Il generale Cosimato e la circolare dello SME che non doveva circolare

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Secondo l’alto ufficiale la circolare emanata dallo Stato maggiore tradisce una verità molto semplice: in questi anni l’Esercito non si è addestrato per la propria missione principale, ma si è dato da fare per risolvere le inefficienze di altre amministrazioni dello Stato. Questo è potuto accadere perché la nostra classe dirigente, oltre ad essere incapace di gestire l’ordinario, è pronta a tutto ma non è preparata a niente

– Enzo Ciaraffa –

Il generale Francesco Cosimato è, ormai, un ospite fisso del nostro blog a maggior ragione da quando, venticinque giorni fa, è partita l’aggressione militare Russa all’Ucraina. Questa volta lo abbiamo con noi per spiegarci qual è, vista la straordinaria contingenza internazionale, la situazione delle nostre forze armate. Ecco la prima domanda: perché una circolare addestrativa emanata dallo Stato maggiore dell’esercito lo scorso 9 marzo in merito all’evoluzione dello scacchiere internazionale ha suscitato polemiche nella Sinistra comunista.

In verità la lettura della circolare alla quale ti riferisci mi induce a riflettere sul ruolo della Pubblica amministrazione in Italia. Vi ho letto, infatti, che sulla base dell’attuale situazione di guerra in Ucraina, l’esercito deve dare priorità all’addestramento delle proprie unità al fine di prepararle a un eventuale – e si spera remoto – impiego in uno scenario di guerra classica, “Warfighting scenario” secondo la definizione Nato. L’esercito, così come tutte le forze armate, deve addestrarsi sempre allo scenario di combattimento classico. Allo stupore di certi politici sono abituato, alla mia età non mi stupisco più di niente. Il fatto è che la politica che ha creduto di poter allargare indefinitamente la Nato e l’Unione europea lo ha fatto pensando di dotarsi di uno strumento militare buono solo per la presenza e sorveglianza che le nostre truppe, una brigata, stanno già facendo nei Paesi baltici.

A quale conclusione ti ha portato la riflessione.

Che la circolare in questione tradisce una verità molto semplice: in questi anni l’esercito non si è addestrato per la propria missione principale, ma si è dovuto industriare per risolvere l’inefficienza di altre amministrazioni dello Stato.

A che cosa ti riferisci di preciso.

È noto a tutti, spero, che il nostro esercito è tutt’ora impegnato nell’operazione “Strade sicure” iniziata nel 2008, cioè da quando la politica ha pensato di poter risolvere con la presenza emergenziale dei militari sulle strade i problemi di sicurezza dei cittadini, invece di intervenire sulle cause, tutte interne al settore della Giustizia e al ministero degli Interni, che generano impunità e microcriminalità. Il tragico è che, dopo quattordici anni, l’emergenza non è finita, anzi se ne sono aggiunte altre due.

Dunque, procediamo di emergenza in emergenza.

Credo proprio di sì. L’esercito e, più in generale, le forze armate hanno dovuto svolgere il lavoro di organizzare ed eseguire un piano vaccinale che il ministero della Sanità e il super commissario Arcuri, si sono dimostrati incapaci di affrontare. L’esercito e le forze armate durante la pandemia hanno svolto attività di trasporto delle salme agli inceneritori, dei banchi di scuola, sia a rotelle che senza, che il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Scientifica non sapeva come far arrivare alle scuole dopo averli ordinate e pagati fior di milioni… adesso giacciono nei sottoscala delle scuole. Anche in questo caso degli individui in uniforme da combattimento hanno dovuto supplire alle manchevolezze di altre amministrazioni dello Stato.

Tutto questo non potrebbe essere avvenuto soltanto perché in momenti eccezionali si deve poter contare su dei professionisti che siano altrettanto eccezionali?

Certo, se non fosse che le forze armate svolgono già una miriade di attività a favore delle altre amministrazioni, attività che vanno dal rifornimento dell’acqua potabile alle isole minori, all’abbattimento degli edifici abusivi per ordine della Magistratura, dall’attività antincendio, al servizio meteorologico in montagna e molto altro ancora, tutte operazioni non emergenziali, ma ormai consolidate. Poi arriva una circolare dello Stato maggiore che è la quintessenza dell’ovvietà stante i tempi, e tutti a stracciarsi demagogicamente le vesti.

Chi sono costoro.

