L’Ucraina di Zelensky sta pagando l’equivoco di Norimberga

A couple of Ukrainian soldiers walks hand in hand amid Russian invasion of Ukraine in Kyiv on March 17, 2022, as Russian troops try to encircle the Ukrainian capital as part of their slow-moving offensive. (Photo by Sergei SUPINSKY / AFP)

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Gli Stati Uniti, la Francia e l’Inghilterra stanno pagando, con settantasette anni di ritardo, il conto che avevano in sospeso con la storia: quello di aver consentito la farsa del processo di Norimberga contro i criminali di guerra nazisti dove, al banco dell’accusa e dei giudici, sedevano anche i russi, vale a dire coloro i quali avevano iniziato la guerra sottobraccio a Hitler, prendendosi una parte della Polonia e trucidando, con un colpo alla nuca come loro consuetudine, trentamila appartenenti ai quadri dirigenti polacchi, civili e militari, nelle fosse di Katyn

– Enzo Ciaraffa –

In questi ultimi giorni, riferito alla guerra in Ucraina e alla strenua resistenza di Zelensky ho spesso sentito esclamare tra lo spazientito e l’impaurito: «Ma quando finirà quest’incubo?». Difficile dire quando finirà l’incubo, se finirà, perché con Putin al Cremlino la guerra sarà sempre dietro l’angolo: a finire, semmai, sono state le illusioni alle quali si erano avvinghiati in questi ultimi anni sia il nuovo dittatore russo che la Nato. Infatti, se il primo si era illuso di poter ricomporre l’impero zarista senza pagar dazio e massacrando un intero popolo, la seconda riteneva di essere un credibile bastione di deterrenza contro la Russia nonostante il trentennale disimpegno dal teatro europeo del suo azionista di maggioranza e cioè gli USA.

Per rimediare agli errori strategici americani del recente passato, l’amministrazione Biden ha preso – almeno con le parole – una posizione molto netta contro Putin, fino al punto che il presidente è arrivato a definirlo un killer omicida sul quale la sua amministrazione ha iniziato a raccogliere le prove per farlo giudicare da un tribunale internazionale. Mah, dubitiamo che succederà mai, anche se rileviamo che Stati Uniti, Francia e Inghilterra stanno tentando di pagare, con settantasette anni di ritardo, il conto che avevano in sospeso con la storia: quello di aver consentito la farsa del processo di Norimberga contro gli odiosi criminali di guerra nazisti dove, al banco dell’accusa e dei giudici, v’erano anche i russi, cioè quelli che avevano iniziato la guerra mondiale sottobraccio ad Hitler, prendendosi una parte della Polonia e trucidando, con un colpo alla nuca, trentamila appartenenti ai quadri dirigenti polacchi, civili e militari, nelle fosse di Katyn.

Le farse e le illusioni, purtroppo, ne hanno prodotte delle altre, la più subdola è quella secondo cui si dovrebbe aiutare l’Ucraina di Zelensky a resistere alla brutale aggressione soltanto con sanzioni, messaggi di solidarietà, marce della pace e non, invece, inviandole armi. Questa, infatti, è l’illusione nella quale si culla, in malafede visti i suoi precedenti storici, una parte della Sinistra italiana, quella comunista in modo evidente, e un cospicuo gruppo di grillini, all’insegna di uno slogan che più antistorico e cretino non potrebbe essere: “Né con la Russia, né con la Nato”. Cretino, perché quando è in corso una guerra a difesa di principi e valori non negoziabili bisogna comunque fare una scelta di campo ed è demagogico, inutile ed anche pericoloso mettersi a fare l’equidistante, lasciando il proprio governo col culo politicamente scoperto di fronte ad un incombente pericolo; è antistorico perché, ancora una volta, i comunisti dimostrano di avere la memoria corta. Altrimenti ricorderebbero di aver fatto già questo errore in passato, quando si chiamavano ancora socialisti e, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, decisero di schierarsi col fronte neutralista con uno slogan: “Né aderire, né sabotare”.

A parte la scarsa fantasia dei comunisti di oggidì nello scegliersi gli slogan riciclando quello dei bisnonni, lo slogan dei loro progenitori era slegato dalla realtà già allora, perché non teneva conto del fatto che la guerra in atto contro gli imperi centrali era una guerra tecnologica di annientamento totale dell’avversario, come non se n’erano mai viste prima. Ed era talmente irreale quel pacifismo che in realtà favoriva soltanto l’Austria, che dei socialisti illustri quali Cesare Battisti, che pagò con la vita la sua scelta, Leonida Bissolati, Gaetano Salvemini e Carlo Rosselli abbandonarono la pattuglia neutralista per schierarsi a favore dell’intervento in guerra. Basti pensare che perfino un ex grande sindaco di Roma, che peraltro non era un sostenitore della monarchia e neppure della guerra, Ernesto Nathan, si recò a combattere sul Piave alla veneranda età di settant’anni, per una ragione semplice: riteneva che fossero in pericolo i valori di civiltà del suo Paese. Noi, per fortuna, non siamo ancora a questo punto e cerchiamo di non contribuire ad arrivarci con la nostra ignavia e pressapochismo anche perché, in fatto di pressapochismo, gli americani stanno dando i numeri alla grande: ma c’era proprio bisogno di dire in anticipo a Putin che per difendere l’Ucraina la Nato non avrebbe dichiarato nessuna no flay-zone?

