Con gli italiani ancora intontiti dallo shock dell’epidemia e con i tanti beoti col terrore delle responsabilità che abbiamo improvvidamente eletti in Parlamento, dopo il coronavirus un governo tecnico certamente si farà, come crediamo abbia capito anche Giuseppe Conte, che politicamente parlando è un morto che cammina, e l’unica cosa che lo tiene ancora in piedi paradossalmente è il coronavirus perché un cavallo, per quanto mediocre, non lo si toglie dalla stanghe dal carretto durante la salita
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In una delle sue ultimi riunioni, il Consiglio dei Ministri, in caso di “emergenze epidemiologiche certificate”, ha dato facoltà al capo dell’ufficio giudiziario di sospendere le attività dei tribunali fino al prossimo 31 maggio. In parole povere, dopo aver praticamente chiuso il commercio, l’industria, la scuola, le università, l’economia, il turismo e le chiese, adesso si vorrebbe “chiudere” anche la giustizia! E poi, con l’intento di rassicurarci, se n’è venuto Mattarella a dirci che «Il governo ha stabilito ieri una serie di indicazioni di comportamento quotidiano, suggerite da scienziati ed esperti di valore». E le decisioni politiche quando si prenderanno?
Con tutto il rispetto, signor presidente, ma se i provvedimenti suggeriti da esperti di valore ad un governo d’impediti funzionali sono di tal fatta, meglio sarebbe affidarsi alla saggezza di una qualunque sora Nannina. E sì, perché quando c’era tempo per poter in qualche maniera arginare/limitare il contagio proveniente dalla Cina, non avete voluto ascoltare virologi, cittadini e presidenti di regione che vi esortavano caldamente ad iniziare uno straccio di profilassi perché, secondo voi illuminati del menga, era razzistico. Ora che si sta uccidendo il Paese con dei provvedimenti draconiani, alcuni addirittura anticostituzionali ma purtroppo inevitabili, venite a parlarci di esperti di valore. Ma per piacere, vergognatevi almeno un pochino!
Non incliniamo alla fantapolitica e, perciò, riteniamo folcloriche le congetture che in questi mesi vorrebbero il virus Covid-19 prodotto, in gran segreto, in un laboratorio cinese per chissà quali oscuri scopi. Tuttavia, è innegabile che il virus sembra arrivato nel momento più opportuno per favorire quella che la scrittrice canadese Naomi Klein, nel saggio Shock Economy, chiama «L’ascesa del capitalismo dei disastri». La tesi sostenuta nel libro è che l’applicazione dei principi ultra liberisti che prevedono privatizzazioni, tagli alla spesa pubblica, l’immigrazione selvaggia, l’eliminazione delle tutele per i lavoratori (come l’articolo 18) e la progressiva riduzione dei salari sia stata effettuata e accresciuta senza il consenso popolare, approfittando di uno shock provocato ad hoc per questo scopo, oppure scatenato dalla incapacità politica dei governanti o da cause esterne: nel caso italiano le ultime due cause, ipotizzate dalla lungimirante scrittrice canadese, sono – ahinoi! – entrambe ricorrenti in questi giorni. E’ un caso che il prossimo 16 marzo – in piena emergenza coronavirus! – l’Unione Europea abbia imposto la firma del tanto contestato MES?
Ma prima di lasciarci andare a qualche previsione su quanto, secondo noi, sta per accadere al nostro Paese, vogliamo fare un rapido accenno a un’entità che, come un avvoltoio, compare ogni volta che un Paese dell’Unione Europea si ritrova alla canna del gas e, perciò, necessitante di prestiti, magari dopo aver speso anche soldi non suoi: la troika. Il nome è innocuo, quasi giocoso, come quello di matrioska, ma le sue modalità operative sono implacabili. Si tratta, infatti, di un terzetto di strozzini composto dai rappresentanti della Commissione Europea, della Banca Centrale Europea e del Fondo Monetario Internazionale, i quali si occupano dei piani di salvataggio dei Paesi rondellona in forte crisi economica, prestando loro denaro ed imponendo però in cambio una micidiale politica economica ai Paesi “aiutati”. Come ha fatto in Grecia ad esempio. Puntuale, infatti, il Fondo Monetario Internazionale ha già annunciato che metterà in campo 50 miliardi di euro per “aiutare” i Paesi alla prese con l’epidemia da coronavirus, e non sappiamo se gioirne o esserne spaventati.
