Le ragioni di una sconfitta politica non sono mai da una sola parte e questo vale anche, se non soprattutto, per la Sinistra italiana che, tra i tanti errori, ha commesso quello di mandare in avanscoperta gli intellettuali a lei organici invece che la gente comune che era, poi, la sua vera base
– Vincenzo Ciaraffa –
Nessuna persona ragionevole si sognerebbe di definirci guerrafondai soltanto perché sosteniamo che l’Italia ha vinto la prima guerra mondiale: è un fatto oggettivo e storicamente inconfutabile!
Alla luce di tale premessa, non si capisce la lite a distanza innescata dal giornalista Aldo Grasso a proposito della dichiarazione rilasciata dall’attore Claudio Amendola che, ospite su La7, ha sostenuto che Matteo Salvini «…si è dimostrato il più capace di tutti i politici degli ultimi vent’anni».
A queste parole, con la spocchia tipica della sinistra intellettuale, Grasso ha replicato: «Ma si sa, ciò che l’attore [che si è sempre professato di Sinistra – n.d.b.] rappresenta è solo la commedia della conoscenza, un gioco perenne di maschere indossate e dismesse».
Eppure Amendola – da persona intellettualmente onesta come credo siano parecchi attori considerati “minori” soltanto perché non organici al sistema come un Benigni qualsiasi – ha fatto una costatazione oggettiva su di un politico che ha preso in mano un partitino locale ridotto ai minimi termini e, da un anno all’altro, lo ha trasformato in movimento nazionale cui deve andare a rimorchio tutto il Centrodestra.
Ciò mentre nello stesso periodo svaporava la sinistra, il Pd ed il suo fonziano leader.
Come si vede, prendersela soltanto con Renzi per la debacle della Sinistra è ingeneroso: gli hanno dato una gran mano i cosiddetti intellettuali a partire dal vate del giornalismo italiano Scalfari.