Ma ritorniamo in casa nostra. Non contenti di aver fatto una scelta sbagliata nel momento sbagliato, dopo la Grande Guerra i socialisti massimalisti presero ad attaccare sulle piazze, anche fisicamente, gli ex combattenti (che erano cinque milioni), come se fossero stati loro i responsabili della guerra e non le sue prime vittime, commettendo così il grande errore di spingerli tra le braccia del nascente fascismo, in altre parole fornendo a Mussolini le sue Strurmtruppen. Ma anche i massimalisti sedicenti pacifisti dell’attuale Sinistra non sono molto diversi dai loro progenitori politici. Infatti, qualche giorno fa a Taranto, hanno atteso la fregata della nostra Marina Militare “Carabiniere” mentre dirigeva verso l’Arsenale, per lanciarle contro pietre ed improperi all’equipaggio del tipo “Assassini – Vergogna – Dovete morire”… alla faccia del pacifismo!

Allo stesso modo, con le loro pretese di falsa equidistanza dalla guerra di aggressione in atto in Ucraina, la Sinistra massimalista italiana e quella europea non faranno altro che portare nuove truppe a coloro che, in nome di un osceno status quo, sacrificherebbero volentieri l’Ucraina di Zelensky al folle despota russo il quale, pare di capire, non si arresterebbe neanche di fronte alla concreta possibilità che l’umanità possa dissolversi in un tragico botto nucleare.

Per nostra fortuna, i calcoli dei portatori di guerra non riescono quasi mai, come ci ricorda la storia recente. Hitler diede inizio alla Seconda guerra mondiale – peraltro assieme alla Russia – convinto che gli inglesi, sotto la guida di un obeso settantenne con dei problemi d’incontinenza urinaria, Winston Churchill, e gli americani guidati da un presidente paraplegico, Roosevelt, piuttosto che battersi contro dei “super uomini” avrebbero tentato un accordo con lui in funzione anti russa. Non andò così, perché l’obeso Winnie, come gli inglesi chiamavano affettuosamente Churchill, nonostante avesse alle spalle alcuni fallimenti militari e politici, come lo sbarco nei Dardanelli durante la Grande Guerra, seppe incarnare – come sta facendo oggi il presidente Zelensky – lo spirito di caparbia resistenza del suo popolo a partire dallo storico discorso ai Comuni del 1940 che terminò così: «Noi combatteremo anche sulle spiagge».

Anche Putin pensava che un ex attore comico come Zelensky non fosse in grado di difendere il suo Paese, o che addirittura scappasse all’estero al primo arrivo dei carri armati con la zeta bianca disegnata sullo scafo. E, invece, Zelensky si è dimostrato dannatamente serio perché si è subito segnalato come un intelligente e valoroso capo del suo popolo in guerra, il più grande leader di guerra dopo Churchill. Sarà, infatti, la buona resistenza da lui ispirata, il lento e sanguinoso avanzare dell’armata russa in territorio ucraino che, alla fine, dovrà portare Putin al tavolo delle trattative, anche se della parola del sanguinario e bugiardo dittatore russo ormai non si fida più nessuno tra i capi di Stato del mondo libero.

Tra l’altro, nel silenzio generale dei media, l’uomo del Cremlino sta tentando un’altra barbarie per mettere in difficoltà la Nato e, soprattutto, gli Stati Uniti: islamizzare la guerra arruolando milizie mercenarie siriane e cecene che, come tutti sanno, sono di religione islamica. Queste milizie, per quanto composte da tagliagole, non cambierebbero la situazione sul terreno perché sono unità di fanteria che dovrebbero battersi in uno scenario molto più incattivito di oggi, tipo battaglia di Montecassino del 1944, però (ed è questo il vero obiettivo di Putin) la risonanza di tali combattimenti potrebbe coinvolgere emotivamente le popolazioni islamiche dell’Europa balcanica, tipo Bosnia dove la Russia conta parecchia “amici” dalla parte opposta.

Ebbene, impedire il realizzarsi di un tale scenario sarebbe possibile col pacifismo verboso della Sinistra comunista? Secondo me, no perché anch’essa ha un conto in sospeso con la storia: Putin è figlio della sua stessa ideologia!

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