Anche i paesaggi urbani, di solito grigi ed angusti, assumono una patina di sfumata poesia, quasi di ricercata leziosità, grazie all’artista ferrarese Daniele Cestari, il prescelto dalla direttrice della galleria “Punto sull’Arte” di Varese per esporre anche nella città-giardino le opere della mostra Sound of silence, visitabile fino al 2 marzo
– Enzo Ciaraffa –
«Ho sempre pensato che è grazie agli artisti se gli dei risiedono in cielo. Nel corso di un incontro con Sofia Macchi durato appena mezz’ora, il suo stile, la sua grande sensibilità, la sua attenzione nell’ascoltare l’altro, il tutto accompagnato da un’innata leggiadria, mi ha oltremodo convinto che è grazie ai galleristi come lei se talvolta gli dei ridiscendono sulla terra». Questo è esattamente ciò che scrissi due anni fa a proposito della direttrice della Galleria Punto sull’Arte International Contemporary Art Gallery di Varese e devo dire che nel frattempo non ho cambiato idea.
Difatti, la galleria diretta dalla signora Sofia Macchi, già prestigiosa di suo, ha incrementato la collaborazione con le più importanti consorelle italiane, europee e d’oltreoceano come – per citarne soltanto due – La fabbrica del vapore di Milano e la Hugo Galerie di New York.
Al momento presso la galleria varesina è in atto, e lo rimarrà fino al prossimo 2 marzo, la mostra Sound of silence dell’artista ferrarese Daniele Cestari il quale, nonostante la giovane età, può considerarsi l’eccezionale interprete di una nuova visione dei paesaggi urbani che, grazie alla sua formazione di architetto, perdono la patina di angusto grigiore che di solito caratterizza tali contesti.