Finalmente l’aria pulita delle alte quote

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Francesco Cosimato, compagno di corso del nuovo Commissario Covid, il Generale Figliuolo, ricorda che i militari vengono educati ad addestrarsi in tempo di pace per intervenire in tempo di crisi, che una volta si chiamava guerra, come quella che dobbiamo combattere per debellare il coronavirus. D’altronde, aggiunge l’intervistato, se dopo un anno di insuccessi nell’acquisto di attrezzature mediche e dispositivi di protezione, di banchi a rotelle e di mancate vaccinazioni, il nuovo governo nomina un logista per fare la logistica dei vaccini, questa è la certificazione dell’incapacità della classe dirigente che ha gestito questa crisi sinora
– Enzo Ciaraffa –

Ti confesso, Generale Cosimato, che mentre ero intento a preparare questa intervista “da remoto” come si usa dire oggi per nascondere il fatto che non siamo più cittadini in pienezza di libertà, mi sono domandato, un po’ angosciato in verità, come sia stato possibile imprigionare sessanta milioni di italiani e farne morire centomila in un anno mentre il governo era impegnato ad approvvigionare inutili banchi con le rotelle e ad approntare bonus monopattini. Mi sono anche domandato come sia stato possibile essere mortalmente in ritardo nella campagna di vaccinazione mentre il super commissario all’emergenza, Arcuri, si dilettava a presentare alla stampa i gazebo-primule invece di mettere in campo tutto quello che già avevamo disponibile, grazie alle Forze Armate e alla protezione Civile nazionale e territoriale.
Mi piace citare Thomas Jefferson che ebbe modo di affermare che «Un governo grande abbastanza per darti ogni cosa tu voglia, è forte abbastanza per prenderti tutto quello che hai». Noi abbiamo perso la libertà, siamo chiusi in casa a guardare le serie televisive e ci facciamo infinocchiare da quelli che ci persuadono che tutto andrà bene. Semplicemente non siamo cittadini in grado di pretendere dallo Stato che ci renda l’unico servizio che deve fornire: curarci.

Per fortuna, l’ineffabile Arcuri, dopo aver combinato casini ovunque abbia messo le mani, è stato sostituito quasi a furore di popolo dal Comandante Logistico dell’Esercito, il Generale Francesco Paolo Figliuolo, che in fatto di logistica e di gestione delle crisi ne dovrebbe capire un po’ di più del borioso presidente d’Invitalia. Non credi?
Purtroppo la pubblica amministrazione non è organizzata per reagire alle crisi, gli unici che lo fanno sono soltanto i militari perché le crisi sono il loro mestiere. I militari vengono educati ad addestrarsi in tempo di pace per intervenire in tempo di crisi, che una volta si chiamava guerra. In realtà, la classe politica ha impedito la formazione di una res publica. D’altronde, se dopo un anno di insuccessi nell’acquisto di attrezzature mediche e dispositivi di protezione, di banchi a rotelle e di mancate vaccinazioni, il nuovo governo nomina un logista per fare la logistica dei vaccini, è la certificazione dell’incapacità della classe dirigente che ha gestito questa crisi sinora.

Generale anti-covid
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Peraltro, tu dovresti conoscere abbastanza bene il “logista”, il Generale Figliuolo, perché, se non ricordo male, avete insieme frequentato il 162° corso “Onore” dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola di Applicazione di Torino nel periodo 1980 – 1984. E nascete entrambi come Ufficiali di Artiglieria: artiglieria alpina lui, artiglieria paracadutisti tu. Ricordo bene?
Si, tra l’altro le due specialità impiegavano lo stesso pezzo d’artiglieria. Nel mio corso siamo tutti orgogliosi della nomina di Francesco. Anche se non con tutti ci sentiamo spesso, tra i colleghi di corso c’è un particolare senso di cameratismo e di fratellanza. Lo scorso anno avremmo dovuto celebrare il quarantennale del nostro corso, ma non è stato possibile, per ovvi motivi. Gli Ufficiali d’artiglieria, in particolare, vengono educati a fondere le competenze tecniche e l’arte militare. È un lavoro difficile, bisogna fare bene i conti e solo dopo aver operato con precisione e controllato tutto, si può erogare il fuoco, non sono ammessi errori. Non è un mestiere in cui puoi campare facendo comizi in pubblico e conferenze stampa in notturna.

