La maestra Brigitte salverà la Francia dal presidente Macron

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In questo momento il presidente Macron è l’uomo più inviso ai francesi. Sta sulle scatole ai vertici militari, ai lepenisti, ai lavoratori per la sua riforma delle pensioni e agli agricoltori. Ma è in politica estera che ha superato se stesso riuscendo nell’impresa di farsi mandare congiuntamente a quel paese dai membri della Nato, dell’Ue e dall’Amministrazione americana

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In un’intervista televisiva Vittorio Feltri con parole al vetriolo, riferendosi al presidente francese Macron, ha di recente dichiarato di non avere in estimazione un tizio senza testa che, tra l’altro, va a letto con la nonna: effettivamente la première dame di Francia Brigitte Marie-Claude Trogneux Macron ha un quarto di secolo di età più del presidenziale consorte. Ma per quanto ci riguarda, anche se il presidente francese andasse a letto con la mummia della regina egiziana Nefertiti, se lo meritasse non avremmo nessun problema a dare un buon giudizio sul suo operato in Francia e in Europa.

E, invece, per quanto riguarda la politica interna dobbiamo rilevare che in questo momento egli è l’uomo più inviso alla maggior parte dei francesi: sta sulle palle ai vertici militari, ai lepenisti, ai lavoratori per la sua riforma delle pensioni e agli agricoltori che il 24 febbraio lo hanno duramente contestato all’apertura del Salone dell’Agricoltura di Parigi. Ma è in politica estera che il presidente francese ha superato se stesso, riuscendo nell’impresa di farsi mandare congiuntamente e pressoché letteralmente affanculo dai Paesi della Nato, dell’Ue e dall’Amministrazione americana.

Il vaffa inter-atlantico è andato in scena alla Conferenza di Parigi sull’Ucraina, dove Macron, oltre agli aiuti in armi e munizioni, ha vagheggiato l’invio di truppe occidentali in quel teatro di guerra: ma come, nel 2022 voleva il dialogo con Putin a ogni costo e adesso è addirittura propenso a mandare i suoi soldati contro l’Armata Rossa? Ovviamente nessuno lo ha preso sul serio, né a Parigi, né a Bruxelles, né a Washington e meno che mai a Mosca, anzi, la presa di distanza degli alleati dalla sua proposta è stata così immediata e netta da costringerlo a una rapida, invereconda, marcia indietro. A quel punto il compagno Putin, cui non manca certo una demolente ironia, ha ricordato a Macron la fine che fece in Russia Napoleone nel 1812 e, visto che c’era, è tornato a minacciare l’Occidente con le sue bombe atomiche.

Pur senza addentrarci nei massimi sistemi della politica estera e della strategia dei Paesi occidentali, non riusciamo a guardare con serenità al futuro quando pensiamo che, tra pochi mesi, la maggior potenza militare al mondo sarà governata o da un ottuagenario rintronato, o da un miliardario, quasi altrettanto vecchio e acceso antiglobalista. Ma se per gli Usa dobbiamo aspettare il responso degli elettori americani il prossimo mese di novembre quando si voterà per la Casa Bianca, per il ritorno della Francia con i piedi per terra possiamo contare fin da subito sulla première dame Brigitte, che è un’ex insegnante, affinché costringa il suo ragazzino-presidente a studiare meglio la storia europea degli ultimi cento anni per capire a quali catastrofi possa condurre una mossa azzardata quando si trovano di fronte eserciti con le armi al piede. A monsieur le président non guasterebbe neppure un’eventuale rilettura del libro “Guerra e pace” di Tolstoj. No, meglio iniziare con un’opera di Dostoevskij: L’idiota.

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