Non mi tirare nel campo della politica per favore, diciamo che sono i soliti noti, quelli che hanno per slogan “Né con la Russia, né con la Nato”. A questo punto si deve prendere coscienza del fatto che la classe dirigente italiana è (pericolosamente) pronta a tutto, ma non è preparata a niente, figurarsi reagire efficacemente a talune situazioni straordinarie. Temo, purtroppo, che essa sia incapace di assolvere anche molte altre attività ordinarie.

Meno male che ci sono le forze armate allora.

E dici bene, anche se le forze armate, a furia di supplire alle deficienze degli altri, non riescono a colmare quelle proprie, ciò perché la qualità dei politici e dell’alta burocrazia si segnala soltanto per un’incapacità diffusa, un’incapacità che incomincia ad essere pericolosa per noi tutti laddove essa non è capace di decidere o, peggio, decide sotto l’influsso dell’onda emotiva.

Addirittura.

In anni lontani abbiamo fatto servizio insieme presso una grande unità della Nato e, perciò, sai quanto io sia poco incline al catastrofismo, ma i fatti sono fatti e negarlo servirebbe soltanto a peggiorare la situazione. D’altronde è sotto gli occhi di tutti, i ponti crollano, le città vanno sott’acqua a ogni acquazzone di una certa consistenza, la delinquenza minuta rende la vita impossibile ai cittadini, non puoi assentarti a lungo da casa sennò la trovi occupata e i prezzi stanno andando alle stelle. E i media che cosa fanno? Fanno i supporter del governo, invece di fargli le pulci, con notizie per lo più propagandistiche, tese il più delle volte a nascondere l’incapacità della Pubblica amministrazione di fornire servizi a noi cittadini.

Che cosa possiamo fare visto che parliamo di anni, se non di secoli, d’incuria civile e della pessima considerazione che ha dei propri doveri la classe dirigente.

Si dovrebbe educare una nuova classe dirigente che sappia fare prima e declamare dopo. Servirebbe, soprattutto, un sistema mediatico capace di fare le pulci al potere

Quando dici “educare” intendi “costringere”?

La classe dirigente va educata nel senso più genuino del termine, dobbiamo avere persone che amministrano la cosa pubblica senza i paraocchi delle ideologie del Novecento. Indubbiamente bisogna “costringere” i politici a considerare cose che spesso dimenticano. Per esempio, i nostri decisori dovrebbero sapere che l’energia costa, che le relazioni internazionali si fanno per avere energia e per generare scambi commerciali, che le relazioni internazionali sono delicate e non si devono destabilizzare le nostre aree di esportazione solo per seguire gli Usa nelle guerre che questi fanno scoppiare ovunque e di cui però dopo si stancano e dalle quali, poi, si sfilano. Si, la classe dirigente deve essere democraticamente costretta ad occuparsi dei nostri problemi e non delle ideologie degli altri.

Non mi trovi d’accordo sul punto appena espresso perché, secondo me, le relazioni internazionali si intessono per avere soprattutto sicurezza.

Vallo a dire al pensionato che questo mese si è visto triplicare la bolletta della luce e quadruplicare quella del gas; vallo a dire a coloro che fanno la spesa al supermercato e si ritrovano un terzo di spesa in meno a fronte di un terzo di costo in più dei generi alimentari; vallo a dire a quegli adolescenti che, per paura del futuro, si rifiutano di diventare adulti e a quegli adulti che vorrebbero tornare adolescenti per la medesima ragione. E tutto questo perché lasciamo che a governarci siano degli assoluti incapaci ai quali, diciamolo, la gerarchia fa schifo perché significa rispetto dei ruoli e chiari livelli di responsabilità. Ecco perché a qualcuno di essi è venuta l’orticaria a leggere che, tramite una normalissima circolare, lo Stato maggiore ha esortato i propri dipendenti a essere pronti e preparati in un momento difficile per il Paese e per il sistema di alleanze al quale esso appartiene.

Perché e a chi sarebbe venuta l’orticaria per la circolare dello Stato maggiore?

Vuoi per forza costringermi a dare un giudizio politico… ebbene ti accontento. Le forze politiche e i personaggi che si scandalizzano per un semplice foglio d’ordine dello Stato maggiore riguardante la guerra scatenata dai russi in Ucraina, hanno un problema: sono consanguinei politici di Putin nel senso che sono figli della medesima ideologia.

Vuoi dire che sono tutti ex comunisti...

Toglierei la preposizione “ex”…

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