Esiste una stretta relazione tra quanto accaduto in televisione con Friedman e i vaccini anti Covid-19, una relazione che si nutre di giornalismo fazioso, il quale recita ormai soltanto su copione scritto dai Casalino di turno, sicché, se un avvenimento è gradito al potere, l’informazione lo presenta in un modo che sia a lui ancora più gradito, sennò non lo presenta per niente, o lo minimizza, o addirittura lo adultera
– Enzo Ciaraffa –
Sarà per la mia formazione militare, ma non v’è persona al mondo che io disprezzi più di un vigliacco; il disprezzo poi si trasforma in ira quando la vigliaccheria viene esercitata su di un bambino o di una donna, qualsiasi donna.
A pelle, non mi è mai stato simpatico il giornalista Alan Friedman, forse per quella sua aria da primo della classe e da spirito illuminato il quale, per quanto americano, si è specializzato nel dire peste e corna della politica italiana in generale e dei governi di centrodestra in modo particolare. Non che la prima e i secondi siano immuni da critiche, anzi proprio in questi giorni poi…, ma chi è costui per parlar sempre male dell’Italia, mentre gli idioti che lo ospitano in televisione ridono pure ad ogni palata di cacca che, in fondo, butta anche su di loro? Ma come si permette, giusto o sbagliato che sia, questo è il “mio” Paese!
Ma devo farmene una ragione ormai perché Friedman possiede le giuste caratteristiche per diventare il beniamino della televisione pubblica dove, chi sputtana gratuitamente l’Italia, i suoi governi e la sua classe dirigente, ha un posto assicurato in ogni trasmissione. Ma il tallone di Achille dei “padreterni” progressisti, come questi tizi amano solitamente definirsi, è quello di sentirsi titolati a dire qualsiasi cosa impunemente, anche la più becera e cattiva.
L’altrieri, in diretta su Rai Uno, nel corso della trasmissione “Unomattina” Friedman, parlando della cerimonia dell’insediamento di Biden alla Casa Bianca, ha – tra i risolini divertiti dei giornalisti presenti – definito escort la più discreta e misurata delle first lady americane: Melania Trump. Avesse adoperato Salvini un appellativo del genere nei confronti di qualsiasi donna, i media nostrani lo avrebbero fatto, giustamente stavolta, a pezzi inducendo perfino Mattarella a qualche ipocrita pistolotto.
Ma non voglio tuffarmi nella polemica che, in proposito, già sta dilagando sui social, per due ragioni. La prima ragione. Lo stile di un uomo è come il coraggio di don Abbondio … se uno non ce l’ha non se lo può dare. Se uno è cafone, è cafone insomma. La seconda ragione. Sono fiducioso che, stavolta la commissione di vigilanza della RAI non potrà fare la strabica perché il giornalista che parla come Ollio – Oliver Hardy l’ha fatta veramente grossa!
Vorrei, piuttosto, soffermarmi sulla relazione esistente tra quanto accaduto in televisione e i vaccini anti Covid-19. Avete capito benissimo, secondo me esiste una strettissima relazione tra le due situazioni, una relazione che si nutre di giornalismo fazioso, il quale recita ormai soltanto su copione scritto dai Casalino di turno, sicché, se un avvenimento è gradito al potere, l’informazione lo presenta in un modo che sia a lui ancora più gradito, sennò non lo presenta per niente, o lo minimizza, o addirittura lo adultera.
Non ho assolutamente niente contro i vaccini che, anzi, in linea di principio, considero salvifici per l’umanità, eppure non sono mai stato affascinato dal convincimento che un vaccino anti Covid-19, messo in campo in quattro e quattr’otto, senza disporre di una pregressa letteratura scientifica e di una lunga sperimentazione, potesse essere un rimedio senza problemi contro il virus. Adesso, dopo avere contribuito a diffondere senza nessun interrogativo, come fosse un dogma, l’dea della vaccinazione come dovere civico e non come cura necessaria, qualche organo d’informazione ha iniziato, ancora timidamente in verità, a temperare il proprio entusiasmo con qualche inchiesta e/o analisi più profonda, tant’è che incominciano a riportare che con le vaccinazioni nel mondo non tutto sta andando proprio benissimo.
In Israele, secondo il coordinatore nazionale anti coronavirus, il professore Ash Nachman (l’equivalente del nostro Arcuri ma con la laurea in medicina e, a mio avviso, più in gamba di lui), l’efficacia del vaccino Pfizer «… si sta dimostrando inferiore a quanto sperato e dichiarato dal gruppo farmaceutico». Mentre in California è stato ritirato il siero Moderna per le numerose, abnormi reazioni allergiche che provoca nei vaccinati e in Norvegia, a seguito di 23 morti dopo la vaccinazione col siero della Pfizer, l’Agenzia Nazionale del Farmaco ha cambiato la linea guida della vaccinazione anti Covid-19.
Niente di disastroso al momento, però visto che dovranno vaccinarsi miliardi di persone in tutto il mondo, se fin da subito i media avessero sollevato qualche fisiologico dubbio e spiegato, chiaramente, ai loro lettori che, come tutti i medicinali del mondo, il vaccino anti Covid non è privo di effetti collaterali ampiamente bilanciati, però, da quelli positivi, mettendosi invece ad intonare salvifici salmi, forse oggi saremmo tutti più informati e meglio disposti alla vaccinazione.
Non aggiungerò altro su questo tema perché di “esperti” sui vaccini in Italia ne circolano già troppi perciò, se volete saperne di più in proposito, vi suggerisco il misurato articolo sul nostro blog della dottoressa Mariangela Buttiglieri dello scorso 19 dicembre, mentre da parte mia vorrei concludere con un appello ad alta voce: «Signori dei media, lo avete capito che la porcata sessista di Friedman in televisione e la ritrosia degli italiani a vaccinarsi contro il Covid-19 è colpa vostra? Sì, è colpa vostra perché, a causa dell’ideologia (il veleno dell’informazione!) avete smesso di indignarvi e/o fare giornalismo d’inchiesta; avete smesso perfino di raccontare la verità, pretendendo poi che i vostri sempre più scarsi lettori accettassero come un dogma una situazione poco chiara, e pessimamente presentata, che riguarda la loro vita. Imparate, perciò, a raccontarla giusta, sennò non ci crederà più nessuno. Ve lo chiedo in nome della nostra residua umanità».
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