La sindrome di Narni della Sinistra italiana

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Quei geni della comunicazione di Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza si sono presentati – tutti insieme appassionatamente – a Narni, ovvero in una regione in cui, essendo stata rossa per mezzo secolo, i suoi abitanti li hanno aspettati con i conati di vomito già pronti nella matita con la quale marcare la scheda elettorale. Insomma, la trasferta del “quartetto incredibile” è stata come il far vedere al marito cornuto la foto del tradimento della moglie con l’intento di favorire una loro riconciliazione
– Enzo Ciaraffa – 

Stando alle prime proiezioni del risultato elettorale in Umbria per la Sinistra è lo sfacelo totale! Ma partiamo dagli inizi. 

Narni è un bel paesone del ternano dove, a chiusura della campagna elettorale per l’elezione della giunta regionale umbra, Conte, Speranza, Di Maio e Zingaretti lo scorso 25 ottobre si sono ritrovati per presentare, a loro dire, il programma di governo appena varato “salvo alcune intese” però. In realtà essi si sono ritrovati per sostenere il candidato del PD+M5S Vincenzo Bianconi ma, soprattutto, per condividere in parti uguali la sconfitta, tant’è che Renzi ha pensato bene di defilarsi come per dire «È soltanto roba vostra». In effetti, per illustrare il programma di governo agli italiani, sarebbe stata sufficiente la sala stampa di Palazzo Chigi e non invece pagare la scorta e la diaria al capo del governo, al ministro della salute e al ministro degli esteri per andare a presentarlo sul fiume Nera. Ma della Sinistra nessuno poteva starsene a casa perché la posta politica in gioco era molto più alta di quanto suggeriva il modesto numero degli elettori umbri, trattandosi infatti della prima votazione dopo la formazione dell’impensabile governo giallorosso

I supporter del PD e del M5S sono stati anche le televisioni e i giornali che hanno avuto quali Sturmtruppen la RAI, la Repubblica, La7 e il Fatto Quotidiano. Infatti, il giorno prima dell’apertura delle urne, il Tiggì Uno delle 13,30 ha dedicato quasi 15 minuti al governo ed ai suoi protagonisti; il quotidiano scalfariano ha pubblicato un attacco personale contro Giorgia Meloni, in quanto donna e mamma, che definire squallido e sessista  è un eufemismo; La7 ha trasmesso il film antinazista “Giovani ribelli” (della serie “può capitare anche a voi se non votate a sinistra!”); il quotidiano di Travaglio – immarcescibile nei suoi odi – ha riportato che Berlusconi, a chiusura della campagna elettorale, avrebbe sbertucciato San Francesco, un santo umbro ovviamente, perché ha scherzato sul fatto che in un quadro il patrono d’Italia è rappresentato con le orecchie a sventola.  

Siccome nel nostro Paese all’indecenza non v’è più limite, ormai, facciamo finta che i media siano veramente super partes e che la trasferta del governo sia stata una cosa normale in campagna elettorale, soffermandoci invece sull’ingenuità politica e sulla poca avvedutezza psicologica dei “governativi itineranti” di Narni. Non credo occorressero i grandi guru della comunicazione e/o degli istituti demoscopici per capire che in questi ultimi mesi i più odiati partiti italiani sono stati il PD e il M5S – che non sono ben visti neppure dai loro stessi elettori –  per aver totalmente sovvertito il mandato da loro ricevuto in cabina elettorale, un mandato che era chiaro nella sua nettezza: mai insieme! 

E che cosa hanno fatto quei geni della comunicazione di Conte, Zingaretti, Di Maio e Speranza? Si sono presentati – tutti insieme appassionatamente – a Narni, ovvero in una regione in cui, essendo stata rossa per mezzo secolo, i suoi abitanti li hanno aspettati con i conati di vomito già pronti nella matita con la quale marcare la scheda elettorale. Insomma, la trasferta narnese del “quartetto incredibile” è stata come il far vedere al marito cornuto la foto del tradimento della moglie sperando, così, in una loro riconciliazione.  

Oddio, non è che adesso il Centrodestra vittorioso in Umbria non abbia i suoi problemi da risolvere, a partire dai nuovi rapporti di forza all’interno della coalizione e dallo spoils system degli apparati regionali che, in mezzo secolo di potere indiscusso della Sinistra, sono diventati più inamovibili del calcestruzzo e molto più pericolosi dei partigiani, occulti e palesi, della Sinistra. 

Ma il Centrodestra di problemi da risolvere ne ha anche a livello nazionale dal momento che Forza Italia non regge più le gestioni proconsolari dei capataz berlusconiani, Fratelli d’Italia ancora non ha chiarito gli equivoci che ha alla sua destra – Casa Pound ad esempio – e Salvini che continua ad annaspare nelle incertezze di una Lega che non sa decidere se vuole essere un partito nazionale o soltanto banalmente lombardo. Con la prospettiva, per Salvini, di farsi trovare impreparato a raccogliere l’eredità di Forza Italia che, dopo Berlusconi, si riciclerà in Italia Viva di Renzi, in Fratelli d’Italia e, appunto, nella Lega. 

Ma chi da stanotte dormirà col Valium sul comodino saranno Conte (che dal Financial Times ha ricevuto altre brutte nuove…) e Di Maio i quali, poveretti, iniziano già a domandarsi se i loro sogni di imperitura gloria politica non stiano per trasformarsi in incubi. Sul loro principale alleato, il segretario del PD Zingaretti, invece neppure ci pronunciamo perché quel partito, in realtà, non ha un segretario, e se lo ha non è certo Zingaretti.

Insomma in Umbria la Sinistra italiana è riuscita, con sconcertante capacità, a dare il via alla partenza della propria catastrofe politica come non avrebbe saputo fare neppure il suo peggior nemico, Salvini, affetta com’è da quella che ormai possiamo chiamare “Sindrome di Narni”.