I parvenu e lo smemorato

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Meloni e Salvini non dovrebbero contar troppo sull’equidistanza del Quirinale oppure su quella di chi, per non farci scendere in piazza a protestare, si è inventato, come già fece il regime fascista, il reato di assembramento, e ritornare a fare ciò che, a norma di Costituzione dovrebbe fare ogni opposizione che ne abbia motivo: rendere la vita difficile ad un governo illiberale e privo di un inequivocabile mandato popolare.  Essi farebbero bene a confidare, perciò,  nell’unico sovrano che deve avere questo Paese, ovvero il popolo, un’altra entità in uggia alla Sinistra
– Enzo Ciaraffa –

Secondo me il personaggio più vero del libro Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa è certamente don Calogero Sedara, il furbo sindaco di Donnafugata il quale, un po’ per le sue mene, un po’ grazie alla bella figlia che riesce ad accalappiare quel debosciato di Tancredi, l’amato nipote del Principe di Salina, riesce ad entrare nella cerchia di quest’ultimo. Ebbene don Calogero mi è simpatico con riserva perché, grazie alla rappresentazione che ne fa Tomasi di Lampedusa, riesce ad incarnare alla perfezione la figura del parvenu, quello che per essere accettato nei salotti – bene cerca di scimmiottare i suoi altolocati frequentatori finendo, immancabilmente, per diventare la caricatura di se stesso.

Almeno don Sedara era un furbo di tre cotte perché sapeva rapidamente scegliere i nuovi referenti politici, cosa che non possiamo dire del Centrodestra nostrano.  Trovo surreali, infatti, le parole di tiepido apprezzamento che Giorgia Meloni e Matteo Salvini hanno indirizzato a Mattarella dopo che questi,  a seguito di un estenuante silenzio e sotto la pressione psicologica del popolo del web (evviva il web!), ha detto in un lunghissimo comunicato stampa il minimo sindacale sul grave scandalo che è emerso dalle sconcertanti chat dell’ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati ed ex componente del CSM,  Palamara,  chat che coinvolgono giudici, politici, ministeri  e istituzioni, tra le quali quel CSM del quale Mattarella stesso è presidente.

Sì perché, a leggerlo con attenzione, il comunicato del Quirinale di ieri non ha detto assolutamente niente di nuovo ma, anzi, di antico, del quale riporto alcuni punti che, se li avessero letti meglio, Meloni e Salvini sarebbero stati certamente più cauti nel loro apprezzamento: «In riferimento alle vicende inerenti al mondo giudiziario, assunte in questi giorni a tema di contesa politica, il Presidente della Repubblica ha già espresso a suo tempo, con fermezza, nella sede propria  – il Consiglio superiore della magistratura – il grave sconcerto e la riprovazione per quanto emerso, non appena è apparsa in tutta la sua evidenza la degenerazione del sistema correntizio e l’inammissibile commistione fra politici e magistrati […] Per quanto superfluo va, peraltro, chiarito che il Presidente della Repubblica si muove – e deve muoversi- nell’ambito dei compiti e secondo le regole previste dalla Costituzione e dalla legge e non può sciogliere il Consiglio superiore della magistratura in base a una propria valutazione discrezionale […]  L’attuale Csm, rinnovatosi in parte nella sua composizione, non si trova in questa condizione ed è impegnato nello svolgimento della sua attività istituzionale. Se i partiti politici e i gruppi parlamentari sono favorevoli a un Consiglio superiore della magistratura formato in base a criteri nuovi e diversi, è necessario che predispongano e approvino in Parlamento una legge che lo preveda: questo compito non è affidato dalla Costituzione al Presidente della Repubblica ma al governo e al Parlamento […] Al Presidente della Repubblica competerà valutare la conformità a Costituzione di quanto deliberato al termine dell’iter legislativo, nell’ambito e nei limiti previsti per la promulgazione. In merito alle vicende che hanno interessato la magistratura, il Presidente della Repubblica, come ha già fatto in passato, tornerà a esprimersi nelle occasioni e nelle sedi a ciò destinate, rimanendo estraneo a dibattiti tra le forze politiche e senza essere coinvolto in interpretazioni di singoli fatti, oggetto del libero confronto politico e giornalistico».  Inaudito!

Ebbene, al netto del voluminoso lessico quirinalizio, la mia contro-traduzione di questo comunicato è la seguente: Adesso che al governo non c’è più Salvini al quale bisognava rompere le scatole per dovere di ufficio ogni volta che apriva la bocca, il Presidente della Repubblica vuole muoversi, stavolta, nell’ambito dei compiti e secondo le regole previste dalla Costituzione, non sia mai dovesse rompere gli attuali equilibri politici che vedono al governo una compagine che non è maggioranza nel Paese. Non è certo colpa sua se il governo e il Parlamento non sono stati in grado fino ad oggi a predisporre una legge che modifichi il CSM fermo restando il fatto che dopo toccherà al Presidente valutarne la conformità alla Costituzione, della serie deve piacere a lui.  E poi che sarà mai … insomma, picciotti, cercate di non rompere e non coinvolgete il presidente nell’interpretazione di singoli fatti, oggetto del libero confronto politico e giornalistico.

Ma stiamo parlando dello stesso presidente della repubblica che, nonostante la sempre citata Costituzione non lo prevedesse, impose al governo Conte Uno l’eliminazione di Paolo Savona come ministro dell’economia? Parliamo dello stesso presidente il quale ogni volta che firmava un decreto d’ispirazione salviniana lo chiosava sempre con pesanti rilievi?  E, infine, stiamo parlando dello stesso presidente che per ridicolizzare le richieste di quarantena sanitaria avanzate dal Centrodestra per tutti coloro che arrivavano dalla Cina –  e dopo lo stato di emergenza emanato dal governo già da una settimana – si recò a visitare polemicamente gli alunni di una scuola romana a prevalenza di scolari cinesi? In quelle circostanze, agli albori della strage pandemica, il signor presidente si sentì in assonanza col buonsenso e col dettame costituzionale? Purtroppo, si mantennero sulla sua linea comportamentale sia il governo, sia le forze politiche, sia i sindaci di sinistra di Milano e Bergamo, salvo poi attribuire la causa della ecatombe in Lombardia al suo presidente, di destra! Quando si dice che le figure istituzionali super partes sono fondamentali per la democrazia …

Salvini e Meloni, smettetela, dunque, di farvi prendere per i fondelli dal Quirinale e da chi, per non farvi scendere in piazza, si è inventato – come già fece il regime fascista – il reato di assembramento, e ritornate a fare ciò che, a norma di Costituzione è il caso di dirlo, dovrebbe fare ogni opposizione che ne abbia motivo: rendere la vita difficile ad un governo illiberale e privo di un inequivocabile mandato popolare.  Tanto nel salotto buono della politica (si fa per dire)  non vi accetteranno mai, confidate piuttosto nell’unico sovrano che deve avere questo Paese, il popolo, e non contate su degli aiuti provenienti dall’alto che non siano quelli del Padreterno, perché se non lo avete capito, per il Quirinale ciò che sta accadendo in questi giorni è «… oggetto del libero confronto politico e giornalistico».

Nient’altro che questo.

(La vignetta in copertina è opera di Donato Tesauro)