La pausa intellettuale in un mondo di parolai
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Il «dipende» è, allo stesso tempo, un approccio di coraggio e di rispetto dell’altro, la pausa necessaria che permette di esprimere il proprio punto di vista senza togliere legittimità e dignità a quello degli altri
– Igino Casillo *-
Da sempre ho cercato di educare i miei alunni al desiderio della conoscenza, fortificata con la passione e con un pizzico di dubbio metodologico, che non nasce dall’ignoranza ma, paradossalmente, proprio dal sapere e che dà a ognuno la possibilità di riflettere e di scegliere. «Dipende» allora, diventa molte volte la loro risposta critica, apparentemente provocatoria, ma sicuramente simpatica, alle mie domande, alle tante riflessioni e ai diversi punti di vista. Un «dipende» che non vuole essere affatto un ruffiano opportunismo o una sorta di relativismo di circostanza ma, al contrario, la risposta intelligente che apre un mondo di possibilità, che dà il giusto respiro a chi non ha fiato abbastanza, che permette di prendere tempo quando lo stesso sembra esaurito e che dà un’ultima possibilità anche a chi è più insicuro.
Quello stesso «dipende» lo possiamo sdoganare dalle mura scolastiche per riproporlo nella vita di tutti i giorni quando ci viene proposto di condividere un nuovo progetto o si vuole esprimere un diverso punto di vista, che non dovrebbe rappresentare mai una verità da poter imporre agli altri e che non è mai buono o cattivo a prescindere, consapevoli che il consenso o la mancata condivisione, non aggiungono né tolgono nulla allo stesso.
A fare la differenza a volte è il tempo, che fa decantare le tensioni e lascia spazio alla riflessione e al giudizio che ne consegue, quasi sempre l’uomo, con la sua passione e il suo sapere, la sua perseveranza e la sua capacità di affabulazione. A fare la differenza è chi non cerca mai di prevaricare l’altro perché crede che lo stare insieme sia più importante dell’affermazione del proprio punto di vista, chi rinuncia ad avere ragione anche quando vorrebbe fortemente il contrario e non certamente per resa, paura o umana debolezza, ma perché è forte dei propri convincimenti ed altrettanto libero nelle scelte.
A fare la differenza è l’uomo che crede che la parola sia fondamentale quando si decide di fare un percorso insieme e che provare a portare l’altro sulle proprie posizioni, passa necessariamente attraverso il suo ascolto. Si sa, tuttavia, che distruggere è più facile che costruire, che camminare insieme costa fatica, richiede rispetto e comporta inevitabilmente l’accettazione di regole e compromessi e non sono molti quelli disposti a mettere in dubbio i propri convincimenti e le altrettante verità per provare a ridurre la distanza che li separa dagli altri. «Dipende», allora, diviene allo stesso tempo un approccio di coraggio e rispetto dell’altro, la pausa necessaria che permette di esprimere il proprio punto di vista dando legittimità e dignità a quello degli altri.
Condivido le ragioni che giustificano il confronto delle idee, anche attraverso il ricorso al «dipende», ove non sia un inutile intercalare discorsivo, ma mezzo intelligente ed efficace che unisce più che dividere. Le verità assolute, che non esistono nemmeno in campo scientifico, nel corso dei secoli hanno prodotto soltanto macerie, disastri e tragedie. Quindi ben venga il «dipende» quando sia giustamente assertivo e rispettoso delle altrui opinioni, e non già mero espediente per addormentare intelligenze e coscienze. E ben venga anche l’educazione al «dipende».
* Docente di economia aziendale