I sindacalisti in Ferrari, gli ultimi generali del Pd

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Mentre il Pd contava sulle Sturmtruppen del sindacato per andare all’assalto del governo in carica, a trecento chilometri di distanza l’uno dall’altro, accadevano due episodi molto chiarificanti sulle contraddizioni interne di un partito e di un sindacato che un tempo erano orgogliosamente proletari

– Enzo Ciaraffa –

10 agosto 2018 – Bisogna dire con onestà che Lega e Cinque Stelle, i cui programmi iniziali non erano in verità del tutto compatibili, ce la stanno mettendo tutta per governare il Paese e realizzare, almeno in parte, le promesse fatte nel corso della campagna elettorale, promesse sulle quali la maggioranza degli elettori ha fatto loro una convinta apertura di credito decretandone la vittoria lo scorso 4 marzo.

Stante tale premessa, la logica di un’opposizione politica mediamente responsabile avrebbe richiesto una coerente analisi della sconfitta, un minimo di autocritica e la veloce stesura di una bozza di programma politico che tenesse conto degli errori fin qui commessi, insomma voltar pagina. E invece tutti – perfino la Chiesa! – si sono messi ad inseguire il Pd (che poi sarebbe Renzi) sulla strada del cupio dissolvi.

Il governo gialloverde è in carica da appena 60 giorni e perciò, a rigore di calendario, non può essere colpevole di nessuno dei guai che angustiano gli italiani pertanto, se non proprio con l’auspicata logica ma anche soltanto con furbizia, il Pd avrebbe dovuto far propri alcuni dei temi – come la sicurezza e l’immigrazione – grazie ai quali il governo in carica risulta il più gradito di sempre dagli italiani.

Ma il Pd e il laido sistema di potere che è riuscito ad agglomerare intorno a sé non riescono a capire di non avere più ponti alle spalle, faticano a realizzare che la storia non consentirà loro nessuna ritirata e che, perciò, sono condannati ad andare in avanti o scomparire dalla scena politica. E i “ponti” erano l’Unione europea a trazione franco-tedesca, l’America di Obama e il politicamente corretto che ha fin qui retto l’Unione ma massacrato i popoli che ne fanno parte.

Ebbene, tutto questo è finito perché l’Ue è in crisi d’identità e il suo presidente, Juncker, è dedito ormai soltanto a consumi industriali di Chiaretto della Mosella, la Gran Bretagna ne è uscita con la Brexit, la maggior parte dei Paesi che ne fanno parte la odiano e Obama fa il pensionato di lusso. Quali alleati restano al Pd per mettere in crisi il governo se non le truppe sindacali? Ma proprio a questo proposito, e a distanza di soli quattro giorni, sono accaduti due episodi che hanno sputtanato ancor di più il sindacato.

Lo scorso 6 agosto nel foggiano, dodici braccianti extracomunitari sono morti nell’incidente che ha coinvolto il furgone sul quale viaggiavano stipati come animali e che poteva trasportarne soltanto otto. Appena la settimana prima ne erano morti altri quattro nelle medesime condizioni. Silenzio pressoché generale sul fatto che in ambedue i casi i caporali/schiavisti e i guidatori dei catorci erano essi stessi extracomunitari, mentre si rappresentava la solita sceneggiata di cortei, bandiere sindacali al vento e un profluvio di rimbrotti da parte di coloro che, pur potendolo, non hanno fatto niente per evitare di arrivare a questo punto. Come ha fatto, ad esempio, il segretario del Pd Martina, che fino a ieri era ministro dell’agricoltura e oggi s’intruppa nei cortei che protestano e dice al governo che cosa deve fare per combattere la piaga del caporalato in agricoltura… anche in politica dovrebbe valere il senso della decenza.

Il giorno dopo l’ecatombe nel foggiano, a Macerata, il signor Rossano Rossetti ha avuto uno scontro con un cinghiale mentre guidava la sua fiammante Ferrari 360 Modena (Il Resto del Carlino del 7 agosto 2018). Intervistato dopo l’incidente, il Rossetti, tra le altre cose dette a beneficio dell’assicurazione, ha dichiarato «Ricomprerò la Ferrari, e comunque bisogna andare avanti». Orbene, è vero che la Ferrari 360 Modena è un modello uscito da Maranello qualche anno fa, ma è altrettanto vero che non è una vettura che possa acquistarsi risparmiando semplicemente sulle sigarette.

Perché abbiamo tirato in ballo questo episodio? È semplice: il signore Rossetti aduso girare in Ferrari non è uno sceicco ma un sindacalista della Cisl. Sì, è uno di quelli che in questi anni avrebbe dovuto tutelare anche quei disgraziati che devono spaccarsi la schiena a raccogliere pomodori per tre euro l’ora e poi viaggiare, e morire, su scassatissimi furgoni, stipati come animali da macello, mica come lui che viaggia in Ferrari.

Questi sono i generali che ormai restano al Pd per combattere il governo gialloverde e le ingiustizie del sistema.

Ma per favore… andate a raccogliere pomodori.

*Foto Gazzetta di Modena