanto una questione di tempo – quando gli esseri umani si accorgeranno di essere diventati larve acefale buone soltanto ad essere pilotate ai consumi, la rivolta globale delle intelligenze sarà inevitabile. Per adesso al clima di intolleranza e d’intimidazione per le idee altrui quando non collimano con quelle dei centri di potere, si sono ribellati i primi 150 intellettuali e uomini di cultura americani mediante un appello pubblicato sulla rivista mensile di politica, cultura e finanza Harper’s Magazine, ma altri se ne aggiungeranno perché, nel bene e nel male, gli USA hanno sempre fatto da apripista dei riflussi intellettuali. Ci piacerebbe vedere in quella lista anche i nomi di alcuni intellettuali nostrani ma sospettiamo che per molti di essi il richiamo della mangiatoia sia più forte dell’indipendenza intellettuale.

Oddio, la potenza economica offre a certi killer della libertà di pensiero, e ai loro complici attivi e passivi, un supporto logistico di non trascurabile importanza, ma si tratta di una potenza effimera, che magari riuscirà anche a vincere alcune battaglie ma alla fine perderà la guerra perché chi si mette contro il popolo alla fine ci si rompe il grugno, come sosteneva l’attore Nino Manfredi in un film. Infatti, come già è avvenuto per i media cartacei, il giorno in cui i cittadini del mondo avranno l’inevitabile crisi di rigetto per social sempre più manipolatori e di parte, molti addetti ai lavori dovranno andare a zappare per campare, e le porte con le quali essi cercheranno di sbarrare l’accesso al libero pensiero saranno inutili, poiché le idee sono come l’acqua: si insinuano per di sotto.

A coloro che hanno svenduto l’indipendenza intellettuale, che non hanno remore a fare le scimmie ammaestrate del potere, diciamo una cosa molto semplice: fate attenzione, sta accadendo che mentre voi continuate a riferire, ai vostri sempre più radi lettori, sugli occhialini da intellettuale di Salvini o sui congiunti arrestati della Cirinnà, sotto i vostri occhi, sta prendendo piede il tentativo di ingabbiare il libero pensiero e imporre la censura preventiva. Ciò in nome di non meglio chiariti algoritmi e regole unilaterali, dimenticando che, oltre a quella professionale, etica e morale, per ognuno di noi esiste la legge dello Stato nazionale (Articolo 21 della Costituzione) a regolare/tutelare l’esercizio e la veicolazione delle idee.

A proposito dello Stato, quali sono le istituzioni che dovrebbero far sentire la loro voce quando vengono disattese le sue leggi e calpestati i diritti dei cittadini? La presidenza della repubblica? Il governo? La corte costituzionale?

Vedete un po’ voi, tanto sono tutti latitanti alla stessa maniera e, temiamo, per la stessa ragione: impedire l’alternanza democratica.

Il grottesco è che costoro giustificano la propria esistenza in vita col fatto di essere – loro! – i difensori della democrazia.