Bene, adesso, caro Generale, cerchiamo di uscire dagli amarcord e proviamo ad analizzare i vari presupposti, la sostanza e le conseguenze di certe scelte. L’entrata in scena Draghi ha segnato il punto più basso della nostra storia repubblicana e di un governo che, in presenza di una tragedia epocale, si era messo a giocare con i monopattini, fintanto che non è intervenuto Mattarella per “agevolarne” la dipartenza e cercare di salvare il salvabile… non ritieni che Draghi rappresenti la bollinatura finale sull’impotentia coeundi della nostra classe politica?
In tempi non sospetti ho più volte dichiarato che la nostra classe dirigente non è capace di gestire l’ordinario, figuriamoci le situazioni eccezionali. In realtà, l’allegra classe politica chi ci ha fin qui governati, ha sistematicamente impedito la formazione di una res publica in cui si forniscono servizi ai cittadini. Non illudiamoci che sia cambiato tutto dall’oggi al domani: Draghi ha soltanto chiuso in un sacco il materiale ideologico non riciclabile con il laccio del suo governo, ma questo sacco potrebbe essere riaperto alle prossime elezioni. L’Italia sembra una giovane sposa il cui marito politico passa la prima notte a spiegarle quanto sarà bello farlo, ma viene il mattino e non è successo ancora niente… però il tipo non andrà a lavorare perché è in licenza matrimoniale.

Ma se Draghi sta al fallimento della politica, il Generale Figliuolo sta al fallimento di ….
La nomina del Generale Figliuolo certifica la miserrima assenza del Ministero della Salute, l’incapacità del Ministero dell’Economia, l’inconsistenza del Ministero dell’Istruzione, il blocco del Ministero della Giustizia e così avanti per tutto il governo, per tutti gli organismi che da esso dipendono come l’INPS, un esempio tra tanti. Una casta di politici e virologi ci ha tenuto in ostaggio ad aspettare un vaccino che, di fatto, almeno per noi italiani, è come se non esistesse. Ora dobbiamo correre ai ripari per comprarne ogni tipo possibile, per erogare ogni cura possibile, dobbiamo fare presto… chi non si addestra in tempo di pace, non può affrontare la guerra. E questa che stiamo combattendo è una guerra!

Per noi ex militari è facile indovinare perché il nuovo super commissario al Covid farà bene il suo lavoro, ma vuoi provare a spiegarlo anche ai “civili”?
Un Generale ordina ai suoi dipendenti di compiere un’operazione militare e questi eseguono, non ci sono scuse che tengano, non ci sono obiezioni, non ci possono essere perdite di tempo. Mentre una volta nell’Esercito si diceva “Più sudore, meno sangue” per indicare l’importanza dell’addestramento militare, oggi si deve dire “più lavoro, più logistica e meno morti” per indicare che la macchina dello Stato deve correre più veloce. Ma deve anche significare meno faccendieri e più servitori dello Stato, usiamo le risorse che abbiamo e non perdiamo tempo appresso ai talk show che disinformano e confondono.

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Ma perché, secondo te, il governo Conte non ha puntato fin da subito sull’organizzazione logistica delle Forze Armate? Perché siamo andati ad inventarci i famigerati tendoni-primula di Arcuri mentre avevamo pronto un ospedale da campo in tensostruttura in ogni compartimento militare? E perché non abbiamo utilizzato per le vaccinazioni le navi militari alla fonda nei porti? Immagini quanto tempo, quanti soldi e quante vite umane avremmo risparmiato?
Quando uscivo con l’uniforme storica dell’Accademia Militare per le vie di Modena, orgoglioso della mia divisa ottocentesca, percepivo il disgusto dei post-sessantottini dell’epoca al vedermi in quel modo, erano i primi anni Ottanta. Quegli stessi scioperati hanno, poi, lasciato l’eskimo e le bombe molotov per divenire la classe politica più incapace della storia dell’Italia recente. I militari stanno molto sulle scatole ai radical chic, per questo non li vogliono tra i piedi. Durante la quarantena hanno usato le Frecce Tricolori per tenere buona la gente, ora si nascondono dietro la divisa del Generale Figliuolo per evitare di rendere conto dei loro errori.

