Se la situazione del Paese è catastrofica come insiste a descriverla la Sinistra con un mantra che non persuade più nessuno, ci si domanda perché, invece di proporre mozioni dall’esito scontato, essa non s’impegna in un dibattito in Parlamento sul ventilato ristoro delle bollette di luce e gas alle famiglie più esposte
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Com’era scontato, stante i rapporti di forza, ieri la Camera ha bocciato la seconda mozione di sfiducia (dopo quella dello scorso 10 febbraio) presentata dal Movimento Cinque Stelle, dal Partito democratico e da Alleanza Verdi e Sinistra, nei confronti della ministra del Turismo, la senatrice Daniela Santanchè, rinviata a giudizio per falso in bilancio riferito al “Gruppo Visibilia Editore” e accusata di truffa ai danni dell’Inps per fatti avvenuti prima che diventasse ministro. Pertanto ci si chiede: se la situazione del Paese è così catastrofica, come questa Sinistra del cavolo insiste a descrivere con un mantra che non persuade più nessuno (…il copyright Sinistra del cavolo è del filosofo piddino Massimo Cacciari) possibile non abbia nulla di meglio da discutere in Parlamento che proporre mozioni dallo scontato esito negativo? Non potrebbe, giusto per fare un esempio, confrontarsi col governo sul ventilato ristoro delle bollette di luce e gas – per il quale non ci sarebbero i soldi – a favore delle fasce di famiglie più deboli?
Non esprimo nessuna opinione sul procedimento giudiziario che riguarda la Santanché, anche perché non ne conosco i diversi e complessi aspetti, e mi aspetterei che lo facessero anche coloro che mangiano pane e Costituzione ogni giorno, posto che in Italia nessuno può essere considerato colpevole di qualcosa fino alla conclusione del terzo grado di giudizio. Purtroppo da noi vige la regola non scritta secondo la quale un’accusa è già una sentenza di condanna se riguarda un avversario politico, anche se del dibattito alla Camera mi ha colpito la sguaiata pochezza delle contestazioni delle opposizioni. Ma, per quel poco che la conosco e nonostante la calma ostentata nelle risposte alla Camera, credo che la senatrice sia stanca e amareggiata e, pertanto, non è detto che non decida, a breve, di dire addio al ministero romano in via di Villa Ada.
Il mio primo incontro con la senatrice Santanché risale al periodo delle elezioni europee del 2019 quando, presentato da una comune conoscenza, ebbi la possibilità d’intervistarla presso il Palace Hotel di Varese, ove l’intervista si trasformò via via in una cordiale chiacchierata sulle diverse problematiche italiane ed europee. Nella circostanza la mia interlocutrice si rivelò una persona affabile e con uno sviluppato senso dell’ironia. Queste due caratteristiche oggi la rendono innocente prima del processo? No, ma non la rendono neppure colpevole senza il processo! Ai suoi inquisitori e giudici del Parlamento tra i quali Elly Schlein che l’ha accusata di ostentare borse marca Twigga e Billionarie (giusto per capire la qualità del dibattito che si è svolto ieri alla Camera…), vorrei ricordare, invece, che le menzionate griffe sono accessibilissime alle donne di basso reddito perché producono anche modelli al di sotto dei cento euro, una cifra che è lontanissima dai trecento euro all’ora che lei corrisponde all’armocromista soltanto per farsi consigliare i colori dei capi da abbinare quando va in piazza a giocare a fare la proletaria. Giusto per ricordarlo …
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