La disfida di Bruxelles e il carrello della spesa

Share
L’Unione Europea avrebbe dovuto essere un’istituzione vicina alle concrete esigenze dei suoi aderenti, ma ogni volta che si è fatto un referendum sulle sue proposte i cittadini lo hanno snobbato, perché “cosa” calata dall’alto e per di più incomprensibile. Così, anche quando Bruxelles ha chiesto nuove cessioni di sovranità ai Paesi che ne fanno parte, il cittadino comune ha storto il naso sospettando che queste richieste, in un modo o nell’altro, sarebbero andate a colpire il suo portafoglio com’è sempre accaduto

– Francesco Cosimato*-

Questi tempi di guerra (ancora) convenzionale in Europa rendono drammaticamente evidente quanto sia debole e inconsistente l’idea di una comune casa europea per i popoli che abitano il Vecchio Continente: per decenni ci siamo cullati sul sogno degli Stati Uniti d’Europa, ma quando poi si doveva prendere una decisione, ogni Stato europeo ha badato al proprio interesse, come dire al carrello della spesa. Non a caso, ogni volta che si è fatto un referendum sulle sue proposte i cittadini lo hanno snobbato, perché “cosa” calata dall’alto e per di più incomprensibile. Così, anche quando i suoi burocrati hanno chiesto nuove cessioni di sovranità ai Paesi aderenti, il cittadino comune ha storto il naso sospettando che queste richieste, in un modo o nell’altro, sarebbero andate a colpire il suo portafoglio com’è sempre accaduto.

L’Unione europea avrebbe dovuto essere un’opportunità di carattere economico, ma le regole di Bruxelles appaiono gestite per dar vantaggi all’asse franco-tedesco, agli altri soltanto le briciole mentre l’economia europea, energivora e priva di consistenti materie prime, sta da tempo al palo. Non parliamo, poi, della nostra classe politica che, poco avvezza ai tecnicismi europei, rimedia costantemente un sacco di schiaffi: non sembra voler capire che dietro i grandi princìpi radical chic, come l’ecologia, il green, eccetera si celano dei precisi interessi industriali.

L’Unione europea si accreditava come istituzione sovrannazionale capace di risolvere le crisi mettendo in comune il peso degli Stati membri, ma la confusione generatasi con la pandemia ha dimostrato ampiamente il contrario. In Italia, per soprammercato, abbiamo dovuto affidare ai militari perfino la distribuzione delle siringhe stante l’incapacità della classe dirigente.

Bruxelles si è dotata di una politica estera di sicurezza comune ma, da Javier Solana a Josep Borrell, passando per Federica Mogherini, è emerso chiaramente che gli Stati dell’Unione non hanno una diffusa visione comune e i viaggi all’estero del suo alto rappresentante sono diventati un rito stanco e inutile.

Le classi dirigenti europee ripetevano senza sosta il mantra di un’Unione che avrebbe evitato le guerre, ma la Francia è riuscita a distruggere questo mito attraverso la sciagurata, e criminale, guerra contro la Libia, ottenendo peraltro il risultato di esservi estromessa dai russi e dai turchi. Evidentemente ai francesi interessava soltanto togliere un po’ di petrolio all’Italia, alla faccia dell’Europa. Putin, Erdogan e Biden (Obama) ancora la ringraziano.

La guerra che si sta svolgendo in Ucraina è il risultato del confronto geopolitico tra Usa e Russia, confronto in cui le nostre istituzioni comunitarie non toccano palla. Eppure, stante i precedenti storici, l’idea di una guerra convenzionale sul suolo europeo dovrebbe essere assolutamente intollerabile alle nostre classi dirigenti, ma nessuno reagisce in maniera da indurre Usa e Russia a negoziare. A riguardo, giova ricordare che un’iniziativa diplomatica europea, gli accordi di Minsk, è stata apertamente sabotata dagli ucraini con l’appoggio americano.

Il 13 febbraio del 1503 un gruppo di cavalieri italiani riscattò l’onore di un popolo diviso e umiliato nella disfida di Barletta, parliamo di un evento curioso, ma significativo della storia d’Italia… pensate ci siano oggi dei cavalieri europei in grado di riscattare l’onore dei loro popoli contro le ingerenze russe e americane? Ci sarà una nuova “disfida di Bruxelles”? E, più terra-terra, quanto tempo reggerà ancora il carrello della spesa degli italiani prima di esplodere grazie al combinato disposto di inflazione, aumento vertiginoso del costo dell’energia e delle derrate alimentari?

* Generale di Brigata a riposo

Potrebbe interessarti anche Jan Všetula, un Ceco innamorato dell’Italia