In Italia, dove ha preso ad aleggiare un clima al cui confronto l’oscurantismo medioevale fu un’allegra sagra paesana, se sulla scienza non si hanno le stesse idee della Sinistra si diventa automaticamente fascisti. Se poi le spiegazioni di centinaia, forse migliaia, scienziati, tra i quali alcuni premi Nobel, non combaciano con le sue ideologie allora esse sono delle fake news e gli stessi scienziati una congrega di cialtroni per niente inclini al gretinismo
– Silvio Cortina Bascetto –
Sono rimasto sbigottito nell’ascoltare il farneticante annuncio su RAI 3 dello scorso 30 ottobre durante la trasmissione “Leonardo” – Telegiornale della Scienza e dell’Ambiente, che vorrebbe essere una rubrica (sic!) di aggiornamento scientifico. Ebbene, con l’intervento di un oscuro ricercatore del CNR e della portavoce di Green Italia, un movimento politico che con la scienza nulla ha a che vedere, venivano bollate come fake news le dichiarazioni di eminenti scienziati e di gran parte della comunità scientifica internazionale circa la scarsa influenza dell’uomo sui cambiamenti climatici.
A ragione di ciò la redazione di “Leonardo” annunciava che non avrebbe più trasmesso il pensiero, il punto di vista dei “negazionisti” dell’origine antropica dei cambiamenti climatici, il che è gravissimo perché sostanzia un orientamento informativo della RAI che è tipico dei regimi totalitari.
E poi, la RAI non è un servizio pubblico cioè di tutti noi? E quale comitato scientifico, quale “santa inquisizione” avrebbe deciso questa censura preventiva? Sicché in questo Paese – dove ha preso ad aleggiare un clima al cui confronto l’oscurantismo medioevale fu una sagra paesana – se sulla scienza non avete le stesse idee della sinistra siete automaticamente dei fascisti, e se le spiegazioni di centinaia, forse migliaia, scienziati, tra i quali alcuni Nobel, non combaciano con le sue deliranti ideologie esse sono certamente fake news!
Evidentemente il confronto delle idee e il dibattito scientifico a Rai3 non sono di casa perché per certi figuri ingretiniti dalla demagogia e attossicati dalle ideologie, la scienza è soltanto una sovrastruttura capitalista. E così Rai3 ha censurato la voce della maggioranza della comunità scientifica che ha messo, nero su bianco, il fatto che la teoria della responsabilità dell’uomo sul riscaldamento globale non è scientificamente provata e, perciò, resta una fantasiosa congettura, e che non c’è alcuna catastrofe planetaria all’orizzonte ma soltanto una terra violentata dai suoi abitatori.
La verità è che la Sinistra transnazionale, in combutta con banche e multinazionali, vorrebbe farci spendere qualche migliaio di miliardi di euro in un inutile tentativo di fermare i ciclici corsi della natura laddove nei millenni si sono registrati grandi periodi di siccità alternati a grandi periodi di geli: l’ultima “piccola glaciazione” si ebbe intorno al Medioevo. I miliardi (con annesse scie di tangenti per tutti) che vorrebbero farci spendere potrebbero essere di certo impiegati meglio per bonificare, ad esempio, il Pacific Trash Vortex, o l’isola delle immondizie di 10 milioni di chilometri quadrati che si trova nell’Oceano Pacifico e che continua ad ingrandirsi ogni giorno di più.
A tal proposito bisogna per forza ricordare che il tentativo di voler far combaciare la scienza con le ideologie ha sempre prodotto – quelli sì – risultati catastrofici, come il russo Trofim Lysenko il quale, col placet del dittatore comunista Stalin, bandì dall’URSS l’agricoltura basata sulla genetica e sulla la scienza, allontanandosi perfino dall’evoluzionismo di Charles Darwin, sostenendo, tra l’altro, che le erbacce potevano spontaneamente tramutarsi in grano. Sicché la ricerca e l’insegnamento nei campi della neurofisiologia, biologia cellulare e in molte altre discipline della biologia furono bandite dal panorama scientifico della Russia comunista e gli scienziati tradizionalisti (che avevano fondate ragioni scientifiche per contrastare le folli teorie di Lysenko!) furono messi a morte od internati nei gulag. Ma i comunisti fecero anche di peggio in materia ambientale, determinando addirittura la sparizione di un mare grande 17.160 chilometri quadrati, il Mare d’Aral, in nome di altre follie in tema di agricoltura pianificata. E adesso i nipotini di quel regime vorrebbero insegnare a noi – che l’ecologismo lo scoprimmo già sui banchi di scuola, sessant’anni fa – come essere ecologisti
Personalmente non temo gli stalinisti ambientali perché la stupidità eretta a programma politico, prima o poi, dovrà fare i conti con la realtà del mondo scientifico e dei reali problemi del pianeta, temo molto di più il silenzio della classe politica liberale, temo molto di più il silenzio della direzione RAI, mi deprime il silenzio di un popolo al quale stanno per sottrarre la residua libertà analisi e di pensiero. Ciò perché c’è qualcun altro che ha iniziato a pensare al posto suo!
Caro Cortina,
sempre sulla palla come si usa dire degli analisti attenti. Se mi permetti, però, stavolta vorrei andare oltre le tue pacate riflessioni perché la Sinistra, con l’ausilio delle sue truppe d’assalto nei media, in certa magistratura e in quel M5S che fino a ieri, si spacciava per forza antisistema, sta subdolamente tentando d’instaurare nel nostro Paese una dittatura fascio comunista in nome di principi libertari e perfino liberaldemocratici che, in effetti, le sono del tutto conosciuti o addirittura avversati per alcuni riflessi storici e culturali: la Sinistra italiana è il volto siliconato del comunismo!
Almeno fintanto che non ce lo chiuderanno unilateralmente, va da sé che questo blog non porgerà pacificamente il collo ai sicari della libertà e ospiterà chiunque – non importa il suo colore politico – sia disposto a battersi per essa. Ricordino i signori di questa Sinistra che veste Armani e va a braccetto con i padroni contro gli interessi delle classi operaie, che esistono tre social che essa, nonostante le sopraccitate Sturmtruppen, non potrà mai far chiudere, e parliamo della mente, del cuore e delle piazze.
Sta a lei, dunque, decidere in quali di questi tre luoghi vuole spostare il confronto. Prima che diventi scontro.
(Enzo Ciaraffa)