Non può esservi puttanofobia in un Paese la cui storia inizia con il mito di una vestale poco di buono e di una prostituta dal buon cuore, dove oggi il giro d’affari connesso alla prostituzione muove un mercato di oltre quattro miliardi ogni anno, ovvero l’equivalente di una manovra finanziaria aggiuntiva
*****
Da una querelle tra associazioni femministe tipo Non una di meno, Arcilesbica e Unione Donne, dalle quali ci manteniamo alla larga per non perderci nel mare magnum di parole terminanti tutte in “fobia” come omolesbobitransfobia, omofobia, bifobia, transfobia e giù per questa china, è venuto fuori un altro neologismo del quale proprio non si sentiva la mancanza: puttanofobia. Non sappiamo che cosa deciderà sul nuovo termine l’Accademia della Crusca ma, per quanto ne sappiamo, vorrebbe significare paura di quelle signore che nei dibattiti televisivi vengono definite operatrici del sesso, in presenza dei bambini prostituite e in privato puttane. Abbiamo utilizzato il condizionale perché, in realtà, la fobia per le prostitute è soltanto nella zucca ammollata di chi conia certi termini, dal momento che abbiamo chiuso i casini appena 67 anni fa e soltanto nel nostro Paese il giro d’affari connesso alla prostituzione muove un mercato di quattro miliardi. (Fonte: Codacons del 14 ottobre 2022, cioè in piena pandemia). Avete capito bene, in Italia il business della prostituzione vale 4.000 milioni di euro! Come dire l’equivalente di una manovra finanziaria aggiuntiva.
Insomma, eccetto qualche incallita bizzochera e alcuni preti cattolici di vecchia scuola (perché quelli giovani pure soggiacciono alle debolezze della carne…), nel nostro Paese di puttanofobi non crediamo ve ne siano molti. E poi, la storia ce lo vogliamo mettere? Il mito fondante della nostra civiltà, la caput mundi, la madre delle genti è l’alma Roma. Ma il mito fondante di Roma chi è? Romolo, direte voi all’unisono! Ed è vero. Ma Romolo e il gemello Remo non erano forse i figli di una monaca un po’ puttanona, perché tradì il voto di castità fatto agli dei, e quasi infanticida, quale fu Rea Silvia? E non furono essi allevati da un’altra, mitica puttanona di professione, ma dal buon cuore, a nome Acca Larenzia? Ma possiamo venire anche più in avanti, al tempo del Risorgimento. Nel 1860, dopo una lunga serie di tragicomici illanguidimenti e letterine da adolescente, il cinquantatreenne Giuseppe Garibaldi finalmente sposò, a Fino Mornasco, una ragazzina neppure diciannovenne, la Marchesina Giuseppina Raimondi.
Ebbene, all’uscita dalla chiesetta, dove si era celebrato il rito religioso, qualcuno che non volle farsi i cazzi suoi mise in mano al trepidante e attempato sposo una lettera, ovviamente anonima, con la quale lo informava che la sposina portava in grembo il figlio di un altro, che – il massimo della figura di merda! – era un Ufficiale aspirante garibaldino. A quel punto il corteo nuziale ritornò nella sagrestia e, alla sua ammissione, Garibaldi tentò di fracassare una sedia sulla testa della per niente illibata sposina gridando, in modo chiaro e forte: «Signora, siete una puttana!».
Nonostante gli scarsi mezzi di comunicazione allora esistenti, la notizia delle corna rimediate da una ragazzina dall’intemerato brando del Risorgimento, da uno dei padri della Patria, si diffuse rapidamente in Italia e in Europa, facendo a pezzi la figura e il morale di Garibaldi. Così, per riabilitarsi agli occhi degli italiani, il 5 maggio del 1860, assieme ad un migliaio d’individui di ogni risma, egli si votò ad una disperata impresa come la conquista del Regno delle Due Sicilie che aveva un esercito di 80.000 uomini, l’impresa che comunque portò all’Unità d’Italia. Ciò grazie alle corna di una signora un po’ puttana, per dirla alla maniera di Garibaldi che la conosceva bene per averla sposata e alla quale, suo malgrado, rimase giuridicamente legato per tutta la vita perché all’epoca in Italia non esisteva ancora il divorzio. Dunque, passino pure astruserie come omolesbobitransfobico, omofobico, bifobico, transfobico e fesserie simili ma, per favore, gli italiani puttanofobi proprio no… semmai puttanieri. Non vi pare?
Potrebbe interessarti anche I burocrati europei si scoprono condottieri