Ho lavorato per Abdullah
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Il papa e la Sinistra possono anche banalizzare il problema dell’immigrazione clandestina con i precetti biblico-evangelici e con gli immarcescibili principi della Costituzione, ma la situazione sul terreno è questa: un pensionato, che ha lavorato una vita intera, adesso che è diventato un soggetto fragile e che avrebbe bisogno di un sistema sociale protettivo, deve mantenere gente giovane e piena di salute con la quale non ha nulla a che vedere e che, oltre ad arrivare in casa sua non invitata, si sente anche in diritto di complicargli gli ultimi anni della sua esistenza
– Enzo Ciaraffa –
Tra la pestilenza globale, la guerra in Ucraina, i crolli in borsa, le bollette stratosferiche, l’aumento vertiginoso dei beni di prima necessità e il rialzo in generale del costo della vita e dell’inflazione, noi pensionati ci siamo dovuti acconciare a nuovi quanto inediti sacrifici, senza neppure capire chi ne avrebbe alla fine raccolto i frutti. Poi le illuminazioni in merito sono arrivate nel modo più inaspettato.
Un giorno mi sono recato a prenotare un piccolo intervento chirurgico in ospedale e in una coda di ventotto persone, in attesa di parlare col chirurgo, ventuno erano extracomunitari. Vabbè, ho pensato nella circostanza, è di certo l’Italia che cambia. Così, dopo aver parlato con lo specialista, mi sono recato in un ufficio dello stesso ospedale per pagare il ticket regionale previsto per l’intervento. Ebbene, non ricordo quanti erano gli Abdullah, le Zhara, i Borislav e i Carlos in coda assieme a me, ma la proporzione mi è sembrata più o meno la stessa del piano di sopra. «Beh… – ho pensato ancora – però anche loro pagheranno il ticket come me». Macché, per una questione di reddito, mi è parso di capire, quasi tutti i presenti erano esenti. Sicché, alla fine, il ticket pieno l’abbiamo pagato soltanto io e altri tre o quattro sfigati di pensionati a giudicare dall’età.
Zainetto in spalla, l’indomani sono andato a fare la spesa in uno dei supermercati cittadini e, una volta giunto alla cassa, ho avuto modo di assistere a una scena che sarebbe stata da libro Cuore se non fosse per alcune sue perverse connessioni con la realtà economica del Paese: una sorridente e gentile cassiera accettava in pagamento da una coppia di giovani extracomunitari dei buoni forniti da un non meglio individuato ente assistenziale nostrano. Arrivato il mio turno, ho pagato la spesa a una cassiera, la stessa di prima, non più così sorridente, anzi piuttosto scorbutica, quasi fossi un postulante e non un cliente pagante con buona moneta europea. Mah, ho sospettato, forse avrà mal di testa. E così, alquanto perplesso, ho rimesso lo zainetto sulle spalle e mi sono diretto verso casa, riflettendo sulla triste condizione di un pensionato pensante. È stato per questo che ho lavorato mezzo secolo? Perché devo continuare a tirare la cinghia? Lo sto facendo per i miei nipoti? Per il mio Paese?
No, per i tanti Abdullah i quali – nonostante li mantenga con i soldi che il fisco preleva dalla pensione – mi schifano pure, perché per loro non sono altro che un fetente di infedele da sottomettere quanto prima con la scimitarra dell’Islam. Anche se, devo confessarlo, non so se prendermela con i tanti Abdullah che scorrazzano disordinatamente nel nostro Paese, o con chi gli sta concedendo ogni licenza. Ciò in nome di una carità talmente pelosa e ipocrita che, sebbene accampi talvolta motivazioni cristiane, non tiene neppure conto del significato del precetto biblico-evangelico “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, nel cui spirito crede di stare a operare.
Devo amare un altro come me stesso?
E quando mai una Chiesa piagnona, scossa dalle ruberie e dalla pedofilia, le istituzioni civili e la Sinistra di questo Paese, che è in perpetuo conflitto con la serietà e il buonsenso hanno consentito di amarmi? La Sinistra poi… l’unica idea geniale che le venne in mente a favore dei pensionati fu la proposta di metterci gli immigrati in casa (Copyright onorevole Alessandra Moretti), assieme alle tendine nei cimiteri. Ma stai sereno Abdullah, grazie a questa gentaglia incapace, noi pensionati continueremo a mantenerti e tu a disprezzarci.
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