Draghi come un generale Pappalardo qualsiasi

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Per mettere insieme una farsa di conferenza stampa, a domande limitate fin dal principio, per scagliarsi principalmente contro dei poveri disgraziati che hanno paura di vaccinarsi non ci voleva il campione dell’establishment, e neppure il capo del “governo dei migliori”, bastava un qualsiasi generale Pappalardo, quello dei Gilet arancioni che se la prendeva con le scie chimiche degli aerei perché, secondo lui, erano all’origine dei cambiamenti climatici

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Una delle prime cose che un tempo insegnavano nelle scuole militari era che la responsabilità, sentita come dovere, dovesse essere prerogativa di ogni comandante ed era considerato abietto, quasi come il tradimento, sottrarvisi o tentare di scaricarla sulle spalle di altri. Va da sé che questo insegnamento dovrebbe valere anche per coloro che hanno la responsabilità di molti uomini e donne come un capitano d’azienda, un manager della pubblica amministrazione, a maggior ragione dovrebbe valere per quei leader politici che sentono su di loro (o almeno dovrebbero sentire) la responsabilità del governo dei loro Paesi, come dire di milioni d’individui.  Questa premessa per parlare della conferenza stampa tenuta l’altrieri dal premier Draghi sull’obbligo vaccinale surrettizio introdotto dal Dpcm dello scorso 5 gennaio. Ebbene, tale conferenza, che il premier ha voluto limitata nelle domande dei giornalisti come avviene nelle dittature, ha avuto quale presupposto fondante quello che poi è stato il suo punto centrale: «Non dobbiamo mai perdere di vista una costatazione: gran parte dei problemi che abbiamo oggi dipende dal fatto che ci sono dei non vaccinati»

Tralasciando i numeri gonfiati da lui forniti (crediamo in buonafede) sulle terapie intensive, riteniamo sia stato ingiusto da parte del capo di governo scaricare sui no vax – ai quali ormai è impedito perfino di entrare in un cesso pubblico – che, per quanto irragionevolmente, stanno esercitando un diritto costituzionale. Draghi, infatti, ha scelto d’infierire sul “nemico” più disponibile sul mercato per non essere costretto, magari su domanda di qualche giornalista coraggioso, a dovere elencare le molte incompiute del suo governo sulle misure di prevenzione e contrasto immediato della pandemia come, per dirne alcune, gli impianti di purificazione dell’aria nelle aule scolastiche, l’aumento dei vettori del trasporto pubblico e le assunzioni di personale medico e paramedico nella Sanità. Senza parlare delle imposizioni dei tamponi e delle mascherine Ffp2 a carico, però, dei cittadini.

Ma Draghi non è così fortunato come probabilmente è convinto di essere, perché il giorno dopo la sua surreale conferenza stampa, l’Organizzazione mondiale della sanità – Oms (Fonte: Ansa) lo ha sputtanato su tutti i fronti sanitari stabilendo che «Una strategia di vaccinazione basata su richiami ripetuti dei vaccini attuali ha poche possibilità di essere appropriata o sostenibile». Come dire, nel linguaggio felpato degli organismi internazionali: signori iniziate a cambiare registro sulla prevenzione e cura della pandemia perché, di questo passo, i vostri cittadini dovranno fare un vaccino al mese!

E, invece, nella conferenza stampa l’ineffabile premier ha assolto se stesso e il governo che presiede con un’uscita sulla scuola che riteniamo sia stata poco elegante allorché ha tirato in ballo, sebbene indirettamente, il precedente governo… una cosa del genere non l’avrebbero fatta neppure Conte & Casalino: «Qui dimostriamo che la scuola resta aperta, è una priorità. Non era il modo in cui questo tema è stato affrontato in passato». Quando c’era il governo di Giuseppe Conte appunto.

Ma per mettere insieme una farsa di conferenza stampa per scagliarsi principalmente contro dei poveri disgraziati che hanno paura di vaccinarsi non ci voleva il campione dell’establishment, e neppure il capo del “governo dei migliori”, bastava un qualsiasi generale Pappalardo – lo ricordate? – quello dei Gilet arancioni che se la prendeva con le scie chimiche degli aerei perché, secondo lui, erano all’origine dei cambiamenti climatici. Draghi, che è più intelligente di questa parodia di ex generale che è il generale Pappalardo, è andato a prendersela con quella piccola parte del popolo italiano che nessuno più difende e che è renitente al vaccino. Lo scopo di una tale maramaldesca scelta è stato fin troppo chiaro perché, quando tra pochi giorni si metterà ufficialmente sul mercato delle vac… pardon del Quirinale, potrà imbonire i suoi estimatori e denigratori esibendo le spoglie dei no vax che – sia chiaro una volta per tutte – propagano il contagio e vanno a finire ricoverati esattamente come i vaccinati con tre dosi, anche se in misura minore.

Noi per primi abbiamo sostenuto che la discesa in campo (copyright Berlusconi) di Mario Draghi è stato il fallimento definitivo della politica e, invece, ci sbagliavamo perché quest’uomo, doppio per vocazione e insensibile per formazione professionale è, in realtà, l’esasperazione del tecnicismo in politica e, allo stesso tempo, della peggiore politica italiana.

Della Prima e Seconda Repubblica.

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