Sulla riforma della prescrizione e sulle conseguenze che essa avrà sul nostro sistema di giustizia, con perfetto tempismo visto che proprio oggi dovrebbe tenersi l’ennesimo consiglio dei ministri per cercare di mettere d’accordo le diverse anime del governo sulla delicata materia, si tenterà di fornire delle risposte nel corso del dibattito promosso dall’associazione varesina Insieme & Futuro, il cui presidente è l’avvocato Luca Marsico, e dal comitato Azione con Giancarlo Pignone
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Addentrarsi nei sinuosi meandri della nostra copiosa, e talvolta contraddittoria produzione legislativa è un esercizio difficile per i non addetti ai lavori, se non ricorrendo a quei principi-cardine che, in modo sostanziale ed intellegibile, la Costituzione pone a modello del legislatore e alla comprensione dei cittadini.
A proposito della durata di un processo, un argomento controverso e molto dibattuto in questi mesi, la nostra suprema lex all’articolo 111 si premura di far salvo un diritto fondamentale del cittadino in fatto di giustizia e di processi, stabilendo che “La legge ne assicura la ragionevole durata”.
Ma proprio sulla durata del processo e sulla dibattuta riforma della prescrizione, entrata in vigore appena il 1° gennaio scorso, e sulle conseguenze che essa avrà sul nostro sistema di giustizia, noi comuni cittadini abbiamo le idee alquanto confuse di fronte a due domande magari ingenuamente proposte: con la sentenza di primo grado s’interrompe la prescrizione fino al termine degli altri due gradi di giudizio? E senza la prescrizione di quanto si accrescerà il lavoro dei tribunali? Considerato, poi, che ogni anno nel nostro Paese si prescrivono più o meno 130.000 processi per decorrenza dei termini, le due precedenti domande sono più che pertinenti e, nella terra di Cesare Beccaria, esse non possono rimanere senza risposte, di quelle che però il cittadino comune, un non addetto ai lavori insomma, possa agevolmente comprendere.
A riguardo, e con perfetto tempismo visto che proprio oggi dovrebbe tenersi l’ennesimo consiglio dei ministri per cercare di mettere d’accordo le diverse anime del governo sulla delicata materia, si tenterà di fornire delle risposte nel corso del dibattito promosso dall’associazione varesina Insieme & Futuro, il cui presidente è l’avvocato Luca Marsico, e dal comitato Azione, organizzato per le ore 18,30 del prossimo 13 febbraio nel Collegio De Filippi di Varese, all’insegna di un duplice interrogativo quanto mai appropriato stante i pregressi: “Prescrizione mai? Agognata conquista di civiltà o alba dell’eterno processo”.
Oltre a Luca Marsico e Giancarlo Pignone del comitato promotore di Azione, che apriranno il dibattito, interverrà in video anche l’ex ministro della funzione pubblica e già giudice della Suprema Corte, Sabino Cassese. Interverranno, inoltre, al dibattito Felice Isnardi, ex Procuratore della Repubblica, Elisabetta Brusa in qualità di presidente dell’Ordine degli Avvocati, Fabio Margarini presidente della Camera penale di Varese, e uno studente di giurisprudenza dell’Università Insubrica, Davide Iaconianni.
In verità il governo ha più di un fronte aperto sul tema della giustizia perché, mentre si discute sulla prescrizione, a giorni ci sarà anche da convertire in legge il decreto del ministro Bonafede su di un’altra controversa riforma, quella delle intercettazioni telefoniche.
Con tanta carne a cuocere, è obiettivamente meritoria l’iniziativa di Marsico, Pignone e di tutti gli altri partecipanti per aver voluto organizzare un chiarificante dibattito su di un tema importante come quello della prescrizione, mantenendo così alta la tradizione della scuola giuridica lombarda che, per citarne soltanto alcuni, annovera tra i suoi ranghi giuristi come Bernardo Balbi, Giovanni Basiano, Alberico da Rosciate, Pietro Luigi Albini, Cesare Beccaria e Luigi Ansbacher.
A moderare la discussione/riflessione su di un tema così attuale, ma anche molto dibattuto e controverso, non poteva che essere chiamato il direttore di Rete 55, Matteo Inzaghi.