Dopo aver inanellato una sconfitta dietro l’altra, dopo aver perso il 20% dei propri elettori negli ultimi dieci anni, al Centrosinistra Alessandra Todde deve essere sembrata Giovanna d’Arco, un’eroina da inviare subito in missione in Abruzzo per gittarvi un ponte ideale con la vincente Sardegna grillino-piddina
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Subito dopo l’elezione della grillina Alessandra Todde a presidente della Regione Sardegna, Elly Schlein, frastornata (e anche un po’ preoccupata…) dall’insperato successo del cosiddetto campo largo a trazione Cinque Stelle, si è lasciata andare in proclami trionfalistici. Non è stato da meno il vero padrone del campo, Giuseppe Conte che, dimentico dei 120 miliardi da lui spesi per il più grande voto di scambio della storia d’Italia, il Super Bonus 110%, ha promesso pure un reddito di cittadinanza regionale in caso di vittoria. Come dire che nessuno dei due soci di maggioranza del campo largo, anzi larghissimo, si è voluto soffermare, con un minimo di onestà intellettuale, su di un aspetto non proprio secondario delle elezioni sarde: lo scorso 27 febbraio la nuova presidenta ha ottenuto, di strettissima misura peraltro, più voti rispetto al suo avversario di Centrodestra, ma non la maggioranza dei consensi di tutti quelli che si sono recati alle urne. Ciò è potuto accadere per il meccanismo del voto disgiunto, che rende possibile votare il partito di appartenenza e, allo stesso tempo, un candidato locale di altro colore, senza contare le autocastrazioni della coalizione di Centrodestra durante la scelta del proprio candidato. Soltanto così si può spiegare il risultato numerico portato a casa dal Centrosinistra che è stato del 42,6% dei voti, sei punti percentuali in meno rispetto al Centrodestra, che ha totalizzato il 48,8%.
A spoglio appena iniziato in Sardegna la Todde, com’è nello stile grillino, ha fatto partire una bordata di offese gratuite e velenose fesserie contro gli avversari politici che, invece, cavallerescamente già si congratulavano con lei. Questa, secondo noi, la peggio riuscita: «La Regione ha risposto ai manganelli [di Pisa e Firenze – nda] con le matite», proponendosi come la nuova Giovanna d’Arco del Centrosinistra, la castigamatti del campo largo. D’altronde, dopo aver inanellato una sconfitta dietro l’altra, dopo aver perso il 20% dei propri elettori negli ultimi dieci anni, al duo Conte-Schlein, la gasata Alessandra Todde deve essere sembrata veramente l’eroina nazionale dei francesi, una vincente da inviare subito in missione in Abruzzo per gittarvi un ponte ideale con la Sardegna grillino-piddina al fine di combattere la protervia del bieco governatore fascista.
Infatti, a chiusura della campagna per le elezioni regionali, l’8 marzo, Alessandra Todde è stata distaccata a Pescara per sostenere Luciano D’Amico contro il governatore uscente del Centrodestra Marco Marsilio, accompagnata in questo viaggio dal clangore degli scudi di Renzi e di Calenda, quelli del “Mai con i Cinque stelle!”. Giusto per ricordare le invereconde ammucchiate che riesce a mettere insieme la Sinistra quando vorrebbe battere quel Centrodestra, che ha osato defraudarla del diritto divino di governare il Paese anche, e soprattutto, quando non aveva il consenso delle urne.
Ma, per quanto sbrindellata possa essere, benché minacciata da servitori infedeli dello Stato, dai dossieraggi e quotidianamente avvilita dalla pochezza della classe politica, in Italia esiste ancora una democrazia, un popolo di elettori che se ne fotte dei campi più o meno larghi e sa ragionare con la propria testa: dov’era il Centrosinistra di governo quando doveva e poteva risolvere i problemi la cui risoluzione adesso vorrebbe dal Centrodestra in pochi mesi? Il Centrosinistra non era quello che voleva chiudere i presidi sanitari di Ortona, Pescina e Tagliacozzo, giusto per rimanere in ambito regionale? La verità è che il Centrosinistra, come al solito, ha preso una cantonata scambiando una consultazione elettorale, quella di Sardegna del 27 febbraio scorso, tutto sommato limitata (1,4 milioni di potenziali elettori), gli stessi di Milano e dintorni, per il Super Tuesday delle primarie americane. La verità è che la rimobilitazione del popolo di sinistra in Abruzzo non è riuscita. Schlein e Conte avranno imparato qualcosa sotto il Gran Sasso?
(Copertina di Donato Tesauro)
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