Berlusconi era definibile con un solo aggettivo, lo stesso che adoperò D’Annunzio per il personaggio di un suo libro: immaginifico. E in effetti al Cavaliere d’Italia per antonomasia la fantasia non è mai mancata, specialmente nel settore della comunicazione, degli affari, del sesso e della politica che, spesso, per lui furono la medesima cosa
– Enzo Ciaraffa –
Scrivere l’epitaffio di Silvio Berlusconi non è difficile, anzi il tutto si potrebbe ridurre a poche righe, ciò non per malevolenza nei suoi confronti che pure mi era simpatico, ma perché narrare di uomini estroversi e propositivi come lui con una sintesi riesce facile rispetto ai grigi personaggi della nostra già grigia, di suo, vicenda nazionale. Berlusconi, infatti, lo si poteva definire con un solo aggettivo, lo stesso che adoperò D’Annunzio per il personaggio di un suo libro: immaginifico.
E in effetti all’uomo di Arcore la travolgente fantasia non è mai mancata, in ogni campo, specialmente in quello degli affari, della comunicazione, del sesso e della politica, che spesso per lui furono la medesima cosa. Tuttavia, e checché ne dicano la sinistra e Travaglio, sotto di lui l’Italia ha fatto certamente passi avanti sulla strada della liberaldemocrazia.
Bisogna anche dire che, oltre ad essere stato l’italiano più noto nel mondo dopo Leonardo da Vinci, il Cavaliere possedeva anche il dono del re Mida, quello che trasformava in oro ciò che toccava. Non per tutti coloro che lo hanno frequentato, però, perché una parte di quelli che gli avevano tenuto in qualche modo bordone hanno fatto una brutta fine: il potente ex direttore del Tiggì/4 Emilio Fede – già condannato dalla magistratura per avergli procurato delle “distrazioni” – a momenti deve andare a mangiare alla Caritas!
Tuttavia, nonostante le portentose performance letterecce, vere o presunte che siano state, e il suo smisurato ego, che lo portava a ritenersi, forse, appena un gradino sotto il Padreterno, Berlusconi era un gran mattacchione … divino il suo “Culona inchiavabile” riferito all’ex premier tedesca Merkel. L’ultimo grande servizio reso da Silvio al Paese è stato di accettare la “ragazzina” Giorgia Meloni alla guida del governo, mentre la sua più grande gag è stata quella di candidarsi come presidente della Repubblica al posto di Sergio Mattarella, dimentico che appena nove anni prima il Parlamento che lo avrebbe dovuto mandare al Quirinale lo aveva cacciato perché ritenuto indegno di appartenervi. Siamo però sicuri che nell’Aldilà, dove sono muniti di più onestà intellettuale di certi censori nostrani, saranno abbastanza indulgente con lui.
A meno che il nostro intemerato Cavaliere non abbia in mente, come sospetto, di organizzarvi una discesa in campo e sloggiare il legittimo Padrone di casa (il Padreterno) che, diciamo la verità, sebbene intellettualmente irreprensibile un po’ comunista e bacchettone lo è sempre stato. In ogni caso buon viaggio Silvio, rimarrai per sempre nei cuori di chi ti amò, di chi ti avversò e di chi, come me, si limitava a scuotere la testa in presenza di certe tue discutibili iniziative politiche.
(La copertina è dell’Officina Tesauro)
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