“Merde Alors!” Il ruggito dei ministri europei!

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By Cybergeppetto

Oggi è una giornata di merda per l’informazione ed un sussulto d’orgoglio per i governanti mitteleuropei. L’informazione nazionale ha oggi l’ingrato compito di dover tradurre l’espressione “Merde alors!” che il ministro del Lussemburgo, Jean Asselborn, ha rivolto al ministro Salvini in segno di dissenso nel corso di un animato vertice interministeriale incentrato sui migranti.

Secondo il sito di Ansa, “merde alors!” vuol dire semplicemente “diamine…”, con ciò escludendo che l’espressione possa essere considerata contaminata da elementi organici.

Il traduttore di Google, che evidentemente traduce alla lettera, sostiene che l’espressione si possa tradurre con “Merda allora!”, il che non rende il pathos del momento, né dal punto di vista sonoro, né da quello olfattivo.

Il dizionario francese italiano bab.la sostiene invece che l’espressione voglia dire “Porca vacca!”, espressione che non è proprio da galateo diplomatico, con ciò configurando un evidente cambio di passo della diplomazia del vecchio continente.

Il sito “reverso context” ci va giù duro e sostiene che l’espressione incriminata sia volgare a tal punto da poter essere tradotta con “porca miseria!”, porca troia!” e, addirittura, “porca puttana!”.

Noi che eravamo abituati alle dichiarazioni protocollarmente fumose e politicamente corrette, cioè disgustosamente educate, finalmente assistiamo ad un dibattito i cui attori dimostrano un temperamento sanguigno incrociando le loro spade linguistiche senza esclusione di colpi ed all’ultimo sangue lessicale.

Mentre i giornalisti italiani dovranno ruspare nell’humus di questa espressione per determinarne il profilo organico-filologico, noi cittadini italiani possiamo compiacerci della chiarezza con cui le tematiche più importanti della vita comunitaria vengono affrontate, con ciò dissipando le nebbie delle dichiarazioni politiche comunitarie.

I visitatori delle istituzioni europee sono avvisati, chi va a Bruxelles non pensi di fare una gita di piacere, si metta l’elmetto ed il giubbotto antischegge (almeno), meglio quello antiproiettile, a questo punto non si sa che cosa ti può piovere addosso, le deiezioni pan-europee potrebbero essere intrise del più disgustoso humus radical chic.

Ancora più grave potrebbe essere la situazione dei funzionari governativi che andranno a discutere altre tematiche, egualmente o più delicate. Cosa potrebbe succedere al ministro Tria se il governo italiano gli imponesse di richiedere, ad esempio, lo sforamento del 3% del deficit alle istituzioni europee? Al posto del ministro io utilizzerei un veicolo trasporto truppe con adeguata protezione inserendo una squadra meccanizzata dell’Esercito nella delegazione diplomatica. Si sa, da che mondo è mondo, le feluche e le sciabole sono tenute a lavorare assieme. Non si trascuri il fatto che il Commissario europeo al Bilancio, tal Guenther Oettinger, aveva già insultato velatamente gli italiani sostenendo che “i mercati finanziari avrebbero insegnato agli italiani come votare”, non oso immaginare cosa s’inventerà in occasione della prossima controversia.

Quando ero bambino a scuola i miei insegnanti mi spiegavano come sarebbe stata dolce e soave l’Europa, ora che ho i capelli bianchi devo dire che, forse, qualcosa è andato storto.

In ogni caso noi italiani dobbiamo contribuire alla formazione di una cultura genuinamente europea, per tale ragione bisogna che i nostri rappresentanti studino attentamente l’epopea del generale Cambronne, dal quale potremo mutuare un nuovo motto “L’Italia muore, ma non si arrende!” e, dopo la scarica di fucileria organica delle istituzioni europee, potremo anche noi urlare come un sol uomo “Merda!”.