Le vere vittime restano in Africa

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La Chiesa e i “vaticanisti” fingono di non vedere il fatto che le autentiche vittime sono quelle che restano in Africa senza protezione, senza cibo, senza medicine, vittime di governi corrotti, feroci e inefficienti, oltre che di quei Paesi ricchi che si stanno mangiando l’Africa con il Land grabbing all’insegna del paradosso di una terra che, pur abitata da gente che muore di fame, deve sfamare Paesi ricchissimi come la Cina, l’Arabia Saudita 
– Silvio Cortina Bascetto – 

Con l’avvento del nuovo governo PD-M5S è ripreso con maggior lena il traffico di esseri umani nel Mediterraneo, costringendoci ancora una volta a domandarci dove siano veramente le vittime della guerra, della fame e della miseria, ma in questo chi dovrebbe aiutarci non ci aiuta con la verità.

 Sul quotidiano online “Avvenire” edito dalla CEI – Conferenza Episcopale Italiana, il giornalista Paolo Lambruschi, nell’edizione dello scorso 31 gennaio, ipotizzò che alcuni migranti vengano rapiti per essere poi liberati dopo il pagamento di un riscatto. Secondo lui, infatti, in Libia c’è da stare attenti a camminare per le strade perché infestate da sequestratori che vanno in giro a catturare migranti per poi rinchiuderli in appositi “centrali del sequestro”, alla faccia di polizia, milizie e agenzie internazionali presenti in Libia. 

Anche a voler prendere per buone le cose che scritte da Lambruschi, peraltro non supportate da nessun documento ufficiale e da nessuna testimonianza di agenzia internazionale, come si spiegano le unghie laccate di alcune donne e le catenine d’oro al collo dei migranti provenienti da siffatti “lager”, oltre al telefonino ultimo grido con ricarica telefonica? 

L’ipotesi più vicina alla realtà è, probabilmente, quella che molti migranti finiscono nelle carceri libiche – che sono in linea con lo standard delle carceri africane – perché commettono reati di ogni tipo per procurarsi la somma da versare agli scafisti per la traversata, come furti, rapine, spaccio di droga e prostituzione, o meglio di donne offerte come pagamento: questo spiega in parte il perché del cospicuo arrivo di donne incinte e tutte vittime di stupri per loro dichiarazione. 

La storia del riscatto è, invece, la storia della corruzione della polizia libica che, una volta incassata la tangentepedaggio, rimette i delinquenti in libertà i quali, appena liberi, vanno a cercare lo scafista “migliore” sulla piazza per attraversare anch’essi il Mediterraneo mescolati con i migranti economici. E non è neppure dimostrato che, nonostante la situazione di tregua armata, la Libia sia diventata invivibile dal momento che tra i migranti di libici non se ne vedono. 

Nonostante la ricostruzione mitologica di Paolo Lambruschi, non è del tutto inverosimile che, assieme agli immigrati economici, ci stia arrivando una bella infornata di veri e propri delinquenti anche se, come al solito, “Avvenire” spaccia i carnefici per vittime. 

Peraltro tutti e due, Lambruschi e il quotidiano della CEI, fingono di non vedere il fatto che le autentiche vittime sono quelle che restano in Africa senza protezione, senza cibo, senza medicine, vittime di governi corrotti, feroci e inefficienti, oltre che di quei Paesi ricchi (Cina, Emirati Arabi, eccetera) che si stanno mangiando l’Africa con il Land grabbing.