L’Alleanza Atlantica confida in noi perché con Di Maio e Speranza sulle sue tracce, Putin dovrebbe venire a più miti consigli sennò questi indurranno Draghi a dichiarare la zona rossa in Crimea e, nel caso, la Russia dovrà scordare l’accesso al mare mentre quelli del Donbass dovranno fare la fila in farmacia per il tampone
– by Cybergeppetto –
Ragazzi, in Ucraina si mette male per Putin perché ora che il Parlamento italiano ha trionfalmente eletto il nuovo presidente della Repubblica, il ministro Luigi Di Maio può scatenarsi in tutta la sua veemenza diplomatica, tanto più che Conte è stato appena detronizzato dal tribunale di Napoli. Grazie a Giggino, infatti, pare che nel prossimo Dpcm stia per essere inserita una clausola mirata ad impedire ai vaccinati con lo Sputnik russo di avere contatti con i cittadini italiani. Questa mossa unicamente per impedire a tovarišč Putin la partecipazione alle riunioni internazionali perché dubito che questi intenda fare le nostre tre o quattro vaccinazioni. Sicché come nel 1940-1941 spezzammo le reni alla Grecia che, in realtà, ci respinse fino a Durazzo sull’Adriatico, così le spezzeremo ai russi del bieco compagno Vladimiro. Ai giornalisti il duro ministro grillino degli esteri avrebbe rivelato che se Putin non si vaccinerà in Italia, d’accordo con il mitico Speranza il cui cognome è tutto un programma in tempi di disastri, non gli darà il green pass rafforzato.
Non ci crederete, ma in un baleno sulla stessa linea di pensiero del geniale Di Maio si sono posti gli Stati Uniti che, per bocca del Segretario alla Difesa, Loyd Austin, sarebbero pronti, dicono, a disertare il prossimo summit Nato–Russia se Vladimiro non avrà il certificato vaccinale italiano, di gran lunga il più rompicoglioni e, ovviamente, preferito dalle multinazionali del farmaco. Immagino che nella circostanza un solerte funzionario italiano attenderà i partecipanti con il telefonino in mano e lo sguardo penetrante modello Kgb: saranno augelli amari per gli eventuali no-vax infiltrati!
Putin, poi, deve stare attento perché, avendo più di 50 anni, se non si vaccina in Italia una cartella esattoriale con la multa da 100 euro non gliela leva nessuno. Povero Vladimiro mammoletta nostra, se si ammala potrebbero ricoverarlo in un ospedale italiano, magari in un reparto Covid di nuovo tipo, quello in cui i pazienti hanno il televisore in camera costantemente collegato con i più autorevoli talk show italiani che ospitano le virostar Bassetti, Burioni, Crisanti e Galli, in qualità di comunicatori. Il contorno è il solito delle grandi menti scientifiche di Andrea Scanzi, Selvaggia Lucarelli, Klaus Davi e altri autorevoli odiatori radical chic.
In altre parole, la combinazione di talk show e il famoso protocollo “tachipirina e vigile attesa” elaborato dal ministro Roberto Speranza renderebbe le probabilità di sopravvivenza di Vladimiro pari a meno di zero. Sicché, alla fine, l’Alleanza atlantica dovrà essere grata agli inventori del lasciapassare verde che, oltre a distruggere i ristoranti, i bar e le palestre di tutt’Italia, potrebbe sfreddare anche le relazioni internazionali e la situazione militare lungo quella che gli analisti chiamano pomposamente “la cerniera euroasiatica”.
Con Di Maio e Speranza sulle sue tracce mi permetto di suggerire a Putin di venire a più miti consigli, perché se i due inducono Draghi a dichiarare la zona rossa in Crimea, la Russia dovrà scordare l’accesso al mare e quelli del Donbass dovranno fare la fila in farmacia per fare il tampone, anche se hanno i Kalashnikov sempre a tracolla.
Come dite? La pandemia è già terminata in molti Paesi? E che significa? Speranza & C. si arroccheranno come Allende nel palazzo presidenziale de La Moneda prima di morire ucciso dai golpisti, votando qualsiasi schifezza e quando andremo a votare l’anno prossimo (se mai ci andremo) ci confonderanno le idee con nuovi partiti e, tra un salto della quaglia e l’altro, tenteranno pure di convincerci di essere intelligenti.
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