Il dottor Gaeta, la Croce Rossa, la SIA e il web

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In piazza San Giovanni a Busto Arsizio, un camper sanitario della Cri ospiterà lo specialista in urologia e andrologo membro della Sia, dottor Gaeta e la ginecologa Patrizia Gasparini, che offriranno una consulenza gratuita e specifiche informazioni a tutti i ragazzi che parteciperanno alla campagna di prevenzione andrologica giovanile. Busto Arsizio, grazie alla Croce Rossa, è la prima città italiana a tenere a battesimo la campagna

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A differenza delle ragazze che in compagnia delle mamme si recano dal ginecologo anche prima del menarca, i maschietti durante la pubescenza, se non compaiono vistosi problemi dell’apparato urogenitale, vengono alquanto trascurati. Ciò perché le mamme hanno un certo imbarazzo a confrontarsi con la sessualità dei figli maschi e, pertanto, ne demandano il compito al papà. Il guaio è che la maggior parte dei papà ha una “visione quantitativa” dello sviluppo sessuale dei figli maschi, nel senso che gli basta dare qualche furtiva occhiata allo sviluppo delle dimensioni per arrivare a concludere che tutto va bene, oppure che tutto va male se tali dimensioni non rientrano nel suo concetto di norma.

Questo modo piuttosto superficiale di affrontare la sessualità dei ragazzi da parte dei genitori, fino a una ventina d’anni fa veniva in parte compensato dalla visita di leva che ha svolto un prezioso lavoro d’indagine sulla popolazione maschile italiana per un secolo e mezzo. Poi la leva militare è stata sospesa e i ragazzi si sono ritrovati di nuovo soli, senza nessuna possibilità di confrontarsi con i loro coetanei come quando, nudi come vermi, i loro padri venivano messi in fila per essere sottoposti alla visita degli ufficiali medici selettori. Chi scrive soltanto durante la visita di leva, confrontandoli con quelli degli altri ragazzi, ebbe modo di rendersi conto che avere i testicoli asimmetrici era normale.

Con tali presupposti, figurarsi con quanto piacere abbiamo salutato la campagna promossa dalla Sia – Società italiana di andrologia tesa a informare e sensibilizzare i giovani maschi – in età compresa tra i 18 e i 35 anni – sulle problematiche andrologiche, stante il fatto che essi non prendono neppure in esame la possibilità di fare prevenzione sessuale. Infatti, soltanto un giovane italiano su cinque è consapevole che le malattie andrologiche possano causare infertilità e oltre il 50% di loro non conosce neppure una delle trenta malattie sessualmente trasmissibili.

Per questa ragione e soprattutto come genitori, ringraziamo il presidente della Sia, il professor Alessandro Palmieri e il curatore grafico del progetto, il professor Ciro Basile Fasolo, che hanno puntato su di una campagna social allo scopo di inseguire linguaggio dei giovani e costituire, di fatto, una community consapevole affinché la prevenzione andrologica cessi di essere un tabù per ragazzi e genitori.

Al professor Basile Fasolo abbiamo chiesto perché un medico di grandi meriti e di antico conio abbia scelto di utilizzare i social per il suo lavoro. Questa è stata la risposta: «Per quanto riguarda le campagne di prevenzione, fin dal 2000 quando ho promosso la prima campagna di prevenzione, la Settimana di prevenzione andrologica svoltasi poi per ben tredici anni, ho avuto modo di suggerire alla Società italiana di andrologia e alle agenzie di comunicazione messaggi che contenessero sia aspetti di carattere tecnico, ma anche, e soprattutto, un’attenzione agli aspetti emozionali, direi spirituali dell’uomo, cosa che ho avuto modo di fare anche nel curare il volume Homo Patiens in cui ottanta autori conducono il lettore attraverso sessanta capitoli in un breve viaggio nella sofferenza al maschile attraverso storia, scienze, religione e mezzi di comunicazione».

Del libro del professor Basile Fasolo abbiamo letto, per adesso, soltanto i due corposi capitoli scritti dal dottor Gaeta che è spesso ospite di questo blog e, tuttavia, ne abbiamo ricavato l’impressione che la sua lettura completa possa costituire un incentivo alla campagna di prevenzione. Altra facitrice dell’impostazione social della campagna è stata la specialista in urologia e membro della Sia, la dottoressa Chiara Polito della commissione web societaria.

Invece, il costruttore dell’organizzazione e delle relazioni interistituzionali è stato l’uro – andrologo bustocco della Sia dottor Gaeta. Anche grazie al suo attivismo, i giovani troveranno sul sito www.prevenzioneandrologica.it tutti i numeri dell’InformAndro, una sorta di newsletter che li informerà sulle principali, specifiche patologie riguardanti la loro fascia di età. Su Youtube sarà, invece, tale compito sarà assolto dall’avatar del dottor Andro. Analoghe informazioni si troveranno sui canali Sia di Instagram, Facebook e Twitter.

Altra iniziativa della campagna intrapresa in collaborazione con l’università Iulm di Milano, è stata la creazione di un questionario online, anonimo e di facile compilazione anche attraverso lo smartphone.

Viste l’organizzazione messa in campo e le meritorie finalità dell’iniziativa, la presidente del Comitato Cri di Busto Arsizio, Simona Sangalli, è stata ben lieta di ospitare l’apertura della campagna di prevenzione andrologica anche perché, a livello nazionale, la Croce rossa italiana e il Corpo delle infermiere volontarie sono partner del progetto. Sicché la città di Busto Arsizio che ha fornito il patrocinio tramite il Comune, terrà a battesimo il primo step del programma.

Difatti, domenica 26 febbraio, dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 17,30, nella piazza San Giovanni di Busto Arsizio, un camper sanitario della Cri ospiterà lo specialista in urologia e membro della Sia, il dottor Gaeta, e la ginecologa Patrizia Gasparini i quali offriranno una gratuita consulenza e specifiche informazioni a tutti quei ragazzi che parteciperanno alla campagna.

Busto Arsizio, grazie alla Croce rossa, sarà la prima città italiana a tenere a battesimo la campagna nazionale della Società italiana di andrologia.

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