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A Malpensa i termini della nostra vita

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Malpensa
Che tremendo paradosso morire come il solitario abitatore di un mondo primordiale in mezzo alla quintessenza della modernità come può essere un aeroporto all’avanguardia, mentre torme di viaggiatori partono, altre arrivano ignare di aver avuto, a un dipresso, la disperata morte di un clochard

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Prima o poi il destino ci sbatte in faccia gli esatti termini della nostra vita compresa tra felicità e infelicità, tra arretratezza e iper-tecnologia, e questo stato di cose appare ancora più assurdo in un modernissimo aeroporto, dove nella pancia dei giganti dell’aria trovano posto quegli esserini piccoli piccoli che sono i passeggeri, nel mentre gli aerei decollano e atterrano, dove tutto è sotto controllo e perfettamente gestito. Almeno così sembrerebbe.

L’aeroporto intercontinentale di Milano – Malpensa è il sesto in Europa e il nono nel mondo perché dispone di due terminal, accoglie in media venticinque milioni di passeggeri ogni anno e movimenta circa ottocentomila tonnellate di merce… quanta gente, vero?

Eppure, l’altrieri, nel tunnel di un servizio poco frequentato, dietro una porta chiusa in prossimità delle scale che portano alla zona arrivi, è stato ritrovato ciò che restava di quello che, secondo la Polizia, era un clochard quarantenne solito cercare rifugio durante la notte nelle zone di sottoservizio dell’aeroporto. Secondo i primi accertamenti del medico legale, la sua morte sarebbe avvenuta due settimane fa per cause naturali, senza che nessuno se ne accorgesse, mentre migliaia di persone cariche di valigie e aspettative passavano sopra la sua testa, là dove ogni cosa e ogni movimento a terra e in volo è monitorato mediante la più sofisticata tecnologia. Che tremendo paradosso, però, morire come il solitario abitatore di una landa primordiale in mezzo a tanta modernità!

Come ti chiamavi? Quale ingannevole miraggio ti portò in Italia? Dov’era la tua Patria? Avevi una mamma? Una moglie? Dei figli? Tutte domande queste che, probabilmente, rimarranno senza risposta mentre a Malpensa due fiumi umani continuano ad andare in senso opposto, ignari di aver avuto, a un dipresso, la rappresentazione dei termini della loro esistenza in un mondo sospeso tra l’iper-tecnologia e la morte in solitaria disperazione. Addio, vittima delle nostre complesse assurdità esistenziali: adesso possiamo augurarti soltanto un buon viaggio ovunque tu sia diretto.

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