Mattarella, la sua rielezione è stata il suicidio del Parlamento

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Se Mattarella non si metteva a covare l’uovo di Mario Draghi al Quirinale questi se ne sarebbe andato e addio allocazione dei fondi del Pnrr e al 30% che l’Unione Europea vorrebbe sottrarre al budget destinato all’Italia per dirottarlo sulla Germania. Ma è stato un ricatto bello e buono, pensa qualcuno, e si sbaglia! Questo è il suicidio della Repubblica italiana, la fine della parodia di un Parlamento che, per la seconda volta in sette anni, si è rivelato incapace di dare un presidente nuovo agli italiani

– Enzo Ciaraffa –

I capigruppo che sorreggono il governo di Mario Draghi si sono recati al Quirinale per implorare il presidente Mattarella di rimanere al suo posto, smentendo in poche ore quell’itinerante incapace di Salvini che, dopo aver bruciato la candidatura del presidente del Senato Casellati, appena iersera aveva lasciato intendere che i leader della maggioranza di governo si erano accordati con lui sul nome di un’altra donna di prestigio.

E, in verità, avevo pensato si riferisse al capo dei servizi segreti Elisabetta Belloni. Tutt’altro, il capo della Lega è stato preso ancora una volta per il culo, stavolta dai centristi della sua coalizione, esattamente come fece Renzi ai tempi del Papeete. Sì perché nonostante il suo agitarsi nelle improbabili vesti di king maker del presidente della Repubblica, è stato scaricato da Silvio Berlusconi che a capo ormai di un partito balcanizzato, ha sempre tifato per Draghi a Palazzo Chigi, sicché si è puntualmente avverato quanto avevamo previsto in tempi non sospetti, lo scorso 23 dicembre, in una letterina natalizia diretta a Mattarella su questo blog: «Presidente Mattarella, lei è un corregionale dello scrittore siciliano Tomasi di Lampedusa e perciò non le verrò a spiegare il significato del pensiero che questi mise in bocca a Tancredi, il nipote del Il Gattopardo, a proposito dell’Unità d’Italia: Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». E infatti non è cambiato niente e, perciò, il rieletto dovrà di nuovo svuotare le scatole del suo trasloco, se le ha mai veramente riempite.

Infatti, stando a quanto si apprende dalle dichiarazioni dei vari capataz politici, pare che l’attuale inquilino del Quirinale abbia deciso, senza schermaglie o resistenze, di accettare la richiesta dei “sudditi” a rimanere al suo posto per il bene della Patria, in realtà per tenere la poltrona quirinalesca in caldo a Mario Draghi il quale, per chi non lo avesse ancora capito, o va al Quirinale, o se ne va a casa mandando in malora le malmesse forze politiche che ne sostengono il governo e che hanno il terrore di sottoporsi al giudizio degli elettori in caso di elezioni anticipate. D’altronde, se ciò accadesse, addio alla gestione della pandemia, addio allocazione dei fondi del Pnrr e al 30% che l’Ue vorrebbe sottrare al budget desinato all’Italia per dirottarlo sulla Germania. Ma è un ricatto bello e buono, pensa qualcuno, e si sbaglia! Questa è la fine del Parlamento che, per la seconda volta in sette anni, si è rivelato incapace di dare un nuovo presidente della Repubblica agli italiani. 

Ma è anche il canto del cigno di questa democrazia da operetta dove il capo dei servizi segreti può essere tranquillamente prescelto per diventare presidente della Repubblica e un tecnico, non eletto da nessuno, può imporre le sue scelte al Parlamento e, indirettamente, allo stesso presidente della Repubblica appena (ri)eletto che non sappiamo per quanto tempo vorrà covare al Quirinale l’uovo del suo primo ministro. Sospettiamo per qualche annetto.

Se il Paese non imploderà prima.

P.S. – Ci voleva il Centrodestra per far sembrare Ottone di Bismark il segretario del PD.

(Copertina di Laura Zaroli)

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