È di queste ore la polemica, in verità cretina, di alcuni giornali (i soliti…) secondo i quali sarebbe in atto la militarizzazione della società italiana …. faccio fatica a trattenere una risata immaginando Mattarella e Draghi col Pickelhaube in testa e gli scarponi chiodati. Che cosa ne pensi?
Sarò molto contento il giorno in cui si militarizzerà la vaccinazione degli italiani, così avremo meno furbetti e meno vaccini stoccati senza essere utilizzati. In un Paese che ha anemizzato le Forze Armate, queste affermazioni sono prive di senso, giornalisti e politici si accontentino delle forze militari che sono rimaste ed evitino di farne ulteriore sciupio.

Peraltro, il Generale Figliuolo che, secondo me, ha più sensibilità democratica della maggior parte dei media italiani messi insieme, la prima cosa che ha fatto è stata quella di andarsi a coordinare con l’autorità civile, nel caso il capo della Protezione Civile. Come la vedi quest’ennesima polemica vescicale dei media?
Il Generale Figliuolo viene non solo da importanti incarichi operativi, è un Ufficiale di Stato Maggiore che per lunghi anni ha operato in grandi staff nazionali e multinazionali ed è, perciò, abituato ad individuare i suoi referenti. Un colloquio diretto tra decisori è il modo migliore per indirizzare in maniera chiara i rispettivi staff, nell’esclusivo interesse dei cittadini esposti a un nemico mortale come il coronavirus.

Eppure, non ci vorrebbe un grande sforzo intellettivo per capire che il dicastero della Difesa è l’unico che, in questo dramma collettivo, possa mettere in campo un’organizzazione che, dalle Alpi alla Sicilia, è gerarchicamente coordinata, il che è altra cosa rispetto alla “militarizzazione”. Significa – per i duri di comprendonio – che il criterio seguito da una vaccinazione fatta a Bolzano deve essere lo stesso per quella fatta a Pantelleria. Mi sbaglio Generale?
In questo momento una siringa acquistata da un ospedale di Bolzano ha un costo diverso da quella utilizzata a Pantelleria, figuriamoci le terapie ed il funzionamento degli organismi sanitari. Certo non vorrei essere nei panni del Generale Figliuolo a mettere le mani in un ginepraio simile. Mi rattrista il pensiero del furgoncino frigo Pfizer con i quattro vaccini che passava in pompa magna le Alpi per poi essere caricato sugli aerei ed inviato a destinazione: sembrava una pubblicità dei cornetti! Se, come spero, ci sono rimasti quei due o tre Reggimenti Trasporti che c’erano quando ho lasciato il servizio, beh spero che non servano solo per trasportare le bare.

Non trovi che i media, dopo anni di peana nei confronti dell’Ue, non vogliono smentire se stessi ricordando ai loro lettori che la vera colpevole della penuria di vaccini in Europa ha nome e cognome: si chiama Ursula von der Leyen, che ha fatto stipulare contratti centralizzati per la fornitura del vaccino che noi najoni, col latino di totò, avremmo definito stipulata ad penis segugiorum
L’Unione Europea non è l’Europa, ma i media la trattano come se fosse la nostra mamma amorevole. Cresce il numero di italiani che la vedono matrigna. La von der Layen ha puntato tutto sul vaccino Pfizer, il cavallo sbagliato. La burocrazia europea è sempre più lontana dai cittadini, ma è legata a filo doppio con la nostra classe politica. Mi piacerebbe capire, ad esempio, se siamo davvero diventati ricchi con il Recovery Plan, o se semplicemente abbiamo fatto altri debiti.

A questo punto, con quali parole faresti gli auguri di buon lavoro al tuo compagno del 162° Corso “Onore”.
«Anche se, causa pandemia, non abbiamo potuto gridare “Onore!” al nostro quarantennale, sono sicuro che dimostrerai di possederne tanto nel lavoro che ti aspetta. Vai Francesco!».

(Vignetta di Donato Tesauro)

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