Non dovrebbe essere sfuggito a Mattarella che affidare ad uno come Savona che ha in tremenda uggia l’Ue, proprio gli Affari Europei è stato come nominare Dracula direttore della banca del sangue di Varese
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Il riallacciarsi del dialogo tra il Quirinale, Salvini e Di Maio sulla formazione del governo dopo la rottura di domenica scorsa, è stato presentato dalla maggior parte della stampa come una marcia indietro dei due leader, secondo noi invece le cose sono andate diversamente.
Dopo l’aborto sul nascere del primo governo Conti per l’impuntatura di Mattarella sulla nomina di Savona all’Economia, Luigi Di Maio ha corretto il tiro sulle “colpe interdittive” del presidente sostenendo che, in effetti, a meritare l’impeachment dovrebbe essere il suo consigliere politico. Noi non sappiamo se Mattarella abbia o meno un consigliere politico al quale addebitare le sue scelte, certo è che nei giorni scorsi il presidente ha dimostrato di non essere all’altezza del suo ruolo in rapporto al particolare momento storico che sta vivendo il Paese, inclinando a muoversi come fossimo ancora ai tempi di Andreotti. Infatti, con ritardo (la lentezza era caratteristica dei rituali della prima repubblica…) egli si è reso conto di avere forzato talune sue prerogative e, in prospettiva vicina, di aver regalato a Di Maio ed a Salvini uno strepitoso successo elettorale. Ai ripensamenti di Mattarella devono aver contribuito secondo noi diversi fattori, due in modo particolare.
Il primo. Le critiche di alcuni valenti costituzionalisti come Massimo Villone, Valerio Onida e Lorenza Carlassare, per citarne alcuni, i quali hanno detto chiaro e tondo che tra i poteri del Presidente non v’è quello di veto.
Il secondo. Il concreto pericolo di diventare, suo malgrado, comandante e ostaggio della numerosa truppa dei trombati alle elezioni del 4 marzo i quali, capitanati dal Pd, hanno tentato di mobilitare in suo nome la piazza, con la speranza di recuperare sulle barricate ciò che hanno perduto nelle urne.
Per Mattarella l’unica soluzione per uscire dal vicolo cieco in cui si era andato a cacciare era di fare un rapido passo indietro che, però, sembrasse un passo indietro di Salvini e Di Maio che, per salvare la faccia al presidente, hanno spostato Paolo Savona dalle Finanze agli Affari Europei.
Non dovrebbe essere sfuggito a Mattarella che affidare ad uno come Savona che ha in tremenda uggia l’Ue, gli Affari Europei è stato come nominare Dracula direttore della banca del sangue di Varese.
Però la faccia del presidente è salva.
Però adesso un governo lo abbiamo.
Speriamo da domani anche di vivere tutti felici e contenti.