Il ferragosto di noi scomunicati

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Mentre infuria la guerra alle porte dell’Europa e in Medioriente, magari rilassati sulla sdraio tra la nenia della risacca e il brusio proveniente dall’ombrellone accanto, proviamo a riflettere un po’ sull’autorevolezza e sulla morale di un Parlamento che ha tra i suoi membri quaranta indagati per reati associativi e che, in alcuni casi, non sono dissimili da quelli per cui il Papa scomunicò le mafie

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Come tutte le persone che non hanno un eccellente rapporto con la Chiesa, ci viene spesso di citare il Papa in carica e non sempre in modo negativo. Ebbene, in un’omelia della messa celebrata il 21 giugno del 2014 nella Piana di Sibari, in Calabria, papa Bergoglio scomunicò le mafie perché «…i mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati […] La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no». Fino ad allora, in verità, i suoi predecessori non avevano mai assunto una presa di posizione così diretta sulle mafie, preferendo sfumature meno dirompenti. Ma fu ciò che egli disse nel corso dell’Angelus di piazza San Pietro una settimana dopo essere tornato dalla Calabria che, in questi anni, avrebbe dovuto indurci ad alcune riflessioni che sono più serie di quanto non si dica e meno polemiche di quanto non sembri: «Torturare le persone è un peccato mortale, è un peccato molto grave».

Oddio, sorvolando sul fatto che nel campo delle torture di ogni tipo il Sant’Uffizio e l’Inquisizione hanno avuto il monopolio fino all’Ottocento, viene da domandarsi a quali tipi di torture si riferisse il Papa o, ancora, se torturare significa soltanto offendere il corpo di un essere umano o anche il suo spirito, i suoi progetti esistenziali e la sua dignità. E, poi, siamo sicuri che, quando si parla di tortura, tutti intendano la medesima cosa, posto che anche telefonare ai propri figli una ventina di volte al giorno potrebbe essere ritenuta una tortura dai diretti interessati? 

Pertanto, per compenetrare il corretto significato del termine, non v’è nulla di meglio che affidarsi alla vecchia e dottissima Treccani: «Dal punto di vista etimologico, il sostantivo femminile tortura deriva dal latino torquere, “torcere”. Fra le diverse accezioni che la parola aveva in latino quella più comune oggi è la stessa usata anche nelle espressioni tortura legale, tortura giudiziaria… ma per adesso soprassediamo su quest’ultima pena che, con estrema leggerezza, viene inflitta a molti italiani riservandoci di trattarla in una più articolata trattazione in futuro. Come dire, ritornando a noi, che si è passati dalle torture classiche dei regimi medioevali a quelle più sottili e devastanti della civiltà, delle democrazie dei nostri giorni, torture che vanno sotto diversi nomi, come crudeltà mentale, stalking, terrorismo psicologico, subornazione, pervertimento della morale, vessazione e tanti altri nomi ancora. Vediamo un po’.

Il termine inglese stalking sta a indicare quel complesso fenomeno relazionale, dove tra il molestatore e la vittima si stabilisce una relazione forzata come, per esempio, quella esistente tra gli italiani e un fisco che definire iniquo è eufemistico.

Per terrorismo psicologico s’intende qualsiasi atteggiamento minaccioso teso a esercitare una forte pressione psicologica su di un essere umano per condizionarne i comportamenti o ottenerne qualcosa, esattamente come fanno le propaggini periferiche della Pubblica Amministrazione. 

La subornazione è il reato che commette chi promette o offre denaro ad altri per essere favorito in qualche appalto o convincerlo a fornire falsa testimonianza, perizia o interpretazione. Le recenti vicende giudiziarie del governatore della Liguria e del sindaco di Venezia ne sono, per adesso, un piccolo esempio.

Vessazione da vessare, che significa affliggere, opprimere con maltrattamenti materiali e morali. Esattamente quel che fanno i governi, il fisco e le banche che, graziate dal nefasto governo Monti per il pagamento dell’Imu nel 2011, perché alla stregua di «enti benefici» (!!!), grazie anche ai folli tassi della Bce, hanno stretto il credito, pressoché eliminato i mutui e, se li concedono, applicano interessi al limite dello strozzinaggio.

Il pervertimento della morale si deve, infine, intenderlo come il ribaltamento morale ed estetico dell’ordine naturale delle cose, il “Mondo al contrario” di Vannacci insomma. O come quando la giustizia si preoccupa più per l’assassino che per l’assassinato, o quando lo Stato fa il leone con i cittadini perbene e il coniglio con i farabutti specialmente se immigrati e di colore. E ciliegina sulla torta, mentre alle porte dell’Europa e in Medioriente infuria la guerra, che è la massima espressione della perversione della morale umana, secondo un dato del 2022 quaranta membri del Parlamento italiano, ministri e sottosegretari compresi, sono indagati (Fonte: La Stampa).

A questo punto possiamo anche addivenire alla conclusione che il Papa a Sibari non scomunicò soltanto la mafia classica ma anche (e sopratutto) quella dei colletti bianchi, cioè coloro che si rendono colpevoli di «torture, adorazione del male e disprezzo del bene comune». Come dire che Bergoglio scomunicò il funzionamento dello Stato italiano. Che non suoni come un insulto a questo punto: buon ferragosto!

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