Mentre in Italia oltre alle medicine spesso e malvolentieri bisogna pagarsi, in tutto o in parte, anche costosi esami clinici, negli Usa si finanziano addirittura ricerche come quella sulla causa delle puzzette ad alta quota, o High altude flatus expulsion, un’evenienza che potrebbe angustiarci le vacanze alpestri
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L’estate è alle porte e, pandemia permettendo, tra qualche mese ce ne andremo al mare o in montagna a riprendere forze e fiducia, dopo due lockdown e un anno e mezzo di minchionerie fatte e/o dette dai nostri impavidi quanto inutili politici. Però, a quelli che sceglieranno la montagna per le loro vacanze, suggeriamo di optare per delle località che si trovino, rigorosamente, a meno di tremila metri di quota.
Per quale ragione?
State un po’ a sentire e capirete il perché del suggerimento.
Qualche anno fa due scienziati della Temple University Hospital di Filadelfia hanno comunicato al mondo di avere scoperto la sindrome Hafe (High altude flatus expulsion), quella da cui verrebbero colpiti coloro che salgono oltre i tremila metri. Gli effetti più avvertibili di tale sindrome, secondo la scoperta dei due scienziati, sarebbe un grande accumulo di aria nell’intestino e conseguente produzione di sonori scoreggioni perché, a loro dire, «La sindrome è strettamente associata alla salita ed è caratterizzata da un aumento sia del volume che della frequenza del passaggio di flatulenze, che avviene spontaneamente durante la salita ad altitudini di 11.000 (3.300 metri) piedi o superiori. Può comunque rappresentare un disagio significativo per coloro che preferiscono camminare in compagnia in montagna». E lo crediamo!
A questo punto il mare, il lago e la montagna sotto i tremila metri sono la soluzione migliore per trascorrervi un periodo di vacanze serene e, soprattutto, senza imbarazzanti sonorità moleste. E se sentite l’insopprimibile fascino delle alte quote, non fate l’ascesa in compagnia di estranei, men che mai fate una cordata dove, di solito, si procede uno dietro l’altro… e se proprio dovesse scapparvene una per causa di forza maggiore, prendetela con filosofia, magari facendo il simpaticone iniziando a declamare ad alta voce un verso dell’Inferno di Dante (Quest’anno è il settimo centenario della sua morte…) a proposito del capo-diavolo Barbariccia:« Ed elli avea del cul fatto trombetta».
Non sappiamo quanti tra i molti cultori della Divina Commedia apprezzerebbero cotanta improntitudine, ma almeno passereste per scoreggioni sapienti.