Casalino farà la fine di Achille Starace?

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Conte possiede un ego sconfinato e, per dipiù, gli è stato fatto credere di essere l’unto del Signore o, almeno, un novello Churchill, perciò difficilmente si presterebbe ad ascoltare i suggerimenti di qualcuno, figuriamoci quelli del suo capo ufficio stampa Rocco Casalino, più versato, a quanto risulta, in performance televisive tipo Grande Fratello ed a compilare curricula farlocchi che non a fare l’eminenza grigia del governo
– Enzo Ciaraffa –

Non ho nessuna remora a confessare che avevo guardato con una certa suggestione l’idea dei Cinque Stelle di volere aprire come una scatoletta di tonno quella cloaca che era ormai diventato il nostro Parlamento peraltro chiuso in questi giorni perché i signori parlamentari hanno paura d’infettarsi. E, anzi aggiungo, che agli inizi mi era piaciuto anche lo stile misurato di Giuseppe Conte poi rivelatosi il Churchill de noantri, un premier mediocrissimo, buono per governi di ogni pasta e colore, insomma un trasformista della peggiore specie.

Come tutti quelli che non trovano riscontro nelle urne, il secondo governo di Giuseppe Conte Churchill – fin dal suo esordio – è stato inviso almeno alla metà degli italiani perché non si può capeggiare un governo Lega/Cinque Stelle nato contro il PD e subito dopo capeggiarne un altro assieme al PD, e sperare che gli elettori lo digeriscano! Ma il fatto veramente strabiliante è che, pur di non sottoporsi ad un nuovo giudizio delle urne, i Cinque Stelle da apriscatole  e di governo stanno facendo da stallatico, da cacca di cavallo per far ricrescere l’afflosciata pianta del partito di Zingaretti, condannando così se stessi a una squallida fine, come anche sta facendo da tempo con Conte il capo ufficio stampa grillino di Palazzo Chigi, Rocco Casalino.

Mentre si rappresentava malamente la solita sceneggiata politica all’italiana, a complicare le nostre vite  è giunto dalla Cina il virus Covid -19 e, nonostante i ripetuti appelli di alcuni presidenti di regione sostenuti dai eminenti virologi, il governo di Conte non ha voluto adottare fin da subito le prime, elementari misure di profilassi e, anzi, col virus la  maggioranza si è divertita a fare la “progressista” con le chiappe  degli italiani, dando perfino del fascio leghista ai proponenti la quarantena e, come se non bastasse, indugiando in folli iniziative del tipo abbracciamo un cinese oppure riuniamoci per un aperitivo contro il panico. La conseguenza di un così irresponsabile approccio con l’epidemia, al quale agli inizi non si è sottratto neppure il presidente della repubblica che si era recato presso una scuola frequentata in prevalenza da bambini cinesi, ci ha portati al disastro nel quale ci dibattiamo pressoché a mani nude… soltanto oggi, mentre scriviamo, abbiamo avuto circa 800 morti.

Nella gestione di questa estrema crisi sanitaria, dunque, il secondo governo di Giuseppe Conte ha commesso degli errori imperdonabili dei quali, una volta passata la buriana, dovrà rendere conto agli italiani e, tuttavia, non ce la sentiamo di condividere l’idea di coloro che attribuiscono le malefatte del governo al duetto Conte – Casalino, dimostrando peraltro di non conoscere affatto l’uomo e il presidente del consiglio. Conte, infatti, ha dimostrato di possedere un ego sconfinato e, per dipiù, gli è stato fatto credere di essere l’unto del Signore perciò molto difficilmente si presterebbe ad ascoltare i suggerimenti di qualcuno, figuriamoci quelli del suo capo ufficio stampa Rocco Casalino, a quanto pare più versato in performance televisive tipo Grande Fratello ed a compilare dei curricula farlocchi che non a fare l’eminenza grigia del governo. A tal proposito Conte non sta facendo niente per smentire certe voci, in fondo questa bipartizione delle responsabilità nell’immaginario degli italiani non gli dispiace perché gli consente di scaricarsi di una parte dei suoi errori sicché, in futuro, potrà sempre licenziare il suo capo ufficio stampa per rifarsi una verginità, impresa che dovrebbe essere difficile stante i suoi precedenti, ma questo è un Paese dove tutto è possibile. D’altronde anche Mussolini licenziò quel buffone in orbace di Achille Starace quando decise di scaricare su di lui una parte dei suoi ventennali errori.

Dunque, più che complice Casalino è, secondo me, vittima di Conte e delle sue boiate comunicative e, prima o poi, vedremo la testa del povero Rocco nazionale (povero si fa per dire …) inchiodata sul portone di Palazzo Chigi, come facevano una volta i possidenti terrieri del Meridione con le civette, allo scopo di “liberare” dal malocchio il raccolto e i loro casali.

Che triste prospettiva per Rocco! Purtroppo per lui, per stare in certi posti e per lavorare con certa gente, ci vuole la statura professionale giusta, insomma come direbbe il suo superdotato omonimo di nome, Siffredi, è una questione di dimensioni.