Le vacche e il fumo delle sigarette dei milanesi

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Ieri il sindaco Giuseppe Sala ha annunciato che quando prima nel capoluogo lombardo sarà proibito fumare all’aperto, incurante del ridicolo e del fatto che, oltre alla particolare collocazione geografica, Milano deve il 64% dei suoi secolari problemi con lo smog agli impianti di riscaldamento e non certo alle cicche dei milanesi. Però fa molto fico prendere posizione contro i fumatori
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Probabilmente il degrado ambientale sul nostro pianeta iniziò col primo Homo che dissotterrò un tubero per potersene cibare e, benché secondo la scienza siano passati più o meno 200.000 anni da allora, la terra generosa ci sostiene ancora, nonostante oggi ci vivano sopra sette miliardi di individui egoisti, devastatori e privi di una sincera cultura ambientalista. Poi, molto tempo prima del gretismo prêt-à-porter, qualcosa incominciò a cambiare perché iniziammo pian piano a realizzare di stare a segare il ramo sul quale eravamo seduti, dal momento che la nostra specie può sopravvivere sulla terra soltanto se si pone in equilibrio con Madre Natura. Ma da questo a pensare di poter ritornare all’età della pietra ne passa.

Siccome, però, noi perfettissimi esseri umani non vogliamo ammettere di essere una delle cause dei disastri ambientali sulla terra (il resto lo fanno le cicliche varianze del sole), allora ogni tanto abbiamo bisogno di trovare un nemico dell’ambiente all’esterno di noi, fornendo così anche un alibi alla classe politica e dirigente che in questi anni, sul tema, non è riuscita ad andare oltre triti slogan ed ininfluenti misure legislative: prima furono i gas di scarico della auto, poi i fumi delle industrie e, infine, le scoregge dei bovini ad aver provocato il buco nell’ozono e l’effetto serra. Pertanto, visto che ormai tutte le auto hanno la marmitta catalitica e le ciminiere delle poche industrie ancora aperte i depuratori, oggi verrebbe da pensare che la “febbre” del nostro pianeta ed i guai dell’atmosfera che lo circonda siano da attribuire per buona parte alle scoregge delle vacche.

Infatti, nel 2009 a Bruxelles (e dove sennò), vi fu qualcuno che prese sul serio il problema dei sommovimenti intestinali di questi pacifici ruminanti: l’eurodeputato tedesco Karl-Heinz Florenz redasse una corposa relazione per il Parlamento Europeo, nella quale sostenne che lo strato di ozono era così compromesso che bisognava cambiare l’alimentazione dei bovini, al fine – anche lui! – di farli scoreggiare di meno e ridurre, così, le emissioni di metano nell’atmosfera. Ma, come appresso vedremo, Florenz non fu il solo a muoversi sul sottile filo del ridicolo su di un problema che, invece, andrebbe affrontato con un minimo di serietà scientifica, invece di inseguire fideisticamente una ragazzina svedese, Greta Thunberg, che da anni marina la scuola per andare in giro per il mondo a fare la prefica degli ambientalisti della pancia e non della testa, e non della scienza che pure sostiene ben altro.

Ieri a rendersi ridicolo ci ha provato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, disvelando alla stampa le sue intenzioni per il futuro: «… non permetteremo più di fumare all’aperto e a breve alle fermate dell’autobus o durante le code per i nostri servizi non si fumerà più». Evidentemente Sala pensa di poter rubare il mestiere ai fanatici preti islamisti per i quali – dove vige la sharia – il vizio è un peccato che, in quanto tale, deve soggiacere alla legge coranica.

E poi, siamo seri, oltre alla particolare collocazione geografica, Milano deve il 64% dei suoi secolari problemi con lo smog agli impianti di riscaldamento (dato del Politecnico di Milano riferito al 2017) e non certo alle cicche dei milanesi. Però fa molto fico prendere posizione contro i fumatori in una città che, tra l’altro, secondo la stima 2016 dell’Istituto di ricerca farmacologica “Mario Negri”, è una delle capitali europee della droga, dove si consumano 10.000 dosi di cocaina al giorno. Per il sindaco piddino di Milano, però, è più polically correct prendersela con i tabagisti piuttosto che con drogati che di santi in paradiso ne hanno tanti…

Ma sull’importante tema del cambiamento climatico e sul degrado ambientale il mainstream italiano ed europeo non è più credibile perché continua ad impiantare la propria strategia sull’occlusione, in qualche maniera, dello sfintere delle benemerite vacche o sulle volate di fumo dei clienti del Monopolio di Stato che si fuma (lui!) il 77% del costo di ogni sigaretta venduta in Italia.

Suvvia, sindaco Sala, anche per fare una marchetta al politicamente corretto ci vorrebbe un po’ di senso della misura.

(Vignetta di Donato Tesauro)