La campana a morto suona per tutti

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In Siria alcuni Paesi democratici, pur dichiarandosi a favore della pace, hanno unilateralmente attaccato uno Stato che non aveva arrecato loro alcun danno, e per di più senza mandato Onu

– Silvio Cortina –

Il recente lancio di oltre 100 missili da parte di navi ed aerei di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia contro i presunti siti di produzione e stoccaggio di armi chimiche della Siria è una dimostrazione di quanto le democrazie occidentali siano degenerate, non esimendosi neppure di ricorrere alle mistificazioni. Ricordo che alle scuole superiori si studiava di come i nazisti avessero fatto vestire alcuni reparti della Wermacht da militari polacchi per addebitare a loro l’inizio delle ostilità che il 1° settembre del 1939 iniziarono l’invasione della Polonia e, quindi, la II Guerra Mondiale: e giù a esecrare e ad additare al mondo la doppiezza e la cattiveria di quel governo. La stessa cosa fece l’Italia fascista prima di attaccare la Grecia l’anno dopo. E che cosa si è sentito e visto poche ore fa? Alcuni Paesi democratici che, pur dichiarandosi a favore della pace, hanno unilateralmente attaccato uno Stato che non aveva arrecato loro alcun danno, e per di più senza mandato Onu.

Fatto ancora più grave è stato coinvolgere di nuovo la Nato, come avvenne per la Libia, quale struttura di comando e controllo delle operazioni: un’organizzazione militare difensiva, come recita il suo statuto, è stata usata per attaccare uno Stato terzo! Ci deve anche far riflettere come dei capi di governo e di Stato democraticamente eletti si siano arrogati il potere di usare la forza delle armi senza consultare preventivamente i rispettivi parlamenti, e in assenza di qualunque imminente minaccia verso i loro Paesi. E’ stato questo un fatto gravissimo.

L’alibi, cioè l’impiego di armi chimiche da parte di Assad, non ha nessuna consistenza e ciò almeno per tre ragioni. La prima. Non esiste nessuna prova esibibile dell’impiego di armi chimiche, se non un filmato che desta molti sospetti di autenticità. La seconda ragione. Non c’era nessuna urgenza di attaccare e, anzi, sarebbe stato opportuno e saggio aspettare il responso della commissione internazionale che era andata ad indagare sul luogo. La terza ragione. Nessuna Paese può autoproclamarsi paladino dei popoli colpiti da armi chimiche se non su preciso mandato Onu.

Ci sarebbe poi da ridere, se la cosa non fosse tragica, nel riflettere sul come mai, per quaranta persone morte per un presunto e non provato attacco chimico si sia scatenata una tale reazione, e di fronte al mezzo milione di morti siriani per armi convenzionali non si sia fatto niente.

La verità è che Trump, Theresa May e Macron, per tenersi la poltrona salda sotto le terga e procacciare al loro Paesi ingiusti vantaggi di risorse e d’influenza, hanno spudoratamente aggredito il governo di una nazione che non aveva arrecato loro alcun danno.

Caro Silvio,
il concetto che Assad «Non aveva recato loro alcun anno» è, a mio avviso, relativo: oltre ai 500.000 morti, dove li metti il milione e passa di profughi che la guerra di Siria ha “regalato” all’Europa? E la destabilizzazione che Assad sta provocando in quell’area dove scalpitano fucile alla mano Iran, Arabia Saudita, Israele, Turchia e Russia?
Fatta la tara sulle recondite motivazioni degli attaccanti, ciò che il dittatore siriano sta facendo al suo popolo ci riguarda un po’ tutti perché, come insegna John Donne, «Non chiedere mai per chi suoni la campana. Essa suona anche per te».
                                                                                                                           Enzo Ciaraffa