L’accondiscendenza è un drago che divora l’amore

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Un aforisma al giorno toglie il medico di torno

Come molti suoi connazionali dell’epoca, colei che è ritenuta una delle più grandi scrittrici e poetesse inglesi dell’Ottocento, Elizabeth Barret, amava così tanto l’Italia che decise di trascorrervi la seconda parte della sua esistenza. Infatti, quando sposò il poeta Robert Browing più giovane di lei – una cosa ritenuta indecente all’epoca – per sottrarsi ai pettegolezzi della società puritana dell’Inghilterra vittoriana scelse di stabilirsi prima a Pisa e poi Firenze dove, assieme ad altre opere, scrisse “I sonetti del Portoghese”. Elizabeth Barret si segnalò anche per le sue lotte contro la schiavitù, il lavoro minorile, l’oppressione politica e, soprattutto, contro la conculcazione dei diritti delle donne.
Abbiamo scelto il XIV° de “I sonetti del Portoghese” perché, a nostro modo di vedere, fa a pezzi gli illanguidimenti tipici delle poetesse romantiche inglesi dell’Ottocento. Infatti, con molto coraggio, in questo sonetto la Barret esorta il suo uomo ad amarla per ciò che è, non per come la vede, insomma pone al centro del rapporto amoroso la sincerità.
Invece, operandosi oggi una sorta d’involuzione copernicana, nella società cosiddetta evoluta, non è più la sincerità ad essere al centro del rapporto sentimentale, ma un suo surrogato: l’accondiscendenza. Come dire l’assassina di ogni relazione umana.

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