È il premier che va combattuto, non la sua compagna

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È specioso, gratuito ed immotivato, l’attacco sferrato contro Conte a proposito della scorta assegnata alla sua compagna, Olivia Paladino, e per la quale il premier è andato addirittura a finire nel registro degli indagati per l’ipotesi del reato di abuso d’ufficio. Ciò mentre il Paese sta andando gambe all’aria per ben altre omissioni ed abusi commessi dall’ex avvocato del popolo
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Per una questione di calendario non credo di avere ancora molti anni a disposizione e, tuttavia, darei un anno della mia vita, mi batterei perfino sulle piazze, se esistesse un’opposizione appena degna di questo nome, per vedere andar via il premier Giuseppe Conte e il suo governo per il male che stanno facendo a questo Paese, ai miei figli, ai miei nipoti, in un momento storico che richiederebbe ben altra tempra di governanti.

Eppure valuto specioso, gratuito ed immotivato, l’attacco sferrato contro Conte a proposito della scorta assegnata alla sua compagna, Olivia Paladino, e per la quale il premier è andato addirittura a finire nel registro degli indagati per l’ipotesi del reato di abuso d’ufficio: per ben altre omissioni ed abusi Conte dovrebbe andare davanti ai giudici! Ma andiamo all’accadimento.

I magistrati italiani (quando non glielo suggeriscono scelte di campo) hanno l’obbligo di perseguire le segnalazioni di reato a carico di chicchessia, anche del capo del governo. Questo in punta di diritto. Ma nello specifico non esiste il reato perché, in qualsiasi democrazia, a partire dagli Stati Uniti, si pone somma cura a che il capo dello Stato o del governo non siano ricattabili per il tramite degli affetti familiari, pertanto i servizi di sicurezza proteggono anche le loro famiglie. E poi, scusate, stiamo pagando  da anni la scorta a un signor nessuno come Roberto Saviano e non vogliamo darla ai familiari del capo del governo?

Ma cerchiamo di essere  seri!

In un Paese normale le polemiche sul presunto abuso di Conte in fatto di scorta finirebbero qui e si tornerebbe – si fa per dire – alla politica seria, ma non in Italia, dove il premier, grazie alla stupidità dei suoi avversari, continuerà a sfregarsi le mani per essere stato mandato davanti ai giudici per una dimostrabile stronzata e non, invece, per reati da tribunale militare di guerra.