Per meglio capire il tasso di moralità della troika e dei suoi criteri operativi, basti soffermarsi sul fatto che la signora Christine Lagarde, già bacia-deretano dell’ex, e indagato, presidente francese Nicolas Sarkozy, è passata direttamente dall’incarico di direttore del Fondo Monetario Internazionale alla presidenza della Banca Centrale Europea, in sostituzione di un tal Mario Draghi
Al momento l’epidemia da coronavirus non si annuncia come una di quelle che avranno breve durata e, con i provvedimenti ammazza-economia che i Paesi europei maggiormente colpiti saranno costretti a prendere per fronteggiarla, è prevedibile che dopo il suo passaggio niente sarà più come prima. Niente sarà come prima soprattutto dal punto di vista dell’economia. Infatti, quei Paesi europei che non hanno liquidità, come l’Italia, per sostenere l’emergenza economica dovranno attingere risorse dal debito pubblico, su autorizzazione dell’Unione Europea magari in cambio di qualche centinaio di migliaia di profughi da far sbarcare in Italia come sta, peraltro, accadendo anche in questi giorni. A tal proposito un inciso: il governo ha praticamente messo in quarantena un terzo degli italiani che non possono uscire, né arrivarvi, dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna, però continuiamo ad accogliere liberamente torme di immigrati clandestini senza nessun controllo specifico. In proposito saremmo curiosi di conoscere il parere degli esperti di valore mattarelliani.
Ritornando a noi, una volta passata l’epidemia, il problema si presenterà quando, quei soldi utilizzati, bisognerà rimetterli al loro posto… dove saranno reperiti? E qui, in qualche maniera, verrà certamente fuori la troika, o soltanto l’UE, ad imporre politiche economiche “lacrime e sangue” sul modello della Grecia o, al meglio, sul modello Mario Monti. Ma quand’anche dopo il coronavirus riuscissimo a rimanere fuori dalle grinfie della troika, per rimetterci un po’ in sesto verrà fuori che avremo impellente bisogno di un governo di tecnici. Siamo certi che, con gli italiani ancora intontiti dallo shock dell’epidemia e con i tanti beoti col terrore delle responsabilità che abbiamo eletto in Parlamento, un governo tecnico si farà, come crediamo abbia capito anche Giuseppe Conte, che politicamente parlando è un morto che cammina, e l’unica cosa che lo tiene ancora in piedi paradossalmente è il coronavirus: un cavallo per quanto mediocre non lo si toglie dal carretto durante la salita!
Chi potrebbe essere il sostituto di Conte? A noi viene in mente il nome che ci siamo appuntati prima: Mario Draghi. Come dire colui che alla Banca Centrale Europea è stato sostituito dall’adoratrice di Sarkozy Christine Lagarde, a sua volta proveniente dal Fondo Monetario Internazionale, ovvero da una costola della troika e dell’UE che, speriamo mai, dopo il coronavirus potrebbero farci sputare anche l’anima per mettere a posto i conti pubblici, ma in realtà per tutelare l’alta finanza.
Il triste è che, come spiegato per casi analoghi da Naomi Klein nel saggio Shock Economy, noi, i sopravvissuti dell’era post – coronavirus, troveremo normale tutto questo, mentre i più lucidi non potranno neanche ribellarsi, perché per ribellarsi bisognerebbe riunirsi, incontrarsi, discutere… tutte cose che per adesso non si possono fare perché il governo lo ha proscritto.
Per frenare l’epidemia, sostiene.