Conte porterà al Quirinale un elenco che Mattarella già conosce?

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Conte, sdoppiando ministeri, inventandosi nuovi incarichi e qualche altra task force da buttare in pasto ai famelici costruttori, potrà compilare una “nuova” lista di governativi da presentare a Sergio Mattarella che, scommettiamo, non se ne mostrerà per niente sorpreso perché, da conterraneo del Gattopardo, sa benissimo che quando non si vuol cambiare niente bisogna far finta di cambiare tutto
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In questi giorni alcuni media stanno dando prematuramente per quasi spacciato il governo di Giuseppe Conte perché, nonostante l’indecente compravendita di voti avvenuta al Senato qualche giorno fa, pur di rimanere in sella per gestire la vagonata di miliardi – in buona parte a nostro debito – in arrivo dall’Europa.

Oddio, qualche apparente segnale di tracollo c’è, come quello che arriva dalla capofila dei “costruttori”, ovvero la senatrice Lonardo-Mastella che ancora non è salita a bordo e già detta le condizioni al comandante della nave e ne contesta perfino l’equipaggio. Ciò mentre il segretario del Centro Democratico, il cui nome molti italiani sentono per la prima volta, Bruno Tabacci, sta cercando, con un certo affanno, di reperire altri mozzi e marinai da imbarcare con un eventuale Conte ter e Matteo Renzi, così dopo aver fatto il guastatore si è potuto assegnare il ruolo di crocerossina.

Insomma, tutti quelli che in questi giorni sono rapidamente passati da responsabili a costruttori, facendo proprio un termine coniato da Mattarella, mentre da un lato cercano di convincerci che stanno lavorando per realizzare con urgenza il bene dell’Italia (e non per la gestione dei soldi del Recovery Fund…), dall’altro hanno fatto del tutto per creare uno stallo istituzionale. Il che, stante la precaria situazione economica, è molto pericoloso proprio per quel “bene dell’Italia” al quale essi giurano di mirare.

Come dire che i costruttori, paradossalmente, stanno facendo del tutto per demolire il governo e il Paese, col vigoroso concorso esterno delle opposizioni di Centrodestra. Queste, infatti, invece di darsi una strategia ragionevolmente aggressiva, nella circostanza, sono andate al Quirinale per farsi dare un bacino sulla bua da Mattarella, non capendo che, nel discorso dello scorso 31 dicembre, il residente sul Colle più alto di Roma non sdoganò per caso i voltagabbana definendoli con sospetto anticipo costruttori

Purtuttavia, nonostante un tale desolante quadro, non siamo per niente persuasi che questo governo, pur composto dalla più grande massa d’incapaci che la storia d’Italia ricordi, possa cadere: ha troppi puntelli a Bruxelles, nei media, nella Chiesa, in magistratura, nella pubblica amministrazione, nelle aziende di Stato, negli alti gradi delle Forze Armate, dei Carabinieri, della Polizia e perfino nelle agenzie di rating.

Perché – si starà giustamente chiedendo qualcuno – una tale genia abbia così potenti puntelli e puntellatori dappertutto? La risposta è semplice se, prima però, provate a domandarvi che cosa sarebbe di questa genia se dovesse prendere il potere in Italia un governo veramente capace, veramente serio, veramente autonomo e che non si lasciasse facilmente condizionare… dovrebbe far domanda per ottenere il reddito di cittadinanza. Mentre adesso tali puntellatori fanno, praticamente ciò che vogliono e siccome hanno a che fare con una banda d’incapaci che non capisce niente di amministrazione dello Stato, spesso truccano anche le regole del gioco a loro vantaggio com’è avvenuto per il piano pandemico nazionale, per il quale, ancora oggi, non si è capito perché non era stato aggiornato e chi avesse dovuto farlo tra politici e funzionari del Ministero della Sanità.

Sicché, in qualche maniera, il duo Conte-Casalino, alla fine, l’avrà vinta anche sul secondo Matteo nazionale che, se non vuole sparire prematuramente dalla politica con nuove elezioni, dovrà per forza ritornare nella compagine governativa col cappello in mano. E così Conte, sdoppiando ministeri e inventandosi incarichi e qualche altra task force da buttare in pasto ai famelici costruttori, potrà compilare una “nuova lista” di governativi da presentare a Sergio Mattarella che, scommettiamo, non se ne mostrerà per niente sorpreso perché, da conterraneo del Gattopardo, sa benissimo che quando non si vuol cambiare niente bisogna far finta di cambiare tutto.

E non si venga a dire che in piena crisi pandemica non si può andare al voto, perché il primo ministro Neville Chamberlain fu sostituito da Churchill in piena II Guerra Mondiale, nel mentre la capitale inglese veniva bombardata giorno e notte dai tedeschi, quando il virus da combattere era mille volte più pericoloso del Covid-19: si chiamava Adolf Hitler.

Ma poi, in democrazia, ha un qualche senso sostenere che il popolo non possa scegliersi il governo quando quello in carica è deficitario e le cose vanno male ma – semmai- soltanto quando le cose incominceranno ad andar bene? Senza contare il paradosso insito in una tale pretesa: se le cose andassero veramente bene, se il governo fosse minimamente capace di gestire questo tragico momento,  non ci sarebbe bisogno di andare alle elezioni per scegliersi un’altra classe dirigente.

Ammesso che ve ne sia una pronta (e capace!)   in questa grottesca  parodia di democrazia.

(Copertina di Donato Tesauro)

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