L’attuale governo sta concertando una manovra che prevede un deficit del 2,4%, pari a circa 37 miliardi, mentre il debito al quale si riferisce l’Ue, di 2.300 e dispari miliardi, lo hanno fatto quarant’anni anni di malgoverno dei leader della cosiddetta Prima Repubblica, con in testa Berlusconi e il Pd. Scaricare, quindi, su questo governo – che è in carica da appena 270 giorni! – le colpe è fuorviante se non addirittura intellettualmente criminale
– Silvio Cortina Bascetto –
Dopo i disordini delle scorse settimane, il presidente francese Macron ha annunciato onerosi provvedimenti per andare incontro alle rivendicazioni innescate dalla protesta dei gilet gialli, ammettendo di aver fatto errori nella sua azione di governo.
Ci felicitiamo che il capo di stato francese faccia mea culpa e non, invece, come certi noti galletti nostrani che, dopo quattro anni di malgoverno, ancora danno agli altri la colpa della situazione disastrosa nella quale versano l’Italia e il loro stesso partito!
Ma la questione ora è che la Francia, che già viaggiava con un deficit previsto al 2,8%, con i provvedimenti annunciati da Macron si avvii a sforare la fatidica soglia del 3% prevista dagli accordi dell’eurozona, si parla del 3,5%.
Naturalmente qualcuno già annuncia che deve partire la procedura di infrazione, esattamente come rischia di essere fatto con l’Italia. Ma qui il commissario Moscovici cala il suo asso e sostiene che superare il 3% può essere utile per rilanciare l’economia, nell’ambito però di un debito sostenibile, poiché il debito francese è al 90% del Pil mentre quello nostro è superiore al 130%.
E qui vengono fuori alcune domande. Chi stabilisce quando un debito è sostenibile oppure no? Moscovici? Cioè un socialista francese che non ha più neppure un partito? Il suo vice Dombrovskis, un altro socialista lettone? Oppure il presidente della Commissione europea, Juncker, nei suoi rari momenti di lucidità… Cicero pro vino suo?
Ma poi il debito italiano chi lo ha fatto? L’attuale governo sta concertando una manovra che prevede un deficit del 2,4%, pari a circa 37 miliardi, mentre il debito al quale si riferisce l’Ue, di 2.300 e dispari miliardi, lo hanno fatto quarant’anni anni di malgoverno dei leader della cosiddetta Prima Repubblica, con in testa Berlusconi e il Pd. Scaricare, quindi, su questo governo – che è in carica da appena 270 giorni! – le colpe è intellettualmente criminale.
Guarda caso chi assunse l’impegno di tenere il deficit al 1,6% per questo anno fu il solito Pd di Gentiloni che, avendo subodorato l’aria di cambiamento che tirava, mirava a tarpare le ali a qualunque idea di rilancio che potesse avere in testa il nuovo governo, togliendogli tutti i margini economici per una manovra espansiva.
Infine, se Moscovici, il numero uno europeo per l’economia (poveri noi!), sostiene che può essere utile sforare il 3% per rilanciare l’economia, ci aspettiamo che presto l’Ue sieda ad un tavolo per rivedere certi limiti assurdi imposti nel trattato di Maastricht che, alla luce delle nuove esigenze di alcune economie europee, vanno superati. A maggior ragione dopo aver visto i disastrosi risultati della politica di austerità che, in pratica, ha giovato soltanto alla Germania.
Se aumentare la spesa pubblica fa bene alle economie in stagnazione (sulla spesa pubblica Roosevelt ci fondò il New Deal) è evidente che bisogna permetterlo a quei Paesi che ne abbiano bisogno e non fare, invece, come è stato fatto con la Grecia dove la “solidarietà” europea e l’austerità hanno ridotto quel Paese in miseria.
L’Ue fu concepita, invece, per migliorare la situazione economica dei popoli che ne fanno parte allo scopo di rendere migliore la loro vita. E parliamo della vita di tutti e non soltanto di quella dei tedeschi, non soltanto di quella dei francesi, non soltanto dei banchieri, non soltanto delle multinazionali.
E poi dicono che uno si butta sul populismo.