Dalla Magna Grecia al magna magna

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In Campania per il Partito Democratico, lo stesso che quando è stato al governo nazionale ha inondato l’Italia di torme d’immigrati violenti e senza arte né parte in nome di una sospetta solidarietà, è stato un attimo passare dai buoni propositi all’arraffamento organizzato proprio sull’immigrazione

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Se non ricordiamo male, sul Corriere della Sera del 14 marzo 2017, nella risposta data a un lettore, Aldo Cazzullo sostenne che il primo leader leghista, Umberto Bossi, si era fatto vedere a Napoli soltanto nel 2001. In realtà il primo leghista mise piede nella città che sarà dedicata a Partenope addirittura 3.000 anni prima del senatùr. Quel proto-leghista veniva dalla Grecia, precisamente dalla penisola della Calcide che all’epoca faceva parte della Lega di Delo, e non sappiamo chi questi fosse, eccetto che era un ecista, cioè un capo-colono il quale, non appena fu sbarcato ai piedi delle colline del Vomero, fece agli indigeni estasiati e un po’ buzzurri un discorso che suonava grosso modo così: «Guagliù, noi siamo i figli di una civiltà superiore, mentre voi non siete un cazzo…». Fatta la chiarificante premessa, lo sconosciuto ecista continuò così: «…per cui ragionerete come i greci, mangerete come i greci, vestirete come i greci, parlerete come i greci, diventerete i neapolitani della Magna Grecia e, da oggi, pure quella cosa delle vostre signore chiamerete pyrkoilos ovvero purgnacca». In verità i neo napoletani maschi, che all’epoca erano, come abbiamo già detto, dei barbuti sempliciotti (poeti e figli ‘e ‘ntrocchia lo diventeranno più tardi…), non se ne diedero d’intesa pensando che, comunque si chiamasse, quella cosa rimaneva pur sempre dove l’aveva messa madre natura, anche dopo l’arrivo dei colonizzatori.

Siccome è statisticamente accertato che su Napoli e sulla Campania rivierasca il sole splende per 270 giorni all’anno, il clima vi è dolce e il mare canterino, il sangue dei suoi abitanti si riscalda molto facilmente sicché, a furia di frequentare assiduamente la pyrkoilos, essi cominciarono a smaltire anche qualche neurone assieme agli ormoni. L’appagamento dei sensi e la paciosa indolenza che ne derivò produsse, però, un gran casino sull’interpretazione della locuzione Magna Grecia, perché indusse i campani a confondere l’aggettivo Magna con il verbo mangiare, inteso come sinonimo di approfittarsi con dolo di qualcosa. Purtroppo, tutti i conquistatori, i partiti e i politici che passano per Napoli e per la Campania continuano a incorrere nell’equivoco.

Stavolta è capitato a tale Nicola Salvati, il tesoriere regionale del Partito Democratico (il partito che si ritiene il depositario della legalità…), arrestato assieme ad altre trentasei persone per una truffa milionaria ai danni dello Stato e degli extracomunitari che richiedevano un regolare permesso di soggiorno per venire a lavorare nel nostro Paese. Infatti, secondo la Procura di Salerno, costui, assieme al padre erano le menti di una vera e propria holding malavitosa che sfruttando il Decreto Flussi per il regolare ingresso di migranti-lavoratori nel nostro Paese, perseguivano, tanto per cambiare, l’obiettivo dell’arraffamento generalizzato. Come dire che anche nel Pd, il partito che quando era al governo nazionale ha inondato l’Italia di torme di immigrati violenti e senza arte né parte in nome di una sospetta solidarietà, è stato un attimo passare (o continuare…) dalla Magna Grecia al magna